Sai una cosa? In qualche modo, bizzarro e magari anche sciocco, ho percepito un'incredibile somiglianza fra Scorpius e quello che era stato Harry nel 1991. Sto ancora masticando il nodo di tristezza che mi è salito in gola mentre leggevo, quindi sono certa che ne uscirà fuori una recensione sconclusionata. Ma ecco il mio tentativo.
Probabilmente è vero che Draco e sua moglie abbiano cercato di far crescere Scorpius in un mondo ovattato, non intaccato dalla fama. È la stessa cosa che hanno fatto Harry, Ginny, Ron e Hermione, dopotutto. Chiaramente, qui abbiamo a che fare con due tipi di fama differente.
Per Scorpius è indubbiamente più difficile che per i ragazzi Potter e Weasley. Questi ultimi dovranno certo fare i conti con un complesso di inferiorità nei confronti di genitori e nonni, e una sostanziale "cura" nel cercarsi gli amici - perché, si sa, è sempre facile saltare sul carro del vincitore. Scorpius, invece, che chiaramente non è il vincitore, si troverà a scontare i peccati di suo padre, di suo nonno, di tutta la sua purissima famiglia priva di anche solo una goccia di sangue babbano. Suo nonno era un assassino, suo padre no, certo che no, ma era pur sempre un Mangiamorte. E i bambini di dieci, undici anni sanno essere perfidi.
Non è bello il futuro che si prospetta a Scorpius. Tu sei stata bravissima nel descrivere i suoi giovani sentimenti. Ho particolarmente apprezzato i piccoli flashback in cui Lucius gli insegna a comporre una lettera.
Brava davvero.
Chicca |