Mi spiace non poter lasciare una recensione positiva, ma non mi è possibile: le mancanze sono numerose, e difficilmente recuperabili in solitario.
Cominciando con la punteggiatura, non è solo questa ad essere errata: virgole e punti vengono inseriti in luoghi assolutamente sbagliati, che spezzano la frase rendendola incomprensibile; non sono invece usati dove servirebbero, creando così frasi tutte appiccicate, o dialoghi e descrizioni tutti uniti, che sono ancora peggio da comprendere. Spesso nemmeno la stessa barra spaziatrice è usata a dovere.
L'azione è confusa, molto: ci ritroviamo nei corridoi del Dispatch Society, Debbie è sorella di William eppure non ha mai conosciuto Ronald, mentre tratta Alan come se fosse da sempre stato suo compagno di giochi.
Venendo alla grammatica, essa è assai carente. Dopo l'apertura con un "ad fece", non si capisce il sesso del nobile (è "un" nobile... che diverrà "morta"), i verbi sono coniugati al tempo sbagliato, o viene messo il soggetto al singolare e il verbo al plurale. La cosa peggiore però è la costruzione delle frasi stesse, dove non si riesce a ricostruire un ordine logico, anche a causa della punteggiatura errata di cui ho già parlato.
"Perdonami per aver fatto ritardo fratello" o "ascolando le ultme parole del fratello-Ricordati di eseguire le tue missioni distacco...distacco...-" ti fanno già capire come in due frasi tu abbia creato delle costruzioni errate insieme a lettere saltate e grammatica scorretta, il che crea un risultato per nulla gradevole.
Un ultimo appunto che avrei da farti riguarda i personaggi. Spesso sono questi quelli che mi stanno più a cuore in una storia, anche più della grammatica, ma proprio per loro non mi sono potuta limitare a una bandiera neutra: l'OOC è troppo forte per poterli apprezzare.
Ronald, da ragazzo spesso dedito ai divertimenti, ma che di certo pare di cuore buono e leggero, diventa un mezzo maniaco che palpa le nuove impiegate... tra l'altro, sorella del capo per cui ha massimo rispetto.
Alan, da persona costantemente ligia al dovere, quasi tanto quanto William, diventa un ritardatario senza alcun motivo: ritarda una volta e ritarda anche una seconda per andare a prendere la falce anziché materializzarsela direttamente in mano, come fanno tutti gli Shinigami. Mi sfuggono poi gli occhi da cucciolo, dato che è un ligio rompiscatole (nel senso di seguo-le-regole-più-di-Spears) dallo sguardo tagliente e attitudine inflessibile... ma forse è il fascino della protagonista che agisce sul suo Io.
Veniamo alla protagonista. Hai mai sentito parlare della cosiddetta categoria di "Mary Sue"? Se sei nuova non solo di scrittura di fanfiction, ma anche di lettura, forse no.
Ti consiglio di cercare brevemente cosa vuol dire il termine, ma te lo riassumo brevemente: una Mary Sue è la classica protagonista perfetta, dal fisico perfetto, che tutti adorano; quando ha un difetto, quello finisce sempre per rivelarsi un pregio; se qualcuno è contro di lei, quel qualcuno è solo un cattivone e lei non è mai dalla parte del torto.
La descrizione iniziale è, mi spiace dirlo, la breve apoteosi della Mary Sue (che, come avrei capito, è anche un cliché parecchio usato). La descrizione è perfetta: alta, snella, manca solo "ma con le curve al giusto posto"; addirittura i capelli normalmente definibili marroni, castani o bruni per lei diventano "cioccolato"... anzi, "cioccolato al latte". E' come se qualcuno descrivesse i capelli di William come "dalla sfumatura della notte che tace", o "scuri come il ripieno di una Sacher". Capisci che è un'esagerazione tendente alla perfezione un po' troppo forte.
Debbie finisce per definirsi da sola una "sventola" (complimenti alla modestia della protagonista), i suoi voti sono di certo sopra la media (di certo sopra alla media di quelli del fratello), e riesce a intaccare della sua perfezione i luoghi che attraversa ("il lungo corridoio bianco come la luna").
Mi spiace davvero dirlo, ma la protagonista mi ha fatto stancare di lei al primo paragrafo. Magari sono solo io ad avercela contro i personaggi preconfezionati, o forse vuoi farla apparire sotto una luce sciatta per poi risollevarla in seguito; non lo so.
In conclusione, dovrei dirti che la passione per la serie la sento. Se già inizi col citare Alan, vuol dire che sei una delle poche che ha visto e saputo apprezzare quel fantastico musical -di cui ho persino la locandina stampata su una maglietta, per intenderci: siamo tra appassionate. Inoltre conosci bene i luoghi della sede del Dispatch Society; sarai di certo allora anche un'estimatrice di quell' Oav che avrò riguardato almeno una quindicina di volte.
Purtroppo, però, molte idee sono ancora confuse.
Non so, io ti consiglierei di trovarti un'ottima beta-reader (qualcuno che ti controlli il testo prima che tu lo pubblichi): magari una persona più grande, un'amica o cercata sul web, e che meglio conosca la grammatica o come usare l'espressività in giusta maniera.
Poi, io cercherei anche di confrontarmi con qualcuno che ami gli stessi personaggi, per capire se si stia mantenendo il loro giusto carattere o ricadendo nell'OOC senza giustificarlo; o almeno dovresti leggere altre storie che ne parlino: specie in inglese, su fanficiton.net, puoi trovarne. Siamo in pochi ad avere incluso Alan nelle ff italiane, un po' di più ad aver usato Ronald: inizia con confrontarti con come parlano di loro altri scrittori, e poi sviluppa su di loro anche i tuoi pensieri.
In ultima analisi, tenterei di rendere la mia protagonista più reale, e meno "macchina di perfezione", che sa tanto di già sentito e che troppo spesso irrita e annoia.
Spero che potrai ben accettare una critica scritta con impegno; anche perché, come ho già detto, la passione per Kuroshitsuji ( e i suoi Shinigami ) mi pare proprio di averla percepita. Forse devi solo maturare la tua storia ancora, rifletterci su, correggerla, approfondirla e solo dopo pubblicarla.
Sarei molto lieta di sentire tuoi commenti a riguardo!
Shinkou kissu,
Bea
(Recensione modificata il 28/08/2012 - 10:37 pm) |
