Recensioni per
Gente di metrņ
di _Misery

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
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Recensore Master
31/08/12, ore 23:49

Sei tornata in questa sezione, l’avrai fatto apposta per me? XD
Dunque…questa è meno personale dell’altra, però, ci sono tematiche più sul sociale; è come se ti fossi messa a immaginare le vite degli altri, è una cosa che capita anche a me mentre sono in giro. All’inizio sei tu…non ti ci vedo in metro, sembri soffocare. “la salsedine ha un buon odore persino nelle periferie di Roma, per i vicoli dall’aria tremolante, ma ormai il mare mi ha strappato la vecchia pelle invernale di dosso e il mio corpo ondeggia. Non credo abbia fatto in tempo a rimettere la nuova, è come se fossi nuda e ridicola in uno spettacolo di maschere.” In questo primo pezzo c’è una sorta di disgusto imprecisato, di spersonalizzazione, ti ritrovi sommersa dalla folla e inizi a pensare che c’è chi ti fa pietà e chi ti fa schifo.
Poi partono gli altri PoV: la donna dalla mentalità provinciale che pensa al giardinetto suo e spara sentenze stereotipate a casaccio, e poi torni tu che la guardi male, che ti chiedi come possa parlare senza saper ciò che dice (“Cieca. Lei è mai scappata senza guardarsi intorno, per non cadere? Se l’è mai sentito raccontare dalla propria famiglia col dannato, costante monito a non perdere quella memoria? Che vita ha avuto per permettersi il biasimo?”). Credo che quello moderno sia un sentimento diffuso di rancore che fa talvolta più danni di un razzismo aperto – e demodé, perché la cosiddetta opinione comune non si sognerebbe mai d’ammetterlo in Occidente. I venti centesimi, purtroppo, sono inutili se dietro c’è un giro proficuo di sfruttamento…
Poi gli americani. Non so se in questo c’entrino situazioni personali né te lo chiedo, comunque è strano vedere i motivi di una vacanza…chi se lo aspetta dai turisti un vissuto simile? Quando vedo un turista penso sempre che sia qui per la bella vita con una macchina fotografica in mano. Alla fine viviamo tutti di stereotipi.
Quindi la vecchietta, presumo. Anche qui t’immedesimi bene, in particolare la frase “Solo che nel frattempo dobbiamo esser diventati un po’ troppo vecchi, e il cuore dell’una non è stato più abbastanza per gli spasimi dell’altro” dà proprio l’idea di due coniugi che stanno insieme fino all’ultimo, è stupenda…
E ohh, addirittura il guidatore! Come si chiama? Da noi ci sono i bus e dico autisti…mi viene capotreno…va beh, LUI, il macchinista. Mi viene proprio in mente un impiegato statale che ha sempre fatto solo quel lavoro e ormai è affezionato a ciò che conosce, un abitudinario… Anche questa: “A volte mi chiedo che cosa succederebbe qui, se dovessi andare in pensione. O che cosa capiterebbe a me, semmai un giorno volessero rimodernare tutto… i cerchi si chiudono… probabilmente finirei alla rimessa assieme ai vecchi treni, in fondo è come se fossimo diventati fratelli…”
Infine, stranissimo PoV di chiusura. Una mendicante un po’ svitata, pare (quella di prima o un’altra?). Qui si sente proprio il calar della sera, e si ribalta la visione iniziale della tipa starnazzante, quasi a dire che in realtà è lei che vive per strada a capire tutto e prendere in giro i passanti. “Tutta quest’umanità sulla banchina sembra molto più pulita di noi, ma quando annuso quel che ci lascia non è difficile sentire la puzza. Anche oggi ho abbaiato guardandoli negli occhi, ma sfuggono come aria; hanno un corpo molle e devono sempre trascinarselo dietro. Non sanno nemmeno che cosa stiano facendo, su questa terra, e io parlo e non mi capiscono. Come potrebbero, con quella loro lingua sgraziata e priva d’emozioni?”
Mio dio, ma come fai a concentrarti sui discorsi se camminando ti frullano in testa queste idee? O_O *rotola* Bello, sembra di vivere più vite in una, con quelle frasi in corsivo pare di udire una cacofonia di voci, di pensieri che si accavallano e di esistenze che si sfiorano senza intrecciarsi…