Recensioni per
Some day the death will come, but not for me
di M a i

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
26/07/14, ore 21:29

Ciao!
Non ho molto da aggiungere a quanto già detto nella valutazione, ma ci tengo a recensire la storia, avendo dovuto privilegiare determinati “parametri” per il concorso. Soprattutto perché la tua mi ha fatto venire i brividi, letteralmente, sia per le atmosfere, che per il personaggio, che per alcuni elementi, come lo specchio e i frammenti dopo che lo rompe. Non so come hai fatto a renderlo così e a immergerti così tanto nella psiche del Tom di dieci anni (un anno prima, quindi, di incontrare Silente e scoprire tutto quanto), ma c’è della magia, sicuramente.
E’ stato un piacere leggerti e spero questa non sia stata l’unica occasione,
Viviana

[Questa recensione fa parte del concorso “Di Serpi e di Enigmi”, indetto da Delirious Rose e valutato da Lady Viviana]

Recensore Veterano
17/12/12, ore 15:34

 
Salve. Mi dispiace che tu non abbia fatto in tempo a far partecipare questa bella storia al mio contest, ma non potevo proprio accettarla dopo che avevo pubblicato i risultati e tutto. Quindi eccomi qui a recensirla comunque.
La storia, come ti scriverò più sotto, mi è piaciuta, ma ha dei grossi problemi coi tempi verbali, quindi il mio giudizio non è pienamente positivo. Ci sono inoltre delle piccole sviste, che ti segnalo.
Nella prima frase hai scritto “che si allungano e distorcano” ma dovrebbe essere “distorcono”, all’indicativo perché non c’è ragione di usare il congiuntivo in questa frase.
Secondo me “uno spiffero di un vento gelido” si leggerebbe meglio senza l’articolo, ma è solo questione di gusti stilistici. Poi hai scritto “come se un temesse” e lì direi che l’articolo davvero non ci va e probabilmente è una svista in fase di editing.
Quando dici “anche lei sembra voler nutrire la pietra” il soggetto è incerto: intendevi il soffio d’aria? Allora dovresti dire “esso”, non “lei”.
In tutto il primo paragrafo le similitudini sono un po’ ripetitive perché usi “come” tre volte di fila in poche righe. A me non piace particolarmente ma magari a te sì, anche qui si tratta di scelte stilistiche personali.
Non sarebbe “insensibili dalla troppa permanenza” ma “insensibili per la troppa permanenza” o “a causa della”.
Non amo nemmeno come scorre la frase “Una mano di una sfumatura bluastra sale a scostare i capelli, rivelando due pozzi neri, in cui si ha la bizzarra sensazione che se si fosse caduti  dentro non si sarebbe mai toccato il fondo”. Non metterei la virgola dopo “neri” e non userei questa struttura impersonale un po’ goffa del “si ha… se si fosse…si sarebbe”. Secondo me suona meglio “due pozzi tanto neri da creare la bizzarra sensazione che a cadervi dentro non se ne toccherebbe mai il fondo”. Di nuovo, è un gusto personale obiettabile.
Dato che scrivi tutto al presente non concordo con la scelta di tempo e modo nella frase “la cosa che non sopporta è che dovesse passare il suo compleanno rinchiuso” in cui il congiuntivo imperfetto sembra meno appropriato di una forma indiretta tipo “è di dover passare”. Un simile problema si riscontra con le frasi “Non c’era niente di bello” e “le rughe avrebbero deturpato il suo volto”: non gli piace il suo compleanno perché “non c’è niente di bello” (al presente come il resto della narrazione); il condizionale passato si usa per il futuro nel passato, ma tu stai scrivendo al presente quindi dovresti usare il futuro indicativo (“le rughe deturperanno” e stessa cosa per tutti i verbi a seguire, che sono troppi per segnalarteli uno ad uno).
In realtà, come ho accennato all'inizio, nell’ultima parte il tempo della narrazione si fa veramente confuso e ci sono grossi problemi a seguire. Ogni tanto usi il presente (“quel miscuglio sgradevole di verdure che gli servono a pranzo”) e ogni tanto il passato (“sempre che ci fosse arrivato”, “gli sarebbe parso”, etc…) talvolta anche nella stessa frase (“dubita che ce ne sarebbe stato bisogno” che dovrebbe assolutamente essere “dubita che ce ne sarà bisogno” se indica un pensiero rivolto al futuro; oppure “non gli servono tutte le ricchezze di quella terra se poi un giorno non avrebbe più potuto usufruirne” che dovrebbe essere “non potrà più usufruirne”) e non si capisce per quale ragione ci sono queste oscillazioni. È un problema sia dal punto di vista grammaticale che di stile perché rende confusa la lettura e fa sembrare che tu sia indecisa su quale tempo usare.
Credo che la frase “dove solo aspettare altri otto anni per scappare da quel luogo maledetto e poi” dovesse essere “deve solo aspettare”.
Nella frase “più solenne, di un qualunque imperatore” ovviamente non ci va la virgola tra “solenne” e “di” perché spezza a mezzo una comparazione.
La frase “sa, nonostante i suoi dieci anni, che quel pulviscolo, un giorno,  diventerà lui” esprime l’opposto di quello che, credo, volevi esprimere tu: non è la polvere che diventerà Tom, ma Tom che diventerà polvere, no? Quindi “sa , nonostante i suoi dieci anni, che, un giorno lui diventerà quel pulviscolo”.
Infine, non si dovrebbe dire riguardo la morte “quel giorno che sarebbe arrivata” ma “il giorno in cui sarebbe arrivata”.
Finiti i commenti sulla grammatica, ti dico che in generale l’idea della storia mi è piaciuta. Tracci plausibilmente le origini dei deliri di immortalità di Tom nei suoi tristi anni a contatto con la morte e la malattia. Mi piace come sviluppi la trama a partire da quel triste episodio del cuculo spazzato via dalla neve, ripreso poi in un paragone verso la fine della storia. Devi solo rivedere l’uso dei tempi verbali perché non puoi scrivere al presente e poi mettere tutti i pensieri futuri al condizionale, che è il futuro solo a partire da una narrazione passata.