l'odore dell'erba che si ubriaca di questi tramonti di giugno mi sta invadendo le narici..insime alla sua immancabile compagna: una sottile malinconia. Credo di poter condividere quasi ogni sillaba di quello ceh hai scritto, ma è ovvio che sia così..e sai, penso che nessuna generazione lo abbandoni mai veramente...spero solo che ci sia ancora, fra molto, molto tempo. e questo sul contenuto..per quanto lo stile sia come sempre ineccepibile, mi è paiciuto meno di fiori, forse il tono è in generale troppo didascalico...non so se sei riuscito a trasmettere universalmente quello che tu ed io possiamo capire...ripensaci!^^

Stile pacato e narrativo che sa di elementi della vita di tutti i giorni filtrati attraverso una costante e acuta riflessione. Elementi reali, concreti, inseriti in un contesto metaforico, quasi da favola, che rende impalpabile il confine tra realtà e immaginazione. La sensazione che mi viene da questo racconto rimanda a concetti esprimibili attraverso ossimori: concretezza sfuggente, realtà fantastica... E continua a delinarsi questo tuo stile, quasi una mitologia della vita quotidiana, un epopea di un quartiere come tanti altri. E molto altro...

Mi sembra di leggere una vena nostalgica in questo tuo piccolo racconto, una vena al come eravamo...Decisamente molto ben scritto...