Recensioni per
1942, primo gennaio.
di ArtemisGin

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/12/12, ore 13:58

Che dire. Usi parole bellissime per una storia corta e tanto, tanto grande. Così tanto che verrebbe voglia di sapere di più di lui, di Bea, di quella Barcellona (sarà per i nomi, ma mi è venuta in mente l'Ombra del Vento, forse anche per la lieve poesia di cui hai intessuto le tue frasi). Molto bella e, tutto sommato, spero che lui cessi di vivere assieme alla sua famiglia piuttosto che sopravvivere oltre. Mi sembra di gran lunga meno insopportabile, e credo che lui la pensi allo stesso modo.
Grazie per la bella storia, alla prossima!

Nuovo recensore
16/09/12, ore 01:07

Sincera e pura. Mi è piaciuta la tua storia. In particolare mi ha colpito la malinconia temporale che trasuda dalle parole. Fin dall'inizio si intuisce che la felicità non sempre riesce a trionfare, ma l'amore sovrasta anche i più grandi dolori. L'amore sì che è immortale e invincibile. Una narrazione breve e dignitosa, orgogliosa dei sentimenti ma non per questo presuntuosa; resta pur sempre umile, l'amore, troppo candido per aggredire, semplice e lindo come un fiore.

Nuovo recensore
16/09/12, ore 00:48

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Si tratta di una storia a dir poco commovente.. scorrevole, intensa, spontanea, profonda e così fortemente tagliente nella sua bellezza.
Parla di come un ragazzino diviene uomo, dello sconvolgente amore che lo travolge, cambiandolo per sempre.. della coscienza che prende di sé.. del voto che decide di fare verso la propria giovane amata.. non c'è nemmeno il tempo per tracciare un ritratto nitido dei personaggi.. un fato crudele ne squarcia impietoso il disegno di vita, straziando un piccolo grande uomo e segnandolo con una ferita insanabile... nulla sarà più come prima... mai più...
A fronte di acuti sensi di colpa e di profonde incertezze su quelle che sono le sorti di chi ha varcato il confine della morte, si arriva brutalmente a quella che è la frase finale: inquietante epitaffio di una vita straziata dal dolore e logorata dalla coscienza..