Tralasciando l'enorme ritardo con cui recensisco.
(Per la cronaca, non ricordo da quanto tempo non recensisco più una storia, quindi non rammento proprio come si dovrebbe iniziare, ecco, tralasciamo pure questo.)
Dunque, ero rimasta piacevolmente colpita dalla recensione che mi avevi lasciato, e poi alcune tue storie le avevo già adocchiate, quindi ho ritenuto necessario recensirne una, ho letto anche l'altra, ma questa mi ha colpito di più.
Temo comunque che dovrai subire alcune mie critiche. Oltre a ciò che ti hanno scritto Kalea e Reno Dedè Turks, hai sbagliato anche un congiuntivo e a volte avrei sostituito alcune congiunzioni con altre, ad esempio, un che, con un quando.
Nonostante questo, la storia mi è piaciuta tanto, e forse, se non avessi avuto un libro di matematica a farmi compagnia, probabilmente mi sarei pure messa a piangere.
La tua prima storia (ci tengo a precisarlo, perché ogni volta le "prime" storie fanno veramente ribrezzo) è senz'altro una fiction originale in un fandom che non sa nemmeno cosa sia l'originalità. Parliamo di un fandom dove le OTP canon non sono più canon, a forza di "yaoiste" che continuano a intasare il fandom. L'originalità non è più tra noi. Però poi, quando ti vedi spuntare una poesia, (certo, parla di Riku, ma Riku è un personaggio difficile da descrivere dopotutto) rispetto a tutte le long senza senso del fandom, ti viene pure da fare un grande sospiro e dire: <<Dio esiste!>>
Ma, tralasciando anche queste informazioni di cui non può che non fregartene niente, spero di riuscire a commentare la storia decentemente.
Abbiamo detto che per quanto riguarda la grammatica, non possiamo darti ottimi punti, per lo stile più o meno, vai forte sull'originalità, e sull'IC, credo che Riku sia proprio così, un po' sbruffone, quando prende in giro Sora, un po' impulsivo, quando si mette a criticare DiZ, e un po' melodrammatico quando ritiene di non essere all'altezza.
Questa poesia ha un senso di tristezza unico, non solo è riconducibile a un gioco che fa letteralmente diluviare di lacrime, ma è anche riconducibile alla vita vera. Essere persi, come Riku, in un mare d'oscurità, e vedere l'ancora di salvezza in un nostro amico (o un po' di più) e vedere in lui, persona buona e piena di vita, il modello di persone che tutti dovremmo essere: perché non è il mondo ad essere oscuro, ma siamo noi, le persone. E a volte individui come Riku si perdono nell'inadeguatezza, come se non fossero mai abbastanza, o addirittura non fossero direttamente nulla. Non nascondo che a volte anche a me verrebbe da pormi le stesse domande, o per meglio dire, a volte affermo le stesse certezze, però poi mi viene in mente che se riuscissi ad avere uno scopo, probabilmente tutta l'aurea negativa intorno si dissolverebbe. Forse Riku dovrebbe trovare uno scopo, e alla fine lo trova, trova la luce nell'aiutare la Luce, e se può farlo tramite manti oscuri, ben venga: il fine giustifica i mezzi, purché il fine non sia nettamente contro ogni principio, giusto?
Ok, non ho idea del perché abbia fatto tutti questi ragionamenti, ogni tanto però è bello ed è piacevole stare seduti a pensare a se stessi e alla vita, e vedere che ci sono persone che la pensano come te, è ancora più gradevole.
Questa fiction è veramente bella, la metto nelle "ricordate", e probabilmente, se non ci fossero stati tutti questi errori, l'avrei messa anche tra i "preferiti".
Ps: in ogni caso, io sono solo una studentessa del quinto ginnasio, il che vuol dire che non devi fidarti dei miei consigli, è probabile che veda errori che non ci siano!
Pps: Scusa per il "ps". È orribile.
A presto!
A.C. |