(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Segnalo questa storia tra le scelte perchè, semplicemente, non è una comune storia.
E' un viaggio a ritroso in un passato magico, innocente, infantile, a suo modo folle. Un passato che tutti abbiamo vissuto e che tutti vorremmo rivivere.
Spesso ci si dimentica cosa voglia dire essere bambini. Spesso si considerano stupide le cose che un tempo ci sembravano le più importanti. Un gioco rotto, l'ultima figurina dell'album, il nascondiglio perfetto durante la conta.
Spesso queste cose di effimera noncuranza vengono sostituite da altre, peggiori, che si accumulano le une sulle altre, crescendo. Scuola, voti, esami, soldi, lavoro, bollette, matrimonio, vecchiaia, parenti... Malattia.
Già, malattia.
Una malattia quasi sciocca, quasi senza senso. Una malattia che corrode, che uccide piano, lentamente, con molta sofferenza. Una malattia che non fa vivere, che ti nega di crescere, di godere delle piccole cose, di continuare a sorridere. Una malattia che ti cancella, inesorabilmente, portandoti ad odiare te stessa e il resto del mondo. Una malattia che ti crea una barriera invisibile da cui guardare ciò che un tempo consideravi tuo, ma che ora non ti appartiene più. Una malattia che detta le sue regole, tirannica, e che non ti permette di sgarrare, neanche di poco.
Una malattia di un peso madornale, incessante, perenne.
Una malattia che in questa storia ha trovato la giusta narratrice. |