Recensioni per
L'istinto e le mamme hanno sempre ragione
di Eloise_Hawkins

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/12/12, ore 22:01

Recensione per il contest Dei e Muse.

Direi una bugia se dicessi che ho provato una cosa simile.
Non ho mai avuto incidenti, per fortuna. Non gravi, almeno (qualche bottarella di un qualche coglione sì, insomma, ma niente di importante).
Quando ero piccola pensavo "ma se io muoio, a qualcuno importerà? a qualcuno dispiacerà?". Poi ho realizzato che no, io non voglio morire. Sarei una stupida a dire una cosa del genere.
Ma la cosa che mi fa arrabbiare è che ci sono persone che sono morte, forse per malattie o per incidenti e magari volevano vivere, mentre noi solo perché un professore ci dà un brutto voto vogliamo morire. Perché il fidanzatino ci lascia vogliamo suicidarsi. Gente che arriva davvero a farlo.
E' da stupidi.
Detto questo, le cose che mi hanno colpito di più di questa storia sono due.
La prima è lo stile. Probabilmente hai voluto renderlo tu apposta così, con periodi molto ampi ed articolati. Rendono benissimo l'idea di pensieri, davvero. 
La seconda è questa frase "ti passa davanti tutta la vita, è vero, ma solo quella che non hai vissuto". No, non l'ho mai provato sulla mia pelle, ma credo che sia vero. Che uno quando sta per morire pensa ha tutto quello che ha lasciato, a tutto quello che non ha fatto e che avrebbe voluto fare o dire.
Bellissima davvero.
Estremamente personale, forse, ma bellissima.

Gins. ♥ 

Nuovo recensore
23/10/12, ore 22:38

Mi ha colpito molto questo racconto. Come al solito, sei riuscita a tenermi incollata al testo, stavolta non per le tue parole, ma per quello che hai descritto. Ho fatto solo due incidenti nella mia vita, una da cui sono uscita perfettamente sana, mentre chi era in macchina con me si è fatto parecchio male. L'altro, non so per quale fortuna non arrivassero macchine sul quella strada ghiacciata. Tanto spavento, ma mai nulla del genere. Penso sia terribile, pensare di morire, pensare a chi potresti lasciare e pensare a tutto quello che avresti perso. Sono agghiacciata dalla cosa, sul serio. E mi dispiace. Mi spiace che tu abbia dovuto sopportare quei pensieri. Perché, anche se non ci conosciamo, ho imparato a conoscerti fra le tue parole. 
Spero che tu stia bene.  Un abbraccio

Recensore Veterano
16/10/12, ore 19:01

A me è successa una cosa un po' simile, non proprio, per farla breve diciamo che ho sfiorato lo schianto per un mezzo millimetro (e non per colpa mia, ci tengo a sottolinearlo). Di quel momento io, invece, ricordo di non aver pensato niente. Zero, vuoto assoluto. L'ultimo pensiero cosciente che ho fatto è stato "sto morendo" e fine. Non c'è stato panico, pensieri scomposti, rimpianti o rimorsi, visi amati a venirmi incontro. Nulla. In quel momento, mi ha assalito la consapevolezza lacerante di stare morendo, ed è stata così forte che ha oscurato qualsiasi altra cosa. Non è stato un pensiero spaventato o triste, è stato semplicemente così. Sto Morendo. Tanto immenso e schiacciante da riempire ogni anfratto della mia lucidità. Poi, dopo, quando mi sono resa conto di essere scampata per un millisecondo di prontezza di riflessi, dopo sì, mi son dovuta fermare e mi sono venuti i crampi da quanto ero rigida e ho quasi rimesso al pensiero di tutte le conseguenze, non solo per me - anzi, proprio solo per gli altri, i miei poveri genitori in primis. Questo per dire che ognuno la vive diversamente ed è... diciamo... diciamo interessante (passami il termine) sapere le reazioni altrui. Ovviamente sono sollevata e contenta che tu sia ancora qui per raccontarcelo, magistralmente come sempre.
Paradossalmente (perdonami per questo, forse non rende giustizia a tutto il resto) il pezzo dove davvero il cuore mi ha franato è stato "la danza, che anche se non c'è, c'è sempre". Capisco perfettamente cosa vuol dire. Lo capisco in modo troppo nitido, direttamente proporzionale al male che fa capirlo. Perché sono stati, per me, quattordici anni, e quando per l'università ho lasciato quella insieme a tutto il resto, nessuna, nessuna, nessuna separazione è stata più dolorosa di quella. Nessuna.
Grazie per aver condiviso questa brutta esperienza con noi, questo pezzo penso sia stato catartico ed è un ottimo modo d'esorcizzare la paura.
E niente più curve in corsia di sorpasso, ok? :)
Un bacione forte
Kiddo

Recensore Junior
14/10/12, ore 15:09

Costatando che non mi conosci, mi presento.
Aerith_, che tra poco diventerà Annabel Cotton.
Forse tu non mi conosci, molto probabile, ma non importa.
Ho letto questa storia tutto di un fiato, allo stesso modo in cui ho letto "Cenerentola e altre fiabe"; credimi, il finale a quella storia è stato molto triste, ma ho apprezzato così tanto il modo in cui l'adulta Hermione parla del suo amore adolescenziale con Draco.
Parlando di questa storia, si capisce molto bene quanto tu provi ad impersonarti in questa persona.
Forse mi sbaglio, ma sembra quasi che tu faccia una tua autobiografia: inoltre, si capisce perfettamente quanto il personaggio ami alla follia la vita che le è stata donata, e per di più sembra essere follemente spaventata dalla morte.
Usare questo tipo di amore per la vita lo definirei molto istruttivo, ma anche un modo bellissimo per dimostrare quanto la vita sia un piccolo grande miracolo.
Ancora complimenti per la tua storia!