Ora, il destino credo mi prenda per i fondelli.
E' la terza volta che cerco di scrivere questa recensione, e la terza volta che perdo tutto quanto. Inizio a credere sia una maledizione. Sono ignobile, e mi sono persa a non scrivere solo perchè la cosa mi aveva altamente irritata. Uff. Comunque, eccomi qui con quanto dovuto.
Questo capitolo è vibrante e sincero, così bello da avermi strappato pianti e singulti. Anche ora, rileggendo il passo dell'arrivo di Margaretha, mi sono ritrovrata a frignare come una donnicciola, ma quei tre hanno su di me un ascendente devastante. Ma andiamo con ordine, o finisco con il non dire nulla di ciò che dovrei.
Non hai mai fatto sconti ai tuoi personaggi, li hai sempre portati sulla loro strada e lasciati lì, ad annaspare. Nelle tue storie c'è la VITA, quella vera. La vita non ti fa sconti, ti lascia in balia degli eventi e tu devi essere abbastanza bravo da affrontarli e superare gli ostacoli. Non ti lasci sfiorare dal buonismo, mai, né dall'affetto che può legarti ai tuoi personaggi. Scrivi le tue storie con maestria, senza perderti in una banalità che rovinerebbe anche il miglior scritto. Sai com'è la vita, e ce la mostri in tutta la sua bellezza e crudeltà. Perché nonostante le avversità, è sempre concessa almeno una volta la redenzione al peccato più grande. La speranza è uno dei tuoi temi preferiti. In ogni tua storia, nonostante i drammi, è sempre la speranza a muovere i personaggi, le scelte, il coraggio e la paura di non farcela. Questa tua dote l'ammiro e la amo, perché anche la storia più di fantasia, come nel fandom di Harry Potter, per esempio, riesce ad essere suggestiva, intensa e terribilmente reale e concreta. Come Hermione, che non molla l'osso e combatte. La nostra signorina-so-tutto che finalmente cresce e compie una scelta coraggiosa: abbandona l'amore (la sbandata) per combattere al fianco degli adulti, per un mondo migliore per sé e per chi verrà dopo di lei. Concreto, come pure lo sono i Von Kessel, guerrieri troppo robusti che hanno perduto l'empatia e l'amore. Il ritratto di questa famiglia è realmente di una bellezza struggente. Serpeggia sottile lungo tutta la storia per sfociare nella sua prova più importante qui, quando tutti decidono di combattere, di salvare il cucciolo di famiglia. Espiare colpe ed errori del passato, ritrovandosi a piangere i vivi nel terrore che diventino morti. Implorare i morti di dargli ancora tempo, perché la vita di Florian non può finire così, per un errore commesso a causa della freddezza paterna. E' una famiglia che tenta di ricomporsi, che trova nella tragedia la forza dell'unione e del tornare a essere un'unica forza. La crudeltà degli adulti devasta i giovani, li sbatte dentro una guerra crudele che non farà sconti a nessuno. Non sono stati concessi a Florian, né a Draco. Non saranno concessi nemmeno agli altri. La scena dell'arrivo di Margaretha è la più bella e struggente dell'intero capitolo. Klaus, Kaspar e Margaretha sono - a mio avviso - un unico corpo, un movimento ondulatorio che non sa arrestarsi. Li vedo muoversi in simbiosi, li vedo così umani da spezzarmi il cuore. E l'hai fatto, sappilo, perché è crudeltà quella che ci hai offerto in quelle poche righe. Le ho rilette non so quante volte, di quell'amore stroncato sul nascere, di quella guerra che ha distrutto Kaspar ma che non gli ha ancora tolto la voglia di combattere, di quell'amore forte e determinato che Margaretha ha dimostrato in poche righe, nei precedenti capitoli, ma che è esplosa qui in una grandiosità che strazia. Sono personaggi secondari, e Margaretha è stata solo il ricordo dei gemelli e poche righe di una missiva, eppure sono i miei personaggi preferiti dell'intera storia. Sai benissimo che ho un debole per i personaggi secondari, e avere queste perle grezze qui, davanti, mi riempie il cuore. Perchè personaggi così, vorrei mi accompagnassero ogni giorno. L'arrivo di Arthur Weasley, lo ammetto, mi fa ben sperare in un seguito con i gemelli e Margaretha nell'Ordine... nel caso, mi accontenterei anche di una one-shot (si, sto elemosinando!). La chiusa è sublime. In un crescendo di pathos, in poche righe schiette e sincere, c'è il ritrovarsi di padre e figlio, c'è l'amore di tutto il mondo chiuso lì, tra le parole di un padre imbranato e un cucciolo che non l'ha mai conosciuto davvero. Nel tuo uso della lingua c'è (oltre alla preparazione) un ricreare un mondo ovattato, un qualcosa che preclude al resto del mondo l'interiorità della famiglia Von Kessel.
Complimenti davvero, sono senza parole (e pensa se le avessi avute!)
Ah, si, dimenticavo: tu avrai pure detto di non aver ammazzato nessuno, ma io sono stata con il patema sino alla fine. E non è ancora detta l'ultima parola. |