Sono frastornata dalle emozioni che questo racconto mi ha dato e - buon dio - è solo il primo capitolo!
Raramente, anche nel fandom inglese, ho visto un background così ben articolato: gli accenni alle guerre e ai disordini che gli Alpha hanno causato in passato, un mondo che per sopravvivere a se stesso, ha confinato il caos in asettiche prigioni senza mai smettere di temerlo. "Se un alpha è cattivo, tutti gli alpha sono cattivi" e quindi diventano giustificabili catene, museruole, sedativi, questo è ciò che traspare attraverso gli agghiaccianti ricordi di John. Degli esseri dominanti, ma dominati dalle paure altrui.
E chi altri, se non i neutri Beta poteva fare da ago della bilancia in questo mondo? I Beta che tu li immagini davvero come Mycroft: algidi, indifferenti, osservano ciò che accade con un sorriso di superiorità pensando che tanto loro ne sono fuori.
Sherlock: un omega graffiante, indipendente, che dell'Omega ha ben poco, che ha capito che tutto quello che si racconta sugli Alpha forse non è vero, che si piega mal volentieri alle sue esigenze fisiche, ma non vuole essere schiavo del suo istinto: se proprio deve avere un compagno, vuole sceglierlo, parlarci. Così deliziosamente Sherlock.
John mi ha fatto male al cuore all'inizio: le sue ferite lo hanno reso cauto, diffidente, disilluso. I veri orrori non li ha vissuti in guerra, ma quando è passato dalle mani di un omega all'altro. Sì, fa male vederlo così spaesato a casa di Sherlock, così guardingo e timoroso anche solo di leggere un libro. E invece fa bene, fa tanto bene vedere come Sherlock, anche qui, in quest'altro universo, lo salvi ancora una volta, gli mostri rispetto, lo incoraggi nella sua passione per la medicina, rispetti i suoi tempi e non forzi mai John ad uscire di casa. Il loro legame si crea sotto gli occhi del lettore: un miracolo fatto di serate insieme a bere il tè, a ricucire le ferite di quello sconsiderato. Sembra quasi di riuscire a dimenticare perché John si trova lì.
La scena di loro due che fanno l'amore mi ha ucciso con la sua dolcezza: Sherlock che non vorrebbe legare John, perché non vuole usarlo e John che - nonostante lo odi - chiede di essere legato perché non vuole fargli del male. Ma nel momento in cui Sherlock lo libera dalle manette, cambia tutto: c'è la consapevolezza di Sherlock di volere John perché è John. E sì, sarà anche un gesto egoistico il suo, ma c'è una fiducia assoluta in quel gesto, fiducia che John non gli farai del male. E John per la prima volta può toccare, può possedere qualcuno e non è un semplice oggetto in quel rapporto.
Ma le leggi di quel mondo li dividono e io lo so, so che sta per arrivare angst a vagonate e lo aspetto con trepidazione. |