pierre, quando scrivi queste cose mi innamoro di te. questa è la narrativa che mi eccita, ecco.
nel senso..non parlo della scena di sesso: parlo di tutto in generale, dalla struttura al simbolismo, dalla terminologia al concept di fondo.
con estrema disinvoltura mischi sempre attimi di confusione totale ( vedi: l'inizio ), a momenti di riflessioni più o meno comprensibili/condivisibili ( vedi, la parte centrale ), a vomiti di terminoni con forse un po' troppe pretese ( vedi: Voglio dire, guardateli: atteggiamenti, pattern comportamentali e semplici reazioni si ripetono in un’estenuante ciclicità, senza mai deviare dalla loro scontata reiterazione. ), ad - ancora - momenti di pura leggerezza ed emozionalità.
la presa di coscienza del fatto che spesso e volentieri viviamo solo da spettatori passivi di ciò che ci turbina attorno è il primo passo verso la salvezza, verso la non-omologazione. l'ordinario ci risucchia in un circolo vizioso dalla quale alcuni non escono mai.
dopo un primo tentativo di auto-diagnosi e di auto-cura, assistiamo ad una catena di eventi che mettono alla prova il protagonista, una serie di tentazioni che cercano di sviarlo dalla nuova via che, seppur difficile da seguire, dona molte più soddisfazioni di quella grigia e ridotta ai minimi termini della mediocre quotidianità: le vecchiette lo trattano come uno che sta male ( quando in realtà sta meglio di tutti ) e per un attimo torna a fare da spettatore passivo anche una volta messo di fronte ad un evento quasi sconvolgente, come può essere il menagea trois.
che abbia ceduto perchè si è riconosciuto nei due ragazzi? in fondo il concetto è lo stesso: l'evasione, nonostante i mezzi siano differenti. e che sia stata il destino a condurlo su quella strada? nulla è per caso: il fatto che mancassero le chiavi potrebbe non essere una coincidenza.
la vita, quella vera, è ricca di piacevoli sfumature di colore ( la musica che improvvisamente è più bella, unica, così come i dolci, i film e i contatti umani, che sono inspiegabilmente divini ): una volta assaggiata non la si abbandona più..e a dimostrarlo è il finale del racconto.
particolare menzione per la descrizione della città, all'inizio del testo: da brividi. hai una capacità evocativa da spavento e un vocabolario che mi asfalta quattro volte.
credo di amarti. ahahah
ps : scrivimi un pm e dimmi se è una storia autobiografica ( la parte sul sesso, ovviamente. ) pretendo di saperlo. ahahah
pps : ricordami di dirti cosa ne penso della locandina!
ci sentiamo,
ivan |