Buon pomeriggio,
vago spesso nella sezione drammatica, perchè spesso gli autori qui danno il meglio e ultimamente si può trovare un po’ di tutto. Poi, sono stata colpita da alcune parole dell’introduzione, quindi sono entrata subito. Vorrei non averlo mai fatto...
Ci sono talmente tante criticità, che non so da dove iniziare. Pensavo di essermi sbagliata, che avevi pubblicato per errore del materiale tuo, ma poi ho guardato meglio e mi sono accorta che è proprio così che lavori. Perciò ho pensato di scriverti questa recensione, per spingerti a riflettere e (spero) a mettere mano al tuo lavoro per migliorarlo.
Il capitolo, infatti, sembra più uno script, uno di quei copioni che usano gli sceneggiatori o gli scrittori di long/libri per destreggiarsi fra situazioni e personaggi, una sorta di schema riassuntivo che funga da traccia. Sicuramente, questa non è una storia e puoi rendertene conto tu tranquillamente da sola semplicemente aprendone altre qui su Efp. No, non è così che si lavora. Esistono precise regole di scrittura per l’italiano, la prima e più importante delle quali è: inizio, parte centrale, conclusione. A questa, io aggiungo le sei domande (chi, cosa, come, quando, dove, perchè) e un’attenzione ai dettagli, che permette di scrivere descrizioni realistiche e credibili.
Inoltre, i personaggi hanno lo spessore di un cyborg e la descrizione che ne fai all’inizio (a proposito, i numeri si scrivono in lettere) sembra più una scheda segnaletica, che una presentazione. Tanto più che si trova proprio all’inizio, quando uno scrittore si deve impegnare al massimo per spingere il lettore a continuare a leggere. Collegato a questo, c’è il tema della punteggiatura, che tu non usi. Prova a lavorare maggiormente sulle virgole, sono segni grafici essenziali per stabilire le pause e quindi leggere nel modo migliore.
In ultimo, l’elemento peggiore: i dialoghi. Devo farti presente che la modalità da te adottata non è quella corretta. Una storia è come un film, non il suo copione! Scrivere non è un qualcosa per tutti e non può essere fatto senza cognizione di causa. Ci vuole rigore, esercizio e, soprattutto, attenzione e cura. I lettori, infatti, si rendono conto se teniamo a quello che pubblichiamo, oppure no e, quindi, decidono di conseguenza se seguirci o no.
Viviana |
