Ciao,
sarà che hai parlato del mio lavoro e della mia passione più grande, sarà che i tuoi personaggi sembravano così reali da farmi emozionare, ma ho letto questa storia tutta d'un fiato, senza staccare gli occhi dallo schermo.
L'ho trovata per caso: il titolo mi ha colpito e la breve introduzione mi ha spinto a leggerla.
Non so bene da dove cominciare a dirti quello che penso, quindi parto dalla cosa più "semplice": hai reso così reale l'ambientazione che mi sembrava di camminare davvero tra i recinti, scrutando e commentando gli uomini al lavoro (perchè non è mai colpa del cavallo, o quasi mai...!).
Complimenti per i personaggi: hanno molto spessore, i caratteri sono ben descritti e non si ha mai la sensazione di una nota stonata in un comportamento o in una frase. Emily è molto particolare, se è di tua invenzione ti faccio i miei più sentiti complimenti perchè le sue mille sfaccettature, i suoi silenzi e i suoi sguardi sono bellissimi e geniali; se invece esiste sul serio, beh, fortunate le persone che se la troveranno davanti: nonostante sia di poche parole, ha sicuramente tanto da offrire.
Il personaggio di Elizabeth era, a parer mio, appeso ad un filo: c'era il rischio che cadesse nel clichè della donna sposata per convenienza che perde la testa per la prima boccata d'aria fresca che passa. Ma non è successo. Sei stata brava anche in questo!
Gli altri personaggi avevano tutti il loro perchè, anche quelli più marginali non risultavano mai "solo delle comparse".
La trama è semplice, ma ben studiata: le storie che racconti, gli avvenimenti, l'intreccio, è tutto ben strutturato, cosa che, insieme allo stile -che ho apprezzato molto-, rende la storia piacevolissima da leggere e molto scorrevole.
Leggo raramente storie originali, dal momento che non ne trovo mai di interessanti e ben scritte e che valgano la pena di essere lette, in genere sono o l'una o l'altra cosa.
La tua è un'eccezione.
Ammiro molto il tuo talento e ti faccio i miei più sinceri complimenti: grazie per questa bellissima storia.
A presto, spero.
J. |
