Recensioni per
Piccole Cose
di RizafromKeron

Questa storia ha ottenuto 44 recensioni.
Positive : 44
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/05/07, ore 14:18
Cap. 9:

Ogni volta, riesci a stupirmi sempre un po' di più. Per una descrizione minuziosa, per un sentimento raccontato in modo strano.. per mille sfumature che brillano sullo schermo senza che tu lo dica, lo fanno semplicemente, come se fosse naturale. Ottimo capitolo anche questo.

Recensore Junior
28/05/07, ore 21:47
Cap. 8:

Anche se appena per due giorni, devo ammettere che ho sentito la mancanza di questa storia. Mi ha veramente presa, senza contare che mi ero abituata troppo bene al tuo disarmante e vantaggioso rapporto qualità/rapidità, ebbene sì. La tua analisi introspettiva mi è rimasta spalmata dentro (una frase ‘altamente poetica’, lo riconosco, ma, stranamente, trasmette bene la mia sensazione) e ritornare a leggere un nuovo drabble è un vero piacere. Adoro il contrasto cromatico di questo capitolo, adoro il suo impatto deciso e diretto. Adoro la scelta dei colori, il bianco luminoso, fastidioso delle pareti, dei denti, messo in contrasto con quel rosso che ritorna, che è un destino, è simbolico. In fin dei conti, il bianco è sì mancanza di colore, ma ricorda istintivamente qualcosa di puro, di incontaminato, qualcosa che non può che contrastare con tutta questa ambientazione. Per questo mi è piaciuto particolarmente trovarlo qui, in una storia che è colma di opposizioni, intrinseche o meno, che ne accrescono il fascino. Quel bracciale rosso che ritorna è, ai miei occhi, qualcosa in bilico tra ironia e maledizione: è come una condanna che le ricorda ciò che deve essere eppure, allo stesso tempo, è l’unico svago in un mare di bianco, l’unico colore che infrange la noia. Ma alla Riza di qualche tempo prima sarebbero importati i colori? Io non penso, e adoro quante considerazioni tanto poco riesca a farmi congetturare. Mi incuriosisce davvero molto l’ambientazione: non mi pare che questa sia la stanza di isolamento, perché non la ricordo così bianca nelle descrizioni (ammetto che non ho controllato, però XD;). E’ possibile che sia un altro luogo, dove la hanno portata dopo essere rimasta l’Ultima, forse? Approfitto di questo per dire che ho adorato profondamente anche questa finezza: io mi ero focalizzata sua un qualcosa di più evidente, ma è fantastico come rileggere con cognizione di causa determinati passaggi ti faccia apprezzare ancora maggiormente i capitoli, e ti assicuro che per me è molto, dato che li avevo adorati fin da subito. E poi qui c’è il cambiamento: la Riza di prima sembrava troppo inflessibile, calcolatrice e attenta a tutto quanto per agire in modo così impaziente ed irrequieto. Era parte del gioco, perfettamente integrata nei suoi meccanismi e concentrata unicamente su di esso e sulla sua riuscita. Questa Riza scalpita, vuole andarsene fuori da lì e non è pronta ad aspettare. Pare che il ‘gioco’ si sia davvero concluso e lei non abbia uno scopo preciso per restare lì rinchiusa, nessuna strategia, nessun avversario da battere. Ho apprezzato davvero tanto il valore di questa sua reazione: per la prima volta in questa fiction -salvo il primo capitolo per ovvi motivi- lei appare più umana, non una macchina il cui unico scopo è ciò in cui eccelle o vincere il ‘gioco’. Qui è insofferente, sviluppa un suo desiderio, o qualcosa che gli si avvicina: consisterà in una cosa apparentemente semplice, l’uscire da lì, ma quel li è stato finora il suo tutto, è fondamentale per una sua futura crescita, l’inizio di una ribellione; lo ritengo veramente un gran passo avanti per una persona abituata a ciò a cui è stata abituata lei. Mi sta sorgendo un’altra considerazione: questo drabble potrebbe essere ambientato cronologicamente post convocazione sul campo del capitolo precedente, o comunque post Ishibal o post qualsiasi tipo di intervento sul campo, mi pare di ricordare che fosse tutto in ordine cronologico (o me lo sono inventata io? Non mi fido molto della mia memoria XD;). Questo spiegherebbe ancor di più questo suo desiderio maggiore di indipendenza, ipotizzando che sia stata richiamata ‘alla base’ in attesa di essere rimandata sul campo, un po’ come un’arma da utilizzare a tempo debito. Ma sto di nuovo speculando a caso! XD; Ed è una cosa che adoro (che ci prenda o no!). Non mi sono mai posta tante domande seguendo una fanfiction (questo è più o meno quello che faccio soltanto con il corso originale dei capitoli di fma, che sono ben poco prevedibili), ma adoro la tua capacità di organizzare la storia in modo da svelare parti della trama e particolari passo passo, lasciare spazio alle interpretazioni e costruire, allo stesso tempo, un puzzle compatto. Ovviamente attendo impaziente risposte corrette e delucidazioni a questo mio confuso blablabla! E’ un lavoro più che ammirevole, coinvolgente e che ti lascia davvero molto. Mi ripeto, adoro il lavoro che stai facendo con il personaggio di Riza. Mi trovo poi molto d’accordo riguardo al fatto che, ad un certo punto, la personalità di un individuo inizi gradualmente a riemergere, nonostante tutto, e sono assolutamente fiduciosa nel fatto che tu riuscirai a gestire Riza al meglio anche in questo frangente. Inoltre, odierai anche le descrizioni, ma ti assicuro che loro non odiano te XD, sono meravigliosamente ben scritte e perfette per lunghezza e chiarezza. Riguardo al Maggiore, apriti cielo, che delusione (non per la trama, assolutamente, tu non mi deludi mai! Ma io ci volevo vedere Roy e basta, poco da dire XD) Cioè, ho completamente rimosso la presenza di Armstrong a Ishibal dalla mia testa, poveretto. Ma sono parziale, non ci posso fare niente! Ho scritto un altro commento piuttosto confuso -ma sono piuttosto di fretta anche oggi- credo manchi inquietantemente di continuità logica, mi auguro riuscirai ad interpretare i miei sproloqui. XD; E, ribadisco ancora, a costo di tramutarti a vita in una lampadina alogena, adoro quello che scrivi, come lo scrivi e quanto trasmetti. Adoro le sensazioni che questa storia sa darmi e le riflessioni che sa scatenare. Adoro lo stile e la capacità di non annoiare mai e lasciar sempre in sospeso qualcosa. Hai un buono per i miei complimenti con scadenza infinita, ancora bravissima! <3

Recensore Junior
28/05/07, ore 20:19
Cap. 1:

stupenda 'sta ff... mi piace tantissimo... aspetto prossimo chappy XD kiss Winry

Recensore Master
28/05/07, ore 18:12
Cap. 8:

Ok, basta, questo volevo da te: sapere di preciso che era AU! Lo so che c'era scritto, ma avevo moltissimi dubbi, che adesso mi hai chiarito. Non è che mi avesse deluso, assolutamente, solo che non mi piacciono le storie con ambientazione completamente estranea ai fatti di anime o manga che sia, ma se è solo una sfumatura del termine AU va benissimo, tra l'altro la trovo interessante, solo che il carattere di Riza mi sembrava un po' diverso, ma se tu mi assicuri che avrà un senso, mi fido, e aspetterò con calma i prossimi due capitoli (se la facevi andare nello spazio più che criticare mi mettevo a ridere XD). Grazie per la disponibilità. La mia più che una critica era una perplessità, in fondo ti avevo già detto in altri commenti che le tue storie mi appassionano. E poi trovo davvero stupido criticare in modo assurdo o sarcastico, come dici tu, a sto punto meglio non dire niente, ma non è il mio caso, volevo dal profondo del cuore capire la tua storia, ripongo fiducia in te XD, e non volevo mettere la parola "fine" solo perchè sono insofferente! Adesso so come devo prenderla, la tua storia. E poi ognuno è libero di vedere i personaggi come vuole, anche OOC. Solo che ero scettica anche perchè mi sembra che hai messo troppi particolari ancora irrisolti, quindi non pensavo ti mettessi a spiegarli tutti alla fine, non che non sia nelle tue capacità, e lasciassi molto al caso, ma mi fido della tua "pignoleria" (nel senso buono) sui dettagli. Scusa ancora le mie incomprensioni, al massimo ti sommergo di domande all'ultimo capitolo XD (no, non è una minaccia!). Vabbè, passiamo al capitolo: almeno questa Psyche non è angosciosa come le altre... ma fammi capire, Riza è finita in isolamento? da lei non me lo aspettavo... ma sono quasi sicura che c'è un motivo sotto! E il fatto che urla e si dimena mi dà idea che in qualche modo sia cambiata (in meglio?). Il bracciale rosso non mi è chiaro se è una cosa positiva o no, lei dice che è una cosa da ammirare, ma forse è per quello che si trova là dentro, sempre se è il solito bracciale di plastica di un altro capitolo, l'unica cosa che non può ferire. Il colore rosso comunque percorre un po' tutta la storia, mi pare, dal gesso rosso con cui venivano scritti i nomi sulla lavagna al graffio sul braccio e al sangue versato in guerra (non chiedermi i capitoli perchè non li ricordo!). E' bello il contrasto di colore che c'è in questo capitolo, in fondo finora hai descritto tutto molto cupo, spesso di notte, il magazzino non mi sembra un posto molto allegro (o magari è solo una mia visione, e in realtà è un posto fantastico, ma io una vacanza non ce la farei XD) quindi lo vedo scuro. Per me non si è dipanato proprio un bel niente XD ma credo di essere tarda io! Ho perso la sfida con il mio cervello XD.

Recensore Junior
26/05/07, ore 21:43
Cap. 1:

Aww, tu sei troppo veloce, con questi capitoli. Non riesco a tenere il ritmo di recensione XD; Al solito, un commentino per capitolo. "Trapoleum" ha un bello sfondo cliclico e suggestivo, grazie alla pianta mostrata all'inizio e alla fine (e dopo quest’ennesimo sfoggio di cultura floreale l’abbiamo scoperto, che lavori in un orto botanico, non hai più scuse XD). Inquietante come una bambina possa "giocare" così, ma interessante da leggersi e vivo segno del fatto che Riza non è semplice osservatrice passiva delle regole di sopravvivenza, ma è portata ad attuarle lei stessa. Anche le altre piante di sfondo presenti contribuiscono ad arricchire di multipli significati il testo. "Il giardino è bellissimo.", ma il giardino è pieno di belle piante velenose, immersione in una realtà con valori distorti ma ormai perfettamente comuni nella mente del bambino. In questo si denota anche l’abile capacità di mostrare il POV di un personaggio in maniera abile e fluente in una terza persona quando è richiesto, cosa non semplice. A volte si rischiano l’impersonalità o la parzialità, ma non è un rischio che puoi correre tu, assolutamente. “Psyche” è uno spaccato molto pregno e gradevole; mi piace il ritmo, pacato ma sostenuto, il fatto che l’abitudine porti Riza a non accorgersi nemmeno delle nuove ferite (oddio, lo interpreto così per il semplice fatto che io, urtando migliaia di cose, non noto mai i nuovi lividi e graffi; ti capisco, Riza XD;). Ci vedo anche una sorta di “combattere contro un segno di debolezza”, personalmente. Può essere visto anche come un “affrontare un ostacolo; anche io stessa divento un nemico se ho una ferita che mi ostacola, in pratica”. Non pretendo davvero che siano interpretazioni giuste, ma le molteplici ipotesi che mi sorgono alla mente mi divertono molto. Densa e nitida la descrizione di Riza in “Barattoli”, calzante e ben strutturata. Convincerebbe alla perfezione con un’idea fedelissima anche chi non l’avesse nemmeno lontanamente vista, Riza. Oh, mi pare anche un tipo abitudinario, questa donna; ama esercitarsi di notte come si è divertita ad uccidere il compagno di notte in “Trapoleum”. Ormai mi diverte trovare anche finezze che vedo solo io, qui. Questa fic è…corroborante per il cervello, ecco. Grazie di scriverla. Le cure maniacali di Riza per l’unica compagna, la sua arma, mi paiono anch’esse calzanti e ben congegnate: è un modo di riversare su qualcosa attenzioni e quasi “affetto”, credo. Necessario. Il perfezionismo anch’esso maniacale della donna è qualcosa derivato dal mettere in gioco la vita sin dall’inizio, mi pare, maturato con gli anni ed adeguatissimo anche questo; ribadisco, è una fic che risulta incredibilmente ben congegnata e coerente con sé stessa, diversi punti si intrecciano e giustificano in maniera naturale. Mi incuriosisce molto sapere come Riza abbia potuto cambiare in meglio da quando era bambina ad ora, perché certamente vi sono della crudeltà e freddezza che non conserva, secondo il manga; non dubito di trovarvi anche una buona spiegazione. In conclusione, a parte che non merito il tuo apprezzamento per il mio drabble, e, come ha detto l'esimia Onda abbiamo buoni gusti entrambe, a me piace tanto il tuo stile e quello che scrivi; con gli elogi temo di ripetermi, dunque non ti annoierò a tal punto (o lo preferiresti?). Ah, come semplice appunto personale, segui il manga con l'adattamento italiano o le scans inglesi al ritmo giapponese? Vorrei saperlo per farmi un'idea di fino a che punto seguirai la trama originale, visto la presenza, alcuni volumi più avanti, di alcuni flash-back su Riza. Per il resto, al prossimo capitolo è_é;

Recensore Master
26/05/07, ore 10:30
Cap. 7:

La tua storia è intrigante, criptica, cruda, è diversa dalle altre tue ff, e anche dalle altre in generale. Se volevi stupire con qualcosa di originale ci sei riuscita. Però ha qualcosa che non mi convince, a parte i gusti personali su un certo genere che può piacere o no, mi sembra come se tu prendessi gli aspetti del carattere di Riza e cercassi una loro spiegazione nella sua vita passata, come se il progetto a cui è stata sottoposta fosse il responsabile della sua natura. E ancora non ho capito se questa cosa mi piace o no, io credo che anche se si è sottoposti a qualcosa di terribile prima o poi il vero carattere esca fuori, ma se consideriamo lo sviluppo dell'anime, Riza non cambia mai le sue idee, e questo mi fa essere un po' scettica sulla tua ff, se rimane così è colpa del progetto che l'ha cambiata, se non rimane così non si adatta al personaggio (ma poi chi ha detto che devi avere le mie stesse idee? XD e soprattutto: ma che voglio dire? XD). Però ci sono ancora così tante cose non chiare, che non combaciano con la mia teoria, tipo il capitolo 4: se stanno addestrando soldati perchè levano loro le cose acuminate? forse perchè potrebbero ferirsi di proposito o uccidersi? Non so se ne avevi già parlato o qualcun'altra aveva trattato il problema, non ho letto le recensioni o le tue risposte... Mi sono fatta qualche idea sul magazzino, è banale però, ma sembra un posto dove si allevano dei soldati perfetti, delle macchine da guerra, educandole ad essere spietate, a non avere compassione verso i compagni, a sopravvivere con le proprie forze, ad usare le armi come se fossero giocattoli (in fondo sono dei bambini), fino a che la morte dell'avversario diventa una cosa naturale, senza un rimpianto o un senso di colpa. Nel tuo ultimo capitolo Riza non sente nemmeno il bisogno di parlare con gli altri, forse per colpa degli orrori della guerra che è stata costretta a vedere ad un'età così giovane o forse per l'educazione ricevuta, fatto sta che se non vuole dialogare o confrontarsi con i compagni le è stata tolta una parte molto importante dell'essere umano, nessuno può vivere da solo. Sinceramente spero che il Maggiore riesca a far uscire la sua vera personalità, anche perchè finora è stato l'unico a fare almeno una piccola breccia nel suo cuore. Ci sono i capitoli Psyche che mi danno sempre un senso di angoscia opprimente, mi lasciano quelle singole immagini di crudezza e insensibilità stampate nella mente, hai fatto bene ad alzare il rating. La fine del capitolo mi ha lasciato di stucco, anche per me è il tuo capitolo migliore quindi hai fatto un buon lavoro, in fondo eravamo partiti che aveva dovuto cancellare il suo nome e tutto ciò che era prima per riceverne un altro che serviva solo per sapere a che gruppo appartiene, che la identifica come un oggetto, mi sembra giusto che adesso riceva anche un cognome che almeno ha ottenuto per le sue qualità, non perchè è stata la prima del progetto o perchè si trovava in quel quartiere (però è stata fortunata, poteva capitarle un nome perggiore XD). Hai fatto bene a mettere quelle note sulle armi che non ci capisco assolutamente niente! Con questo commento non voglio offenderti, sia chiaro, solo che mi sembra ipocrita dirti "che bella ff" "la migliore che abbia letto" se non lo penso davvero, e poi di complimenti sei inondata XD certo potevo rimanere in silenzio e non esprimere i miei pensieri, ma spero che magari riuscirai a darmi qualche risposta (tipo: hai già pensato in quanti capitoli organizzarla? Ma tu hai letto qualche spoiler del manga o è tutta fantasia?). Fammi cambiare idea. Io continuo ad aspettare la svolta, ma 'sta storia mi sembra così strana, se non avessi letto le altre tue ff avrei già rinunciato a seguirla, ma confido nel tuo stile e nelle tue idee brillanti, magari alla fine mi stupirà davvero!

Recensore Junior
25/05/07, ore 23:09
Cap. 7:

Non so da dove cominciare. No, precisamente non so da dove non cominciare, il che non è propriamente lo stesso. E’ anche peggio. Quindi, inizio a casaccio, tanto ho solo imbarazzo della scelta! Per prima cosa, allora, direi le descrizioni, perché ci si può innamorare di questa capacità descrittiva: è come se Riza ti sfilasse davanti agli occhi, ad inizio capitolo, come se riuscissi a figurarti precisamente la divisa troppo larga che le scivola addosso. Hai sfruttato un’eleganza rara nella scelta delle parole, piacevolmente ricercate ma mai fuori luogo, vivide nella capacità di trasportare davanti agli occhi ciò che stanno esprimendo. E non mi riferisco solo ai particolari estetici o allo svolgersi d’ogni azione: c’è un’eguale capacità, coincisa e magistrale, nel cogliere le sfumature e i punti salienti di alcuni atteggiamenti e pensieri, nel riproporli con chiarezza, con grandi capacità d’osservazione, con le parole più adatte. Si nota particolarmente bene nel tratto dove, da due semplici parole, hai fatto intendere quello che vi si nasconde dietro, ma lei non ha alcuna necessità di esplicitare. Hai toccato dettagli importanti, dando una spiegazione ad alcuni atteggiamenti che lei assume che, oltre che essere suoi nella vicenda originale, hai motivato perfettamente rimanendo coerente con questa tua interpretazione personale senza stravolgere Riza, all’esterno, e senza sbilanciarti eccessivamente. Ovviamente ci sono dettagli nei pensieri e nei ragionamenti che sono strettamente collegati a quello che ha vissuto nel passato che lei hai creato tu, alla maniera in cui è cresciuta e nelle cose che ha fatto, quali quella completa impassibilità con la quale svolge il suo lavoro, senza rivolgere pensieri agli omicidi che compie, a soli quindici anni, assolutamente coerente con la filosofia di quel mondo che la ha plasmata. E poi c’è sempre quella voglia di riuscire perfettamente nel suo mestiere, nel raggiungere il suo scopo ed essere profondamente insoddisfatta nel caso non soddisfi le proprie aspettative: oltre a che a raggelare, in parte, per via del sapere fin troppo bene in cosa consistono le sue missioni, lascia un profondo senso di amarezza per la totale inconsapevolezza, rapportata l nostro mondo, che è un contrasto assoluto con quel suo uccidere senza rimorsi, eppure funziona terribilmente bene. E questo apre qui un ventaglio di ma e di sé, di possibilità infinite, davvero, adoro la resa di questa situazione impensabile ma tangibilmente reale, per la tua bravura nel gestirla. Perché, da fuori (e questo è il perché del mio all’esterno precedente), i suoi comportamenti e le sue abitudini si possono adattare al personaggio che conosciamo (salvo il rendere maniacale una cura per le proprie armi ed un allenamento che, comunque, sono elementi che già sono ben presenti nella sua vita, ovviamente, e che in questo contesto sono indiscutibilmente un punto cardine, ma ne parlo dopo, va’ XD;) e, dentro, tu ci hai realizzato un mondo ed una vita: con questi elementi hai creato il massimo su di un equilibrio che amalgama i due fattori e che non si può non ammirare. E’ stupendo, il risultato. E, ritornando a parlare di quell’attenzione maniacale, devo dire che mi ha intristita. Non perché lei si mostri particolarmente insoddisfatta di quella vita, non perché ci sia qualche tipo di riferimento simile. Come è successo più volte, è semplicemente la storia, per come si svolge, che rende la cosa tanto aspra. Riza si dedica con talmente tanta attenzione all’allenamento e alle armi perché, oltre al suo lavoro in sé, non le rimane altro. Perché quello è parte del suo mondo, fare praticamente solo quello è normale, perché non conosce nient’altro che le possa mancare, fino ad ora. Mi lascia veramente tanto amaro in bocca, forse ancor di più ora che è fuori dal magazzino. Riguardo a quel concetto dell’uscire, io non so mica se l’ho afferrato, quindi necessito tanto di una spiegazione, le tue finezze me le voglio gustare tutte! Quello che io ho ritrovato, personalmente, è una somiglianza con il terzo che, ad un certo punto, assume ruoli quasi invertiti: Riza si allontana dall’accampamento di nascosto per allenarsi, cosa che va un po’ a riprendere il fatto che si allontanasse dalla camera, da ragazzina, per ‘giocare’, ma stavolta non è lei che insegue e pedina, ma è invece pedinata da questo Cane dell’Esercito. Che lei lascia assistere al suo allenamento. E guarda, se questo misterioso Maggiore non è Roy, che in quanto alchimista riveste in teoria quella carica, io ci rimarrò inquietantemente male perché ormai la mia testa se ne è già partita ogni tipo di supposizione. XD Per finire, mai trovata più azzeccata della scelta del suo cognome nato come soprannome: è così calzante che avrebbe completamente senso fosse proprio questo, e poi le avevano attribuito già un nome. Riza finisce sempre per essere qualcosa che gli altri, consapevolmente o meno, hanno stabilito per lei. Alla fine la vera lei stessa, ancora in formazione, la hanno messa a tacere quando era ancora una bambina, ed è un po’ come se lei non avesse identità, visto che nemmeno quel nome è suo. E’ un’altra cosa che sicuramente adoro. Aggiungo altre lodi per la cura dei dettagli, questa volta niente fiori ma fucili, ma non importa, l’effetto finale è sempre quello di un lavoro ben pensato e tenuto, e fa un’impressione ancora migliore. Amo anche questo capitolo, che metterei a però a pari merito con il quinto: questo è un mix di descrizioni e concetti superbamente gestito, eppure anche il suo predecessore mi ha lasciato addosso sensazioni altrettanto forti e un sincero piacere durante la sua lettura. Come la storia, che sinceramente, apprezzo incredibilmente e sempre, se non sempre di più. Non so più che formula usare per i complimenti: le ho provate tutte, e attualmente non saprei nemmeno più che dirti. Non ce la fai proprio a deludermi, ecco! Non che lo voglia, eh. XD Ancora una volta, un capitolo splendido, scritto altrettanto splendidamente. Un bravissima di cuore. :)

Recensore Junior
25/05/07, ore 20:03
Cap. 7:

YUPPIE YUPPIE!!!allora non era finita!!!! bene bene bene, sono super contenta! anche questo capitolo è risultato impeccabile, e chissà chi è il maggiore che la segue!! (domanda retorica, ovviamente)anche se proprio non riesco a capire dei capitoli precedenti...ma è proprio questo che mi piace!!!!

Nanni92
25/05/07, ore 19:20
Cap. 7:

Questa FF è stupenda!!! la A-D-O-R-O e aspetto con ansia i prox capitoli!!!!

Recensore Master
25/05/07, ore 19:16
Cap. 7:

Felice che tu condivida il mio pensiero. Ad ogni modo, anche a me - seppur a fatica, è terribile scegliere! >.< - questo è il cap che è piaciuto di più. (E non solo perché c'è un ficcanaso cagnaccio di nostra conoscenza...^___^)

Recensore Junior
25/05/07, ore 17:01
Cap. 6:

Ormai io faccio un salto qui e, matematicamente, mi spunta in bella mostra questa ficcyna adorabile. Mi ci sono troppo piacevolmente abituata. In questi drabble, poi, riesci particolarmente bene a coniugare l’impatto del momento e la sensazione del dopo. Egualmente intensi, tenendo anche conto delle varie riflessioni che susciti. Il particolare sul quale mi si è automaticamente focalizzata la mente, stavolta, è quel ripetuto grattare, fino a togliere via la crosta, più del gesto sé. Non è un provare distrattamente a veder se viene via, o impegnarcisi un po’ e lasciar perdere se fa male. E’ toglierla, avere intenzione di farlo perché, altrimenti, diventerebbe qualcosa che lascia contrariati. Perchè, conoscendo ormai questa storia, piccole cose diventano chiavi importanti in questa visuale. Questo mi fa pensare automaticamente quanto il titolo sia calzante, e non te l’avevo ancora detto. Il gesto di Riza è qualcosa che normalmente sarebbe bollato come vizio o passerebbe inosservato; non qui. C’è qualcosa di implacabile in questa Riza che continua a togliere la crosta finché non vede il sangue e si sente quasi rilassata, ora, sicuramente soddisfatta. E’ quasi paragonabile al suo concetto di ‘gioco’, è qualcosa che inconsciamente vuole portare a termine prefiggendosi di giungere al proprio obiettivo, sia pure una cosa minima come questa. Non c’è nessuna considerazione su eventuali pizzicori o fastidi, ma un dato di fatto e la constatazione della riuscita dell’azione. La sua essenzialità è perfetta. E’ c’è anche qualcosa nell’usare la parola ‘cupoletta’ per descrivere la crosta, che a me personalmente è piaciuto: mi ha ricordato della situazione in sé, per il semplice fatto che 'cupola' è parola che mi trasmette istintivamente l’idea di un qualcosa di ben limitato e soffocante, è un bel rimando a tutta la situazione, nella mia testa. Adorerei vederla fare questa cosa che qui nella mia mente suona quasi metaforica, in concreto: liberarsi da questo ‘mondo’, magari iniziare a farlo soltanto, nell’ultimo capitolo. Adorerei semplicemente vedere come ti gestiresti la cosa, ma un fuori -dal magazzino- ci sarà comunque nel prossimo (ok, ho avvistato ‘anticipazioni’ e i miei occhi si sono incollati alla frase seguente da soli), ed io non vedo l’ora! Ecco, vedi quanti spunti di riflessioni –e sproloqui visionari- da un parolina sola hai offerto a questo caso clinico qui? A questo proposito, per il riferimento all’uscire voglio aspettare il prossimo capitolo e speculare allegramente a tempo debito -per vedere quante riesco a spararne con più elementi, se mi impegno, eh sì. Per quanto riguarda la maglietta rosa e bianca, ammetto che non ne ricordavo la presenza nel primo capitolo, ma, a collegamento spiegato, non posso che amare quest’altra finezza. Con te bisogna tenere gli occhi aperti, aspettandosi di tutto. Questo è indice di una gran bravura, oltre che elemento che rende la lettura ancor più piacevole e intrigante. Per quanto riguarda il rizomatose, qui mi è anche passata per la testa la cosa, ma essendo una spiegazione prettamente scientifica l’ho bollata come coincidenza senza nessun ripensamento. Ho fatto male.XD E guarda che lo spunto del ragionamento delle croci mi è piaciuto per davvero, non deve essere per forza preciso sotto ogni punto di vista e completo per avere un suo senso ed un suo modo di funzionare, in caso contrario anche gran parte dei miei stessi ragionamenti salterebbero allegramente per aria, quindi, in nome anche del mio spirito di conservazione, né difendo la meritata stima! XD E lo scorso commento era effettivamente ‘lunghino’ più del solito, ma la sera tardi sono più lucida, funziono meglio anche come papiratrice. Cosa dire, a questo punto, che tu non sappia già? Niente, come al solito. Questo è lo spazio dei ‘brava’ e dei ‘continua così perché è un piacere leggere’. E lo ribadisco. :)

Recensore Junior
24/05/07, ore 22:53
Cap. 5:

E qui mi cogli impreparata. Veramente, veramente impreparata. Perché missà proprio che stavolta non troverò parole adatte per commentare questo pezzo. Voglio dire, fisso il foglio e so che qualsiasi cosa butterò giù per descrivere le mie sensazioni nel leggerlo non andrà abbastanza bene per renderti l’idea di quanto l’abbia amato. Amato, questo lo ho amato. Ecco, prendi una simile capacità di rendere vive le immagini su carta, dove l’ambiente, la luce, i vestiti e il freddo del pavimento quasi li tocchi, quanto sono distinti e tangibili; prendi uno stile ricco, curato, che con un lessico notevole ma mai fuori luogo riversato abilmente in frasi coincise, in parole contate, è capace di ricreare e dar vita ad intense emozioni (“Ottantuno adesso è gesso rosso informe” è la più chiara dimostrazione di come sia assolutamente vero, è un paragone di un effetto devastante e splendido); prendi alcune frasi che hanno una poesia ermetica tutta loro ( vedi “Tutto annega nella luce azzurrina di una luna bigia.”, “Poi è solo luna e silenzio.”, per citartene un paio) e prendi quei particolari che quasi ti sfuggono alla prima lettura, catturata dalle descrizioni avviluppanti e sciolte e di colpo ti fanno realizzare quanto questo lavoro sia meravigliosamente ben svolto (e qui ti parlo del maglioncino bianco e rosa di Riza, presenza quasi casuale e decorativa, morbida e delicata per via, oltre che della naturale consistenza, dei colori dolci, ma che, in verità, nasconde un’arma letale.). Personalmente, io prendo anche l’ambientazione notturna, che mi affascina particolarmente, doppiamente se magnificamente resa come qui. Prendi tutto questo, aggiungici quei moniti lievi, che, sommessamente, preannunciano quasi distratti la svolta finale, nel sottolineare il ‘gioco’ e l’eccitazione incalzante verso esso e prendi, soprattutto, la conclusione, magnifica, improvvisa, un contrasto nettissimo con la poesia delle descrizioni e anche con lo stesso giardino rigoglioso (anche se, altra finezza assolutamente adorabile, le piante sono tutte in qualche modo velenose). Prendi il fatto che sia diretto, senza fronzoli e superbo nella sua conclusione, questo finale. Prendi il mix che ne è venuto fuori e dimmi: ma come faccio io a recensirti? Come faccio a non essere trita e ritrita, noiosa e ripetitiva nel cercare di spigarmi? No, appunto, non posso. XD Qui c’è, inoltre, una svolta drastica: tutto ciò che si era detto in precedenza acquista una macabra chiarezza, più netta, ora, perché il protagonista del fatto principale diviene Riza in prima persona. E’ ancora più reale il loro piccolo mondo con le sue regole, questa loro vita plasmata nel profondo, come non può non essere, abituati a conoscere una sola realtà. Il gioco è un concetto molto forte, perché non c’è vera paura ad animare Riza: se non si conoscesse la trama, la sua sembrerebbe un’eccitazione genuina per una missione creata per scherzo, tra amici. Non un ‘gioco’ dove ci si scommette la propria vita. Una trovata che fa venire i brividi e ti cattura, da quanto è perfettamente gestita. E concordo con la precedente recensione della mia collega ( e no, io e lei non ci siamo messe d’accordo, ma abbiamo buon gusto XD), io non lo avevo ancora realizzato (e dovrei vergognarmi per questo ç_ç), ma anche per me il tuo stile a tratti ricorda davvero quello di Stephen King. E, guarda, per quanto mi riguarda questo è davvero un complimento, perché io l’adoro. Hai la stessa capacità di non annoiare, qualsiasi esordio o informazione tu inserisca (per esempio, né la struttura a elenco dell’altro drabble, né questa ‘lezione di botanica’ ad inizio capitolo hanno intaccato sullo scritto generale, anzi!), di stupire e sorprendere in modo diretto e incredibilmente evocativo, di entrare nella testa dei bambini in situazioni di momentanea angoscia ( come ne “il mostro della soffitta”, la ritiro in ballo) o in contesti crudi e quasi impensabili, senza snaturarli un briciolo e poi quest’ultimo capitolo, descrizioni comprese e svolgimento dei fatti, era proprio degno di lui. Ma, ri-concordo sempre con la collega, questi elementi che io trovo vi accomunino sono trattati in modo squisitamente tuo e originale. E questo tuo modo di scrivere lo adoro, come adoro gli scritti di Mao e la fic su Elycia di Boll11, per ragioni diverse e perché ognuna mi ha trasmesso molto, a modo suo. Perché ognuno è unico nel raccontare, per questo non ti sminuire o non sentirti inadeguata, tu hai altrettanto talento e lo dimostri scrivendo come sai fare tu e, guarda, i lettori non sprecherebbero papiri per commentare qualcosa che non gli ha dato davvero tanto e io non sono l’unica papiratrice qui, eh XD! La riflessione sulla croce come punto di arrivo è, poi, bella. Semplice e bella, che saranno pure gli aggettivi più banali del mondo, ma mi ha colpita. E questo non mi stupisce, sai. Però mi hai anche rattristato: mi sono innamorata a tal punto di questa storia, che sapere che non restano molti capitoli mi ha avvilita. Ma mi potrò consolare se scriverai altro presto, questo sì. XD E tu sei troppo ottimista con me, penso che tu stia sopravvalutando le mie capacità artistiche, oh sì (e mi fai pure pressione psicologica XD, tu non sai quante RoyAi ho amabilmente in cantiere, dove rimarranno a vita). Ora, dato che l’ora si fa tarda ed io ho letteralmente lanciato via il mio adorato libro di latino -sul quale devo ancora finire di studiare- per fare una pausa e approfittarne per lasciare un commentino, la finisco qui e ritorno al doveroso dovere. Purtroppo. Ah, e ti pareva, mi stavo scordando di dire del nasturzio, che poi è un altro di quegli elementi che un po’ preannunciano qualcosa di quello che avverrà, e che solo in fondo vengono spiegati e ti fanno rimanere lì a pensare che sì, avresti dovuto pensarci e che sono la chicca delle finezze. Ormai il linguaggio dei fiori è d’obbligo. A parte tutto, lo hai di nuovo sfruttato veramente bene. Ora vado, ora vado, mi caccio da sola! E c’è un fiore che significhi “complimenti” o giù di lì? Perchè, se ci fosse, te ne spedirei tonnellate, a questo punto, per essere originale e restare in tema! XD Sei sempre bravissima. :)

Aldebaran
24/05/07, ore 22:04
Cap. 4:

Allora, io sono qui, credo di non essere troppo depresso quindi ci provo.^^''' Intanto ho sbagliato completamente il riferimento alle croci, ero io che pensavo potessero avere un riamando alle lapidi... ecco svista mia. -_- Poi per il resto mi dispiace di essermi spiegato male. Quando parlavo della forza dei bambini mi riferivo alla loro capacità di adattamento. E' chiaro che molti adulti impazzirebbero in una situazione simile. Per un bambino invece credo sia più paradossalmente più "facile" sopravvivere, più o meno per la stessa ragione che tu riporti nella tua risposta a supercervomaestoso, ovvero la capacità di adattarsi grazie all'essere meno ancorati alla morale e, secondo me, al concetto di normalità. Quando hai vissuto per anni e anni nella "normalità" diventa più difficile entrare in un simile mondo da incubo. E' questo che intendevo quando parlavo di "quella specie di forza". Ammetto che il termine sia sbagliato, fa pensare a un qualcosa che riguarda la volontà, mentre in questa storia la volontà per ora non ha alcuno spazio. Per il resto come ti dicevo penso che il prezzo da pagare sia la propria infanzia e forse la propria capacità di vivere in una società "normale". Questi bambini sopravviveranno a un ambiente che avrebbe ucciso o fatto impazzire molti adulti, ma saranno in grado di relazionarsi con gli altri fuori da un mondo simile? Riusciranno a far di nuovo propri quei valori morali che forse nelle loro famiglie avevano iniziato a intravedere? Io non credo, ma in fondo è lo scopo degli uomini che li stanno "educando". Non volevo neanche insistere troppo sulla pateticità della situazione, infatti ho detto che non è disperazione quella che si sente (mi dispiace se hai creduto ci vedessi disperazione T_T), ma una mancanza di umanità, necessaria per sopravvivere. Disperato forse lo sono io perchè non sono riuscito a spiegarmi. T_T Ma non mi riferivo ai bambini... per quello mi aveva molto colpito il "ma a Riza non importa" che ti ho riportato. Riza non è affatto disperata. E non penso proprio sia l'unica. Per loro è semplicemente così. Ti chiedo ancora scusa per essermi spiegato così male, ora vorrei dirti cosa penso degli ultimi due capitoli sperando di non prendere cantonate come quella della croce.^^


La prima cosa che mi ha colpito del capitolo 4 è che si sente una Riza diversa. E' un nuovo salto temporale, siamo tornati all'ingresso di Riza nel magazzino Z, così come il capitolo Psyche successivo a Papo era stato un balzo in avanti. Io trovo grandiosa questa idea di procedere per salti temporali, è un'idea difficile da realizzare perchè il lettore potrebbe perdere il filo, ma tu ci stai riuscendo alla grande, perchè ogni volta si capisce bene a che punto della propria storia si trovi Riza. Qui c'è una Riza che ancora dentro di sè si ribella e non si è adattata, che dentro di sè protesta per quei temperini e tagliacarte che in fondo non tagliano affatto. E poi la tragica ironia che contaddistingue i loro aguzzini, tutto racchiuso in quel "potresti cavarti un occhio". Non c'è solo l'assurdità del voler mostrare che le regole sembrino fatte per proteggere "gli ospiti", ma c'è anche un altro aspetto interessante. Non si dice "perchè potresti cavare un occhio a qualcuno". No. Qui si premia la capacità di imporsi sugli altri e si punisce la debolezza, quindi è normale che si pensi per prima cosa a un "tu potresti volerti cavare un occhio". Un pensiero che fuori dal magazzino Z sarebbe follia, ma qui ci sono altre regole, e può diventare normale che una persona possa volersi cavare un occhio. E poi il climax, che passando da oggetti che avrebbe senso requisire per motivi di sicurezza arriva ad altri che vengono chiaramente sottratti solo per spersonalizzare questi bambini, per prepararli a diventare macchine per i loro scopi. Tanto che per il bracciale di plastica non serve più nemmeno una motivazione. No, è la regola. Fine, non serve altro. E' il primo passo verso "l'istituzionalizzazione". E il modo in cui riesci a descriverlo con poche parole è ancora una volta efficacissimo. Bastano poche parole, ma che colpiscono il lettore come mazzate tra i denti, per il signifcato che portano dietro di sè.


Ora mi prendo una pausa per rileggere e capire bene questo capitolo 5 perchè mi ha lasciato di nuovo senza fiato e non voglio rischiare di dire stupidaggini come ho fatto stanotte. Però fatti dire che ancora un volta mi ha colpito tantissimo. Spero di non annoiarti, davvero, con le cose che ti scrivo... e con i miei ringraziamenti per aver deciso di pubblicare questa fanfic. Ancora grazie.

Recensore Master
24/05/07, ore 21:46
Cap. 5:

Bellissimo questo capitolo. Fluido e ricco di particolari, ma scorre via che è un piacere. Ho già avuto modo di dire che apprezzo molto chi inserisce particolari 'eruditi' nelle fic, tanto più se accompagnati con le spiegazioni! Comunque... questa Riza va sempre più combaciando con la mia idea di lei, in veste di militare. Molto 'inamidata', estremamente ligia al dovere, agli ordini, alla scala gerarchica. Non so, pur essendo AU, potrebbe motivare certi atteggiamenti di quella 'originale'. (E non lo dico solo dopo aver letto il 5°, ma come idea 'a pelle' dopo uno scorrimento generale).

Recensore Junior
24/05/07, ore 20:13
Cap. 5:

Scusa se non ho recensito il 3 e il 4, ma sono stata via tt il pomeriggio e mi sono connessa solo ora, e vedendo la tua storia ho esclamato: ...quindi rimedio con questo: no, ma davvero l'hai finita? perchè ho visto scritto - nota di fine fanfiction - e mi sta venendo un collasso, anche perchè mi sta coinvolgendo tantissimo e VOGLIO che la continui perchè ho tante domande e *prende fiato* non voglio che finisca cosìììììììì!!! ok basta