Terza Recensione Premio per il contest "Award for best Drabble&Flashfic - II Edizione"
Mi scuso per il tremendo ritardo, cerco sempre di consegnare le recensioni premio entro un mese, ma stavolta ho dovuto sfruttare tutti e quattro quelli concessi da regolamento perché ho avuto la "brillante" idea di indire più contest a brevissima distanza uno dall'altro. Il risultato che ho accavallato il lavoro da fare.
E mi dispiace ancora di più, perché ho dovuto rimandare la lettura di storie belle struggenti, dolorose e irresistibili, proprio come questa che mi accingo a recensire - o quanto meno, ci provo perché sono tante le emozioni che mi ha suscitato che, ancora una volta, temo di non riuscire a esprimere a parole.
Facciamo che parto dalla parte più tecnica, così che nel frattempo riordino i miei pensieri. Allora, la grammatica è pressoché perfetta, hai solo dimenticato un accento nel verbo essere e hai perso per strada qualche vocativo, che come sai va separato dalla frase con una virgola o un inciso, se si trova in mezzo al testo.
Alzati Light. -> Alzati, Light.
"No, tu sei solo un assassino e questo quaderno e la peggior arma mai apparsa sulla terra." -> è la peggior arma[...]
Ma tu eri un uomo Light, -> uomo, Light,
Avvampi un'ultima volta Light Yagami, -> volta, Light Yahami,
Come per la flash che hai presentato al contest, anche qui hai adoperato uno stile evocativo. Ora, non vorrei usare un paragone inappropriato (vedilo nell'accezione più positiva possibile), ma sei capace di evocare i morti dalla tomba. E' questo l'effetto che crei: tu chiami, e il personaggio, la scena, risponde, appare.
Ammiro molto questo espediente. Alcune frasi risultato più pesante di altre, forse troppo cariche, ma nel complesso è davvero un espediente che padroneggi molto bene.
Mi è parso di capire che non hai scelto un momento preciso, ma che tu abbia seguito Light attraverso tre momenti precisi, o meglio il suo legame con tre personaggi precisi: L, Misa e Near.
Hai scelto le parole con molta cura, esaltando al meglio non solo ciò che quel personaggio significava per il protagonista ma anche il suo diverso modo di reagire a esso. Ho notato che hai inserito la figura di Misa in mezzo, non so se considerarla una mancata cronologia - Misa muore dopo Light - o se invece tu abbia inserito il momento in mezzo per poter porre l'accento finale sulla morte di Light. Opto per la seconda, perché se c'è una cosa che posso capire da questo testo è la conoscenza che hai del fandom, quindi credo che la posizione dei fatti sia voluta e non un errore.
La struttura, così come si presenta, esalta non solo Light per tutto il tempo, ma anche il ruolo dei personaggi: L è il nemico che Light ha rispettato, quello che secondo lui ha messo a serio rischio il suo futuro e i suoi obiettivi; Misa è allo stesso tempo la bambola da sfruttare ma anche l'esempio, ciò che gli dà in qualche modo perverso la forza. Ed è un pensiero che mi è sorto proprio grazie alle parole che utilizzi per apostrofare Light:
Volevi lasciare un futuro in cui tutti avrebbero potuto ritrovare il tuo nome, ma non hai saputo far altro che distruggere. -> Questa frase ha messo in risalto il contrasto tra ciò che Light vuole ottenere e quello che in realtà ottiene. Vuol ordine e un mondo migliore, Misa guarda a lui e lo ama, lo "venera", si affida completamente a lui, e credo che questo in qualche modo "giustifichi" la sua percezione di trovarsi nel giusto. Lui vuole lasciare un mondo in cui è un piacere vivere, in cui giustizia sia un fondamento saldo. Ma Misa non sa vivere senza di lui, preferisce la morte... non è forse questo l'emblema del suo fallimento?
Bello anche la considerazione precedente: Misa è una bambola, vuota, adatta ai suoi scopi ma non ai suoi bisogni, forse proprio perché Misa non lo contrasta non lo stimola in un verso o in un altro, Misa è un oggetto da studiare, come il resto del mondo. Chissà se la sua decisione di uccidersi, presa da sola, significhi anche che in lei c'è molto di più... Tragica, bella, incantevole. L'apice di ciò che Light dà: la morte; ed è una morte che lui non suggerisce, e che quindi può finalmente colpirlo al cuore.
L e Near! Aprire e chiudere con queste due figure ha un senso per me, dopotutto. Sono i suoi nemici, eppure lui li vive, li ha vissuti, in maniera del tutto differente. L era un suo pari, credo che lui stesso lo riconosca alla fine, e per un po' è stato più che un nemico: un amico, un rivale rispettato, l'altra faccia del suo essere egocentrico e competitivo. Qui sono talmente tanto belle le immagini che evochi che non saprei da dove partire... dalla città, dal paragone tra lui e la terra che calpesta. Una terra morta che insorge, un fiore prezioso talmente fragile che una cortina di pioggia riesce a nascondere, a far impallidire. Come là città, lui è squallido e freddo, inumano per certi versi, eppure c'è una luce oscura dentro di lui.
Per terra, un tappeto d'anime e petali. -> Sangue, morte, distruzione. Davvero, magnifica questa immagine.
Ed è qui che il narratore in seconda persona (grande parentesi: mi inchino al modo in cui hai saputo adoperarlo, non solo lo hai adoperato con maestri ma anche con quel quid che finora mi era sempre mancato nelle storie lette con questo espediente narrativo. Il tuo narratore è ATTIVO, sa parlare non solo al lettore, ma soprattutto con il personaggio, cosa fondamentale per un narratore in seconda persona. Finalmente mi è sembrato di spiare la conversazione di due parti, un effetto che non si può ricreare con un narratore esterno o con POV o in prima persona) acquista tutta la sua potenza: Kira afferma e subito dopo il narratore distrugge, annulla l'illusione che lui crea. C'è un'evoluzione nel comportamento di Kira, potremmo dire che il Death Note lo abbia corrotto, ma credo che sia più giusto dire che abbia tirato fuori la sua vera natura: perché Light è un personaggio annoiato, che cerca un modo per combattere la noia; si crede superiore e parte con una morale molto estremista. Ed è già questa chiusura mentale che lo cataloga come un personaggio pericoloso. Il potere che gli viene dato, poi, fa il resto. E se all'inizio è per "epurare" l'umanità che agisce, dopo l'unica cosa che cerca di preservare è la sua superiorità, il suo ego.
Bellissima, quindi, l'immagine del Falco tra le fauci ucciso per orgoglio (quasi a dire, non era una morte necessaria, ma non ne potevi fare a meno) e l'immagine del calamo della morte... potenti e immaginifiche!
E poi abbiamo Near. C'è una frase che mi ha colpito, è stata disarmante:
Ma tu eri un uomo Light, nei gesti come nella mente, e non potevi competere con l'istinto primitivo di un bambino. -> Light lo sottovaluta: è più piccolo, è più debole, è indifeso. Ma cos'è che alla fine sconfigge il male se non la fanciullezza? WOW!
Light è cresciuto, ha perso lo spirito fresco, attivo, attento, competitivo per certi versi; ormai anche lui è solo il guscio vuoto della sua superbia. E per un bambino che vede tutto con gli occhi dell'istinto è facile inchiodarlo con l'arma più letale: la verità, diretta e cruda.
Altrettanto bella è l'immagine di lui che mangia la sua rabbia e le sue bestemmie, ormai finito.
Il finale è qualcosa di talmente profondo che non so se riesco a esprimere al meglio: Light sente cos'è che fa agonizzare il mondo, ed è esattamente ciò che lui ha rappresentato. La sua voce è la voce di chi ferisce la terra. Lui è il male.
Finisco con il dire che ho amato il proverbio giapponese, e altrettanto la citazione "se uccidi un uomo sei un assassino...", che credo non sia solo una citazione di Light, ma non ricordo chi l'abbia detto.
Non ho più parole, solo tanta ammirazione, e spero che sia arrivata attraverso questo piccolo pastrocchio di recensione.
A presto! |