Ciao Castielle Winchester,
So di essere profondamente in ritardo e me ne scuso, ma spero che tu comunque apprezzerai ugualmente la recensione che ti ho lasciato.
Ammetto di non conoscere il fandom di Supernatural, perciò non è stato affatto semplice per me capire fino in fondo la trama della tua storia e dare un giudizio affidabile sull’IC dei personaggi. Ho letto comunque tutti i capitoli, dunque mi sono fatta un’idea generale sul tuo modo di scrivere e di impostare un racconto.
I personaggi sono generalmente molto ben delineati, anche se non hai dato spazio quasi per nulla all’introspezione. Non sono felicemente colpita da questa scelta poiché, trattandosi di una storia ricca di colpi di scena, forse sarebbe stato opportuno approfondire maggiormente il pensiero dei personaggi. Ciò non toglie, però, che siano tutti quanti molto ben caratterizzati.
In particolare, hai saputo dare risalto ai legami interpersonali: anche se non hai speso molte parole per parlarne, trovo che il rapporto di unione che lega Jessica a sua madre sia molto forte, così come molto forte è il sentimento che unisce Dean e la sua compagna, e che tiene uniti i fratelli Winchester.
Dalle tue pagine traspare anche, in maniera molto sottile ma comunque apprezzabile, lo spirito di gruppo che si instaura tra i vari personaggi. Non deve essere stato sicuramente semplice riuscire a rendere l’idea di una situazione del genere poiché tutte queste relazioni e interrelazioni nascono in situazioni di pura emergenza.
Ripeto, io avrei dato uno spazio maggiore all’introspezione – anche se sicuramente ciò avrebbe rallentato non poco i ritmi della narrazione – ma tutto sommato il tuo modo di scrivere è semplice ed efficace: la capacità di raccontare con immediatezza è generalmente considerata un pregio, anche se, avendo tu trattato un genere molto particolare, forse sarebbe stato interessante far leggere qualcosa di più circa i pensieri dei vari personaggi. La trama, infatti, è molto avvincente e, soprattutto, ricca di colpi di scena praticamente in ogni capitolo. Il fatto di trascurare l’introspezione lascia quasi intendere che i personaggi subiscano gli eventi senza davvero comprenderli o affrontarli. Insomma, alcune avvenimenti sembrano susseguirsi in modo un po’ troppo meccanico.
Ciò non toglie, ovviamente, che la storia sia comunque interessante e che possa essere anche molto apprezzata dagli amanti del genere.
Ora passo a lasciarti qualche considerazione circa l’impostazione grafica della tua fanfiction.
Trattandosi di una long, sarebbe opportuno utilizzare lo stesso font e la stessa dimensione per tutti i capitoli pubblicati. Questo è un espediente grafico molto importante: un utente che si avvicinasse tardi alla tua storia e che dunque si trovasse a leggere più capitoli in una sola volta, noterebbe immediatamente che non c’è omogeneità di stile a livello grafico. Capisco che tutto ciò non compromette affatto il contenuto di una storia – per carità! Se una storia è bella lo è sempre, a prescindere dal font o da altre accortezze simili – però converrai con me che il mantenimento di una grafica omogenea in tutti i capitoli fa sì che il lavoro appaia molto più ordinato. Come si dice in questi casi, insomma: anche l’occhio vuole la sua parte.
Entrando nel dettaglio, mi soffermo a parlare del capitolo primo: hai inserito un banner davvero molto bello, ma… è troppo grande! Le dimensioni eccessive dell’immagine deformano la pagina di pubblicazione, rendendo difficoltosa la lettura. Ti consiglio di ridimensionare il tuo banner, così da rendere più apprezzabile l’aspetto grafico del capitolo.
Ti do un altro piccolo suggerimento: ogni volta che inserisci una battuta dialogica dovresti andare a capo. Scrivendo tutto in fila, infatti, diventa più complicato, anche a livello visivo, capire bene chi stia parlando a chi, e quando un personaggio cede la parola ad una altro. Non si va a capo soltanto qualora la battuta sia composta, ovvero pronunciata dallo stesso personaggio in due momenti narrativi distinti, senza che qualcun altro si frapponga nel monologo.
Esempio:
«A_____», _____, «a____».
«Sì, generale», assentì Tiffauges, «sono stati il sale di questa terra!».
Ho tratto questo esempio dal documento sulle impostazioni dialogiche nelle case editrici pubblicato tra i file di EFP editing. Magari, se hai tempo e voglia, potresti dare un’occhiata e scoprire così tanti suggerimenti utili.
A questo punto è arrivato il momento di spendere qualche parolina su sintassi, ortografia e punteggiatura.
Mi occuperò innanzitutto delle prime due, facendo riferimento in maniera particolare all’ultimo capitolo pubblicato.
Non ho notato grandi carenze di sintassi, a parte un errore di consecutio temporum dettato probabilmente dalla fretta e sfuggito alla rilettura. A livello ortografico, invece, devo dire che c’è qualche incertezza in più.
Eccoti, nel dettaglio, le sviste e gli errori che ho riscontrato:
infondo al corridoio del primo piano
Infondo, scritto in questo modo, è la prima persona singolare dell’indicativo presente del verbo infondere. La forma corretta che avresti dovuto utilizzare è in fondo.
Detto questo si sollevò sulle ginocchia e con le mani creava una sorta di campo elettrico
Qui c’è un errore di consecutio temporum: le due azioni, sollevare e creare, avvengono in contemporanea, per cui, anche nel coniugare il secondo verbo, avresti dovuto utilizzare l’indicativo imperfetto.
non desiderare l’omo d’altre
Probabilmente è solo un errore di battitura: la forma corretta è uomo.
però andiamo di la
Là, avverbio di luogo, va distinto da la, articolo determinativo femminile singolare, attraverso l’uso dell’accento.
a mo di tick
La parola che ti ho evidenziato è la forma tronca di modo, per cui va scritta con l’apostrofo (mo’).
Mamma scatto sulla difensiva
Errore di battitura: manca l’accento sulla o!
Feci cenno di si col capo
Il sì affermativo si distingue graficamente dal si riflessivo attraverso l’uso dell’accento.
Lui si avviò verso Sam, tastandogli il polso e la carotide per controllare se fosse ancora vivo, successivamente tirò un sospiro di sollievo quando constatò che era ancora vivo
Qui non c’è un errore vero e proprio, semplicemente hai ripetuto due volte, nel giro di poche parole, la stessa espressione. Magari potresti sostituire la seconda con non era morto.
Cercherò di fare il mio meglio
L’espressione corretta è: cercherò di fare del mio meglio.
non permette il passaggio ne ad angeli, ne tantomeno a demoni
Il né, congiunzione con funzione negativa, necessita dell’accento acuto (attenzione! L’accento acuto è quello che dall’alto scende verso sinistra!). Tale accorgimento serve a distinguerlo graficamente da ne, particella pronominale atona maschile e femminile, singolare e plurale (es: ne vorrei un po’ anche io).
Non c’è modo di farmi cambiare idea
Credo ci sia un errore: probabilmente intendevi dire non c’è modo di farvi cambiare idea.
E perchè solo ora?
Hai utilizzato l’accento sbagliato: come nel caso di né, anche perché vuole l’accento acuto. Il tipo di accento, infatti, rivela una pronuncia diversa della stessa vocale che lo prende. Nel caso di è, terza persona singolare, si utilizza l’accento grave (inclinato dall’alto verso destra) poiché la pronuncia di tale e è aperta (/ε/); invece, nel caso di perché (ma anche poiché, affinché etc…) la diversa inclinazione dell’accento indica una pronuncia chiusa: (/e/). Di solito, a livello uditivo, la differenza tra le due e è chiaramente percettibile, anche se in alcuni dialetti italiani tale opposizione di fatto non esiste. Nel caso in cui, comunque, tu dovessi avere dei dubbi su quale accento utilizzare, consulta sempre un vocabolario: è certamente lo strumento più indicato per sciogliere i dubbi ortografici!
Ora è il turno della punteggiatura che, in alcuni casi, mi è sembrata piuttosto incerta.
Innanzitutto, mi soffermo a parlare dell’uso della virgola, che è assolutamente necessaria nei seguenti casi: complemento di vocazione, frase incidentale, presenza di interiezione, uso di sì e no.
Ti cito un esempio tratto dall’ultimo capitolo della tua storia circa ognuno di questi casi.
Complemento di vocazione (con questa espressione si intende la persona, l’animale, la cosa a cui ci si rivolge)
Mamma sto bene
Questo è il primo caso che ti propongo: il complemento di vocazione (mamma) è all’inizio della frase. La virgola, ovviamente, va inserita solo dopo il vocativo: mamma, sto bene.
Non ne ho la più pallida idea Anastasia…
Secondo caso: il complemento di vocazione è alla fine della frase. La virgola va inserita prima del vocativo: non ne ho la più pallida idea, Anastasia…
Per favore cacciatore, l’affido nelle vostre mani
Terzo caso: il complemento di vocazione occupa una posizione centrale, all’interno della frase. La virgola, in questo caso deve sia precedere che seguire il vocativo: per favore, cacciatore, l’affido nelle vostre mani.
Frase incidentale (inciso)
Hai usato i poteri più oscuri che esistono nella tua natura, e come se non fosse abbastanza hai usato i poteri tramandati da tuo padre!
Quello che ho evidenziato è un inciso, ovvero un’espressione costituita da una frase indipendente (ma può anche essere un sintagma) inserita all’interno di un’altra frase. Nel caso dell’inciso, vale la stessa regola che ti ho illustrato per l’utilizzo della virgola con i vocativi: la virgola deve seguire l’inciso qualora esso si trovi in posizione iniziale; deve precederlo qualora si trovi in posizione finale; deve sia seguirlo che precederlo qualora si trovi in posizione centrale.
Ti riscrivo l’enunciato citato come esempio in forma corretta:
Hai usato i poteri più oscuri che esistono nella tua natura e, come se non fosse abbastanza, hai usato i poteri tramandati da tuo padre!
Colgo l’occasione per farti notare anche che in questo caso l’inserimento della virgola prima di e è del tutto superfluo. Certo, mentirei se affermassi che la vergola prima della congiunzione e è sempre sconsigliabile, ma lo è nella maggior parte dei casi. A meno che, infatti, la virgola non serva a disambiguare un concetto (come qui: i cani randagi si fecero minacciosi verso il padre e i figli e i vicini cercarono d’intervenire. In tal caso occorre mettere una virgola prima di e i vicini, se sono essi l’unico soggetto di cercarono d’intervenire) non è necessario utilizzarla insieme alla congiunzione e poiché di fatto hanno la stessa funzione.
Interiezione (parola o locuzione invariabile che serve ad esprimere uno stato d’animo)
Ancora un po’ suvvia!
L’espressione suvvia indica un’esortazione, pertanto appartiene alle cosiddette “interiezioni proprie” (parole che hanno esclusivamente la funzione di interiezione).
Come per i vocativi e gli incisi, tale tipo di espressione va isolata da delle virgole, seguendo le stesse regole che già ti ho indicato precedentemente.
La frase corretta risulta essere così:
Ancora un po’, suvvia!
Sì e no
Solitamente è opportuno mettere la virgola dopo questi avverbi poiché hanno quasi sempre valore di proposizioni indipendenti. Cito un esempio dalla tua storia:
“Vuoi una mano? Sta succedendo qualcosa di grave?”.
Le guardai il viso, aveva un’espressione troppo formale, quasi come una scultura: questo non augurava nulla di buono.
“No tesoro, occupati di Adam e Sam […]”.
Come puoi benissimo notare, se anche tu avessi scritto solamente no, la frase avrebbe avuto senso compiuto. Dunque, in questo caso l’avverbio in questione ha proprio la funzione di proposizione indipendente. Stando così le cose, è opportuno che a no segua una virgola.
Possono costituire eccezioni espressioni del tipo: sì e no; no no!; sì sì!.
In casi del genere, il singolo avverbio non ha senso compiuto se preso singolarmente, ma è strettamente legato a quello che segue.
Terminato il discorso sulla virgola, passo ora ai puntini di sospensione. Sebbene si tenda ad utilizzarli in maniera molto “soggettiva”, questi segni di interpunzione (che in realtà, tutti insieme, sono un unico segno) seguono delle regole molto precise: si usano sempre in numero di tre (non due, non quattro); non hanno bisogno di uno spazio bianco che li separi dalla parola che li precede; devono essere seguiti da uno spazio bianco che li separi dalla parola che segue.
Cito un esempio dal tuo testo:
sono un po’ stanca, tutto qui..
Magari è soltanto un errore di battitura, visto che in altri casi hai usato correttamente i puntini, però magari sarebbe opportuno correggere la svista.
Ultimo suggerimento riguardo la punteggiatura: hai utilizzato correttamente le virgolette alte per le battute dialogiche, tuttavia ho notato che in alcuni casi hai inserito il punto fermo dopo la chiusura delle virgolette, in altri, invece, hai omesso di utilizzarlo.
“Vuoi una mano? Sta succedendo qualcosa di grave?”.
[…]
“Vuoi qualcosa da mangiare?”
“Ma cos’avete tutti oggi? Ci avviciniamo al Natale per caso? State cercando di mettermi all’ingrasso per poi farmi al forno?”
Entrambe le forme sono corrette, tuttavia, per ragioni di coerenza, sarebbe meglio che utilizzassi soltanto una delle due opzioni.
Inoltre, qui hai dimenticato il segno di interpunzione alla fine delle battute:
“Per favore cacciatore, l’affido nelle vostre mani, non abbandonatela, occupatevi di lei”
“Cercherò di fare il mio meglio, e credo che anche mio fratello sia disposto a farlo”
“Io vi procurerò un aiutante, ma si sa, gli angeli non sono affidabili”
Che tu inserisca il punto prima o dopo la chiusura delle virgolette, non ha importanza: ciò che conta è che ci sia!
Bene, sono finalmente giunta alla conclusione di questa logorroica recensione. In linea di massima credo che tu abbia una grammatica piuttosto solida, nonostante le piccole imprecisioni dovute, credo, alla fretta. Più che altro ti consiglierei di prestare maggiore attenzione alla punteggiatura.
Ciò, ovviamente, non fa certo della tua storia una cosa illeggibile: si capisce che sai maneggiare piuttosto bene la lingua italiana e tutto sommato credo che tu abbia grandi margini di miglioramento.
Spero che la mia recensione ti sia stata utile in qualche modo! Nel caso tu abbia dubbi, non esitare a farti sentire! ^_^
A presto!
9dolina0
Recensore di EFP editing |