Buonasera!
Trovo veramente assurdo che una storia ben scritta, ben impostata, ottimamente caratterizzata e profonda come questa abbia così pochi commenti. I frequentatori di questo fandom devono essere ciechi o pazzi, per essersela lasciata sfuggire così. Bah. Facciamo che adesso provo a lasciarti una bella recensione per supplire quell'assenza, anche se ormai è passato più di un anno dalla sua pubblicazione e probabilmente non ti importerà neanche più (o direttamente, non noterai il commento '-'). Devi capire che io recensisco tutto quel che leggo, specie se mi è piaciuto tanto.
Avevo già letto un'altra tua storia su Itachi, 'Recite di vita', ed essendomi praticamente innamorata sia del tuo stile sia della delicatezza con cui la tua mano ha saputo muovere questo personaggio (sconosciuta ai più), ho deciso di cercare qualche altro tuo lavoro. Devo dire che non sono rimasta per niente delusa. Questo è un Itachi più giovane, è vero, ma il suo carattere schivo, riflessivo e maturo emerge già con chiarezza da un episodio che possiamo dire con certezza averlo segnato nel profondo: l'ingresso nella squadra ANBU. È stata l'inizio della sua fine; la fine della sua coscienza, perlomeno.
Non potevo che apprezzare uno spaccato così vivido e pieno di raggelante ansietà, dal momento che io -come te, mi è parso di capire - ho sempre pensato che Itachi avesse vissuto quella promozione più come un non voler deludere le ambizioni paterne che come una vera scelta personale. Da qui quindi potrai capire come, leggendo questa storia, io sia riuscita ad immedesimarmi in quel groviglio di emozioni irrazionali che già al momento della cerimonia avviluppano il nostro protagonista. A fine lettura m'è uscito un sospiro così rumoroso da farmi capire di essere stata in un altro mondo, durante quei 10 minuti della lettura. Sento di doverti ringraziare, per questa piccola perla.
Di seguito ti copia-incollo la frase che mi ha colpita come un macigno, questa la sento proprio legata al cuore:
" Cresceva come un
glaucoma infinito, divorando il mondo e Itachi pensava che avrebbe dovuto essere con lei.
Perché lui era l'incarnazione di quell' ombra che travolgeva impietosa ogni forma di vita.
Se ne stava lì, invece. Travestito da essere
umano, contenendo in un vestito di carne e
sangue le vere sembianze della propria natura "
Mi hai fatto venire gli occhi lucidi, con questa riflessione. Ho ancora i brividi.
I miei sinceri complimenti.
Spero che in futuro ci farai leggere ancora qualcosa su Itachi, perché come ne parli tu è davvero, davvero ammaliante. Direi che è frutto della tua fantasia e non di quella di Kishimoto - per l'abilità indiscussa con cui solo tu riesci a parlare di lui, in tutto il fandom - se non conoscessi la paternità dell'opera :)
Un bacio, alla prossima
thyandra |