Carissimo Dave,
leggere questa splendida composizione, in una giornata tanto uggiosa, mi fa sentire stranamente bene. Ovviamente solo con ciò che scrivi tu posso provare quest'arcano e "divino" sollievo, così diverso dalla consueta apatia che avvolge ciò che faccio, e quindi credo che iniziare con un ringraziamento questa recensione sia un obbligo (per altro molto gradito).
Devo ammettere che riesci sempre a mutare la mia idea di poesia, campo in cui sono assolutamente ignorante. Gli unici componimenti poetici che io abbia mai letto dubito si possano davvero definire tali, eppure mi sembra che quello che ho appena divorato con sguardo bramoso sia la cosa più delicata e maliziosamente tragica del mondo intero.
Lasciando da parte dei commenti tecnici che non sarei assolutamente in grado di fornirti, posso basarmi su quello che questa lettura mi ha suscitato; ecco, non è poi così facile come avevo pensato!
Non saprei spiegarti il motivo, ma il rapporto degli uomini con gli dei greci (o persino di tutti gli dei in generale, da quelli più antichi fino ad arrivare ai più recenti), l'ho sempre immaginato così: uno guarda con sospetto l'altro, ha la presunzione di sentirsi superiore e lancia aperte sfide basate sulla reciproca disinformazione sulla natura l'uno dell'altro.
Ho scelto parole confuse per esprimere un concetto semplice, a dire il vero, ahaha! Santo cielo, il mio complicarmi la vita non ha mai fine... :)
Mi è piaciuta la netta contrapposizione fra ciò che è divino e ciò che è terreno, a mio parere pungente eppure verissima. Insomma, gli dei da un lato sono incuriositi dagli uomini, ma dall'altro li evitano o sfidano con sdegno, e mi pare che questo circolo vizioso sia sempre stato ampiamente condiviso anche dall'altra fazione. In poche righe, secondo me, hai espresso benissimo anni e anni di burrascose relazioni... è in cose come questa che si nasconde ( o meglio, si manifesta) il tuo genio; è una qualità che sai sfruttare in ogni cosa che scrivi, e ti faccio i miei complimenti più sinceri per questo.
Accuratissima, come sempre, la scelta lessicale da te usata. Ogni singolo termine evoca sensazioni contrastanti, eppure fuse in singolare armonia. Sembra di trovare un equilibrio speciale, in ciò che scrivi, come se tutti gli affanni fossero stati sempre e solo degli sforzi inutili e che la vita, in realtà, sia molto più semplice di quanto noi stessi abbiamo sempre pensato.
Ma sto divagando, perdonami. Non sono mai stata brava con le recensioni!
Concluderò ribadendo quanto ho apprezzato questo comportamento così stizzoso, e altrettanto bene espresso, che contraddistingue tutte le figure divine che ho sempre immaginato. Aggiungo inoltre che il finale, così ricco di una decadente eppure soave speranza, mista a disillusione e angoscia, è stato il completamento migliore per un'opera già di per sè meravigliosa. Il passaggio da un panorama molto ampio ad uno così strettamente personale non mi è sembrato affatto forzato e, al contrario, ha contribuito a far formare a tutte le altre parole un ordine ben distinto e a dipingere un quadro mille volte più vasto di quanto io stessa potrò mai immaginare!
Basta, ho finito le parole... ma credo di aver già fatto abbastanza danni, ahaha!
Grazie mille per le splendide letture che riesci a regalarmi :)
Complimenti dal più profondo del mio cuore,
The Queen. |