Bella bella bella bella!!!!!!!!!!
La parte di BB che cerca di scorpire la taglia di Rae è fantastica ahahahah
Mi piace molto come scrivi e la trama è a dir poco geniale!
Hai davvero talento.
Ecco le parti che ho preferito:
1)«Ehm… S-Se hai qualche idea su cosa potrei regalare a Rae per Natale.»
L’ultima parte di frase l’aveva pronunciata con un tono così basso che probabilmente nemmeno lui aveva capito.
«Cosa? Non ho capito» gli fece infatti notare Starfire.
«Cosa posso regalare a Rae per Natale?» strillò il ragazzo a pieni polmoni, attirando l’attenzione di Cyborg e Robin.
«Ho capito bene? Un regalo a Rae?» domandò Cyborg, fissando l’amico con un’espressione severissima, da fratello maggiore geloso.
«È ammirevole come tu ti stia applicando in questa ricerca, Beast Boy. Se ti applicassi anche solo la metà negli allenamenti…» commentò Robin. Beast Boy si era rivolto anche a lui, in qualità di migliore amico della maga, ma la cosa non si era rivelata molto redditizia. Il ragazzo-meraviglia stava già faticando per pensare al suo regalo per Raven, senza doverci aggiungere quello del mutaforma.
Il ragazzo verde li ignorò, guardando con aria supplice l’aliena: «Allora?» chiese.
«Be’, ecco… Raven è così…» cominciò la ragazza, ma venne interrotta da una voce dietro di lei.
«Così come?»
«Raven!» squittì la ragazza con i capelli rossi, saltando in aria dallo spavento.
«Proprio io. Stavi dicendo, Star?» replicò la ragazza dai capelli viola, scostandosi dalla porta, dove si era fermata a braccia incrociate, per raggiungere Cyborg e Robin sul divano.
«Niente, assolutamente niente! Beast Boy mi ha chimmmpf!»
L’aliena venne zittita dal mutaforma verde, che le aveva tappato la bocca con una mano.
Raven guardò Beast Boy.
Beast Boy guardò Raven.
Ma non durò più di due secondi, perché il ragazzo abbassò lo sguardo, arrossendo. Guardare la maga negli occhi gli faceva sempre quest’effetto.
«Cosa stava dicendo Star?» domandò la mezzo-demone, con un tono che lasciava trasparire tutta la sua irritazione.
«Assolutamente niente!» mentì B.B., eludendo lo sguardo penetrante di Raven.
Per sua fortuna, l’allarme cominciò a suonare e Robin balzò in piedi, gridando: «Titans, go!»
I cinque ragazzi si catapultarono fuori dalla stanza, Beast Boy sorridendo come un ebete al pensiero dello scampato pericolo.
Ma la maga gli sibilò all’orecchio: «Riprenderemo questo discorso… Dopo.»
Il ragazzo deglutì rumorosamente, fermandosi di colpo. «A-iu-to» sillabò, senza fiato.
«Beast Boy, sbrigati!» gli urlò dietro Robin.
2)«In un negozio piuttosto piccolo…» e l’aliena si lanciò in una dettagliata descrizione del negozio e poi dell’abito. Alla fine a B.B. sembrava di vederlo davanti ai suoi occhi.
«È perfetto» mormorò con fare pensoso. Fece un cenno di ringraziamento a Star, poi sparì verso la sua camera. Era appena arrivato davanti alla porta quando lo colpì un pensiero: non sapeva la taglia di Rae!
Come fare? Poteva tornare da Star, ma dubitava che anche l’aliena lo sapesse, era raro che Raven mettesse in giro informazioni su di sé. L’unica cosa che gli restava da fare era passare all’azione.
Sorridendo con fare sospetto entrò in camera sua e si lavò velocemente, indossando poi degli abiti normali. Erano nettamente più comodi delle divise, per stare in casa, avevano convenuto tutti quanti.
Sempre con un sorriso stampato sulla faccia si avviò verso la camera di Raven.
Una volta davanti alla porta il suo sorriso vacillò per un istante, ma riprese immediatamente la sua stabilità quando il ragazzo non ottenne nessuna risposta.
Con nonchalance digitò il codice, sottratto a Robin mentre dormiva ed aprì la porta della maga. Sgusciò dentro, nel timore di essere visto, chiuse la porta e si voltò…
… Per trovarsi davanti una Raven piuttosto arrabbiata che indossava soltanto… Un asciugamano?
«BEAST BOY!!!!!!!!!!!!» L’urlo della maga riecheggiò in tutta la torre, facendo accorrere i Titans davanti alla sua porta.
Lo spettacolo che si trovarono davanti una volta apertala fu piuttosto divertente: Raven urlava come una matta, facendo esplodere oggetti a caso, mentre Beast Boy la guardava come in preda ad una visione mistica. I tre ragazzi non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.
Pessima scelta, perché la maga si voltò verso di loro, il viso trasformato dalla rabbia e ringhiò: «Non ci vedo niente di divertente. Uscite immediatamente da qui! Subito!»
I tre Titans non poterono fare a meno di obbedirle e trascinarono B.B. con loro.
La porta si richiuse dietro di loro con uno schianto secco.
«Allora, Beast Boy, che stavi cercando di fare?» domandò Robin, una volta raggiunta la sicurezza della stanza comune.
«Niente!» esclamò il mutante.
«B.B….» lo minacciò Cyborg con un ringhio.
Il ragazzo verde si raggomitolò su se stesso, spaventato. Cyborg in versione fratello maggiore era qualcosa di terrificante.
«Andiamo, non volevo fare niente! Di sicuro non volevo vederla senza niente addosso!» gridò esasperato. “Perché no?” gli disse la sua coscienza, coinvolgendolo in una serie di fantasie che in televisione avrebbero richiesto il divieto per i minori di diciotto anni.
«Se stai immaginando qualcosa che ha a che fare con Rae, te stesso e pochi vestiti smetti immediatamente. O stasera avremo stufato di agnello in salsa verde, specialità della casa» lo mise in guardia il mezzo-robot, ottenendo come effetto immediato un asciugamento rapido della bava che era andata spargendosi sul pavimento.
3)Beast Boy spalancò gli occhi, guardandola come se la vedesse per la prima volta.
Lei fece un sorriso imbarazzato e indicò qualcosa sopra le loro teste: «È tradizione» disse poi semplicemente, sgattaiolando via dalle sue braccia e dirigendosi verso la sua stanza, con il vestito ancora stretto a sé.
«Buonanotte e… Buon Natale» sussurrò, prima di sparire nell’oscurità.
Il mutante alzò lo sguardo: vischio.
Vischio.
Rimase lì a guardarlo incredulo, poi la sua coscienza lo obbligò a schiodarsi da lì per seguire la maga.
La trovò accanto alla porta della sua stanza e la trovò semplicemente bellissima con i capelli raccolti in una semplice coda e il vestito rosso e oro che le aveva comprato Star per quella serata.
La raggiunse di corsa, facendole alzare gli occhi dalla serratura della sua camera.
«Beast…» cominciò a dire, ma venne interrotta dalle labbra ruvide del ragazzo sulle sue.
Spalancò gli occhi e stava per staccarsi da lui, quando il suo vero io venne preso in ostaggio dai suoi cloni mentali. Allora chiuse gli occhi e si lasciò andare.
In fondo era da una vita che aspettava un momento del genere.
Il mattino dopo, Beast Boy si svegliò in una stanza che decisamente non era sua. Troppo buia e troppo ordinata per essere la sua.
Poi sentì qualcosa pesargli sullo stomaco e voltandosi a fatica vide un braccio sottile appoggiato sulla sua pelle verde.
Spostando lo sguardo vide anche una testa viola tutta scarmigliata e un viso pallido ma felice.
Trattenne a stento una risata, per paura di svegliarla e si raggomitolò accanto a lei.
“Vischio. Chi l’ha messo è un genio” pensò, prima di riaddormentarsi.
In conclusione ottimo lavoro! |