Recensioni per
Ulisse [I said yes I will yes]
di Artemisia89
Non sono su EFP, sto leggendo i Dubliners e questo è uno dei tanti racconti. |
Stupenda, tesoro. Girovagavo nel tuo Account quasi per sbaglio e mi sono trovata davanti questo titolo favoloso, intrigante, ipnotico. Mi è piaciuta da morire questa storia, mi ha lasciato con gli occhi lucidi e il cuore pesante. Già dall'inizio aleggiava un sentore di tragedia, impalpabile e opprimente, come il profumo acre di una sigaretta aromatizzata. Il dolore parte quasi in sordina, si nasconde nel grigiore e nell'apatia di un uomo che sale sul treno, per poi divampare come un incendio sul finale, assieme a quella domanda mai fatta, a quelle risposte portate dal vento. Complimenti, davvero. Baci, Vale |
Mi suso per il ritardo, come al solito, sembra che non riesca ad afferrare il mio tempo. Comunque. È un lavoro splendido, terribile, nella sua malinconia ipnotica, nella sua tristezza. Ma questo te l'ho già detto, no? È come un lento discendere in sottili spirali (di fumo di sigaretta) verso la fine, che è semplicemente troppo triste, e troppo vera. E il tuo modo di scrivere incanta, culla. È splendida, 'mmora. (L) |
Non potendo pubblicare una recensione più articolata (e meritata, secondo me) a questa storia finché non riuscirai a mettere le mani sul file e sistemare quei piccoli erroretti che ti sono sfuggiti qua e là (mi spiace spaccare il capello in quattro così, ma si tratta di una questione di coerenza con la linea che abbiamo deciso di tenere), mi accontento di lasciarti due righe qui. Con la richiesta di farmi subito un fischio quando sarà pronta, perché questa è una storia che io per prima voglio recensire al di fuori di questo piccolo, personale spazio commenti. Le cose che più mi colpiscono maggiormente di questo tuo lavoro sono due: da un lato, la semplicità dell'ordito nei suoi termini di azioni. In fondo la storia narrata racconta di un viaggio in treno, un incontro e la consegna di un'eredità. E ritorno. A livello di azione, siamo davanti a un canovaccio quasi elementare. Tuttavia il modo in cui hai raccontato queste poche azioni è in grado di tenere in piedi il tutto cancellando ogni possibile traccia di banalità, di noia, di inconsistenza. Questa storia, insomma, riesce a fare della sua retorica (e non intendo il termine in senso negativo) il suo punto di forza. E il fatto che abbia dovuto specificare che l'accezione di "retorica" nel tuo caso sia positiva dovrebbe essere di per sé molto indicativo, visto che di solito la retorica di una storia è un mattone difficilmente digeribile. Una di quelle cose che si elencano di solito (parlo della scrittura amatoriale, ovviamente) dopo il "Bella, però...". La seconda cosa è la costruzione della tua ragnatela di riferimenti e punti fissi. Ci sono dei ritorni quasi ossessivi (il grigio, il fumo, la cenere, la polvere) che il lettore ritrova in più parti, "mascherati" in modo diverso ma ricorrenti. Come in un sogno: figure diverse che rimandano a uno stesso pensiero (qui una morte dovuta al fuoco). Una trovata che io trovo ottima per preparare il flash back che viene continuamente spifferato, ma solo alla fine in una dose tale da permettere di capire davvero. |
Uno splendido lavoro, senza dubbio: molto curato, limato oserei dire, ma senza perdere freschezza e spontaneità. Dal punto di vista stilisto posso dire che sei migliorata molto, hai un tratto decisamente più 'maturo' anche se trovo le parentesi quadre prettamente inutili e quasi pesanti, nel quandro generale. |