Non mi piace scrivere recensioni critiche, non l' ho mai fatto. Ma qua mi sembrava opportuno.
Aldilà del contenuto, che va molto bene perché lì è una questione soggettiva, vorrei invece segnalarti tre punti, chiamali pure spunti su cui riflettere o lavorare.
1 L' abuso di arcaismi e profondamente sbagliato sia da un punto di vista di rigore che da un punto di vista più strettamente grammaticale. Attento ad usare le apocopi: fanno ridere, non rendono il tono più elevato. Anche i poeti del '300 le usano, sì, ma solo per questioni metriche che qui non esistono. Anche quel "codesto" nella presentazione sembra un po' messo lì. E' inefficace e sembra un preziosismo fine a se stesso, oltreché suonare male. Non rendi medioevale un testo piazzandoci qualche toscanismo gratuito, sia perché nel medioevo non esisteva un Italiano vero e proprio, sia perché per un lavoro così ci vuole rigore e studio. Se no si cade nell' imprecisione bella e buona. Come quel "mi" che usi... Innanzitutto sarebbe un "mi'" perché in italiano non esiste questa forma se non come apocopata; è poi un ipercorrettismo non necessario. Dante dice: "il mio maestro e 'l mi autore" !
Ma ti lascio una riflessione: tornare a parlare come parlavano allora? E non essere capiti (far ridere o riceve critiche in parte è un non essere capiti!)? Se hai qualcosa da dire perchè allora scegliere questa via? Puoi richiamare quel mondo anche in maniera più chiara, diretta ed efficace.
2 La punteggiatura: la maggior parte delle virgole non sta nel posto giusto, come dopo il "ma" oppure tra il "ricco...". Abusato è invece l' uso dei punti di sospensione, che potrebbero essere cambiati in altro modo e non rendere quella situazione già sottolineata dalla critica precedente.
3 Non c'è musicalità. La poesia è strettamente legata alla forma metrica, anche quella più recente! Lì è nascosta ma non distrutta. Le anafore che usi e gli arcaismi non rendono questo testo una prosa ritmica e non c'è traccia di forma! I poeti a cui ti ispiri sono quelli più severi in relazione alla metrica: è importante quanto il contenuto! Ma non ti dico di scrivere un sonetto: semplicemente di rispettare una certa musicalità, altrimenti non c'è assolutamente differenza tra una lettera o una poesia! E' indispensabile: alcuni versi sarebbero troppo lunghi anche per Sanguineti.
Un'ultima cosa. Sono un impiccione: ho letto la risposta alla critica precedente e l' ho trovata spiacevole, gretta, scortese. Non è questione: se qualcuno ha lasciato una traccia, crinica o no, s'è impegnato. Ha letto e ha giudicato: ha la libertà di farlo, poi casomai non leggerà altro, ma mi sembra che così tu non vai contro di lui quantopiù contro te stesso. Bisogna ragionare a testa bassa sulle critiche che ci vengono fatte, più ancora che sulle lodi perché sono le prime che effettivamente ci fanno crescere.
Chiudo qua, spero di non offenderti: vorrei solo farti riflettere un po' per migliorare. Ho visto il tuo Nickname e mi ha incuriosito, ma per diventare il poeta che hai scritto di essere ci vuole tanta umiltà e tanto lavoro (tranquillo: io che critico sono il primo a non riconoscermi tale, eh), allora sì che i risultati verranno fuori.:-D
Saluti! :-) |