Ciao, questa storia è bellissima e triste al contempo. Bellissima per il modo semplice, conciso, ma sentito con cui sei riuscita a trasmettere i vissuti dei due fratelli e triste per il senso di impotenza che emerge da entrambi.
Klhaus che dopo secoli non ha ancora imparato nulla e che resta prigioniero del circolo vizioso di credenze che lui stesso ha creato. E Rebecka - personaggio che mi piace e mi ispira tenerezza - che cerca disperatamente l'amore sincero di qualcuno, scoraggiata ma non arresa.
Profondo il finale dove la ragazza, pur di alleviare il dolore, si appoggia proprio a colui che glielo ha causato. Un pò per mancanza di alternative, un pò per consapevolezza della di lui angoscia.
Brava, scrivi molto bene |