Recensioni per
Il mito
di Kimberly Heiwa

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/01/13, ore 16:46
Cap. 1:

Molto bene. Finalmente qualcuno che ne parla come si deve!
Devo dire che il titolo in se' mi ha attirato, le parole lapidarie dell'introduzione mi hanno spronato ancora di più. 'Il mito'.
Di primo impatto devo ammettere che tutto mi sarei aspettato men che questo. Una OS di carattere Generale su uno scontro epico, un eroe classico o una divinità obliata. Tutto tranne questo. E devo ammettere che è meglio così.
La prima parte (che posso pensare l'angolo dell'autrice, o no?), introduce in un certo senso la storia che sei andata a scrivere; tuttavia mi sento in dovere di precisarti una cosa: segnala questo genere di siparietti. Basta un mezzo titolo in grassetto, o con una modifica a piacere, in modo che si noti la differenza tra la OS vera e propria e le tue riflessioni e le tue richieste (come la voglia di ottenere consigli).
Come è impostata ora, mi sono buttato a capofitto nella lettura. C'è il titolo. 'Bene', mi sono detto; 'questa sarà una poesia che incornici il tutto!'. Poi ho scoperto quel che era. Questa è solo la prima parte, e già sto facendo lo scorbutico... Perdonami! ^^""
Passano al corpus della One Shot, si nota subito il tuo io. L'io dello scrittore-protagonista. Sei al centro della storia e la vivi, o meglio la subisci.
Non ho trovato nessun errore di grammatica (per quanto possa essere un compito gravoso, un recensore è costantemente a caccia di errori, per segnalarli al lettore in modo che egli/ella possa impararne, in futuro).
Abbandonate le questioni prettamente burocratiche, passiamo all'analisi vera e propria della storia.
Come accennavo prima, era ora che qualcuno denunciasse pubblicamente 'sta cosa. Non tanto i giovani fumatori, i precoci alcolizzati e i drogati in fasce. Quanto invece il fatto che i giovani vogliono diventare adulti sempre prima e, allo stesso tempo, gli adulti fremono per poter tornare, in ogni modo possibile ma senza riuscirci, giovani ed arzilli come un tempo.
Ragazzi che si comportano come casanova trentenno dall'aria vissuta si incontrano spesso. Ragazzi che fanno 'We, c'hai 'na stizza?' e tu rimani impietrito, indeciso se allontanarti lentamente continuando a fissarli, temendo che possano inseguirti, o semplicemente prendere una spranga e dargliela sulle gengive. Non voglio inneggiare alla violenza, ma tutto questo è un problema realmente attuale.
Questo è il mito che da il titolo alla storia (a mio avviso almeno). Un mondo che non ci saremmo mai aspettati, lontano anni luce dalla realtà, eppure dannatamente vicino!
Da parte tua riesci perfettamente nella caratterizzazione dei personaggi, benché assumano un ruolo marginale all'interno della narrazione (che giustamente è etichettata come 'Introspettiva'). Tuttavia nasce e viene rimesso sul tavolo il confronto tra le due giovinezze. Quella 'bruciata' (letteralmente e fisicamente) dei ragazzini perennemente intossicati e quella sana, vissuta dalla protagonista (che poi dovresti essere tu). Che dire, rispetto al mio stile scarno ed essenziale (anche se corretto), questo tuo modo di scrivere è tutto su un altro livello.
Una sola cosa non ho ben compreso o forse mi è sfuggita:
'Catechismo, dissero i loro genitori, ignari di cosa realmente succedesse in quella topaia'
Ho qualche dubbio sul senso di queste parole; è forse un'anticipazione di quello che dici dopo? In altri casi la troverei slegata dal contesto e per giunta con poco senso, se lasciata a se' stante. Mi piace l'idea di lasciare il pensiero diviso per frasi, della massima lunghezza di un paio di righe. Sono idee slegate ma coerenti tra loro, che vanno ad alimentare la stessa tesi. Solo uno spunto: e se potessi raggrupparle per temi (fumo, alcool, droghe, sbornie)?
Avrei qualcosa da obiettare sul sinonimo che usi per indicare le sigarette, i piccoli cinindretti. Personalmente avrei optato per qualcosa che facesse più presa sul lettore, accentuando l'idea che hai sulla malsanità del fumo ma dopotutto, per carità, è solo una minuzia.   :)
Complessivamente (e dovendo esprimere un giudizio) alzerei la bandierina verde, perchè un lavoro del genere va premiato innanzitutto per il coraggio che l'autrice ha mostrato, ma anche per la notevole sensibilità dei problemi attuali. Un altro punto a favore è il coinvolgimento emotivo del lettore (io almeno mi ci sono rispecchiato un fascio!). Brava! °-°
A presto, sperando di leggere altre tue storie.
Thumbs up!
IpseDigit