ASDFGHJSDFG.
CATEEEEEEEEEEEEEEEEEE.
Mi hai uccisa con questa fic. Non riesco nemmeno a descrivere bene cosa sto provando in questo momento. Forse dovrei prima fermarmi e mettere insieme le idee, ma non so perché non riesco a fermare il flusso di parole. Oddio, il flusso di parole mi fa pensare a Kishibe. Ora ogni volta che dirò quest'espressione ci penserò. E sappi che quando riscriverò Say LOVE mi verrà in mente questa shot e il taglio di capelli di Kishibe. Madò. Sto tipo sclerando e piangendo come una deficiente davanti allo schermo -mia sorella mi fissa strano e sparla di me col suo boyfriend- . Non riesco a fermare le lacrime!
Il tema lascia, già di per sé, a bocca aperta. Io non ho mai conosciuto persone che hanno tentato il suicido, o peggio che ci sono riuscite, come la ragazza di cui parli. Però mi ricordo che è successo anche qui a Napoli, soprattutto due anni fa ci sono stati moltissimi casi di adolescenti; una di queste persone era una conoscente di una mia amica, e ricordo di aver passato un'intera serata a consolare questa mia amica. Ecco, lei non riusciva a smettere di piangere e tremare. Era presa da sgomento e paura e incredulità e tante altre cose.
Un po' queste sono le sensazioni che mi hai fatto ricordare attraverso la fic, anche se mi sono arrivate in modo più intenso rispetto al ricordo che ne avevo.
La storia sembra cominciare bene! Sembra una storia normale, vita normale di adolescenti. Ma già dall'inizio c'era una leggera vena di inquietudine sotto le parole e i gesti di Kishibe. Anche il taglio di capelli, che può essere interpretato come un semplice capriccio, sembra nascondere qualcosa di più, un male di vivere che parte dal non piacersi. Non so spiegarlo bene, ma il confronto con l'atteggiamento menefreghista di Yukimura rende ancora più drammatica la vicenda -allo scattare della sua consapevolezza, ho avuto un brivido.
Oddio, credo di averli ancora i brividi, ad essere onesta. Okay, ho un po' smesso di piangere mentre mi sfogavo, okay.
Ma mi sento ancora così triste! Il finale della storia mi ha lasciato con un senso di incompletezza. Se avessi descritto direttamente il suicidio di Kishibe, forse non mi sarei neanche sentita così angosciata; invece la scelta di non raccontarlo dal punto di vista di Yukimura crea un certo distacco dalla vicenda emotiva di Kishibe. Il suicidio non ha un senso, non c'è un perché dal momento che Yukimura non lo conosce. E l'immagine del cellulare che vibra a vuoto mi ha commossa, è anche più cruda delle lamette sporche di sangue.
Okay, ho ricominciato a piangere, okay -mia sorella mi viene a chiedere se è tutto a posto, e io "No che non è tutto a posto, non si vede?!", adfghj-.
Ti ho scritto un papiello enorme, scusami ma sentivo il bisogno di sfogarmi çwwwwwwwwç
Mi ha messo l'angoscia addosso questa fic, però la amo, adfghjk. E' bellissima, perciò va dritta nelle mie ricordate.
Un abbraccio molto umido e piagnucoloso (?)
- dalla tua SovranaH, Roby, che ti adora anche se la stai contagiando con la mania dell'angst.
magari andrò ad accettare un po' di pali per riprendermi (??) |