(recensione per “Recensioni on” di Ti lascio una recensione)
Ciao =) Allora, premetto che non ho letto i libri e non ho visto la serie tv, quindi, non conoscendo il fandom, ero preoccupata di non essere in grado di fare una buona recensione, ma questa storia particolare è apprezzabile anche da parte di persone come me. Parto dicendo che mi è piaciuta molto, Anastasia è un personaggio storico molto affascinante, e qui tu sei riuscita a darle vita, rispettando abbastanza il carattere che la memoria storica le attribuisce. Hai fatto una cosa che, purtroppo, molti non fanno, e cioè informarsi, e questo ti ha permesso di ricostruire gli eventi della vita della piccola Romanov in maniera piuttosto realistica. Mi piace la struttura che hai dato al racconto, alternando le lettere alla narrazione in terza persona, dando movimento e intensità all’insieme.
Onestamente, parlando di errori e correzioni, posso solo farti notare alcuni dettagli, come correttrice di bozze perfettina e rompiscatole, tra l’altro perfettamente consapevole di essere la prima a fare errori ben più gravi. Non ci sono errori di battitura, a parte nell'introduzione, ma alcuni errori di punteggiatura si.
Te li indico in modo schematico, così facciamo prima, ma potrei aver dimenticato qualcosa.
“Secondo la ricostruzione storica più aggredita..." --> accreditata
“Uno dopo l’altro tutti i componenti della famiglia imperiale caddero a terrà ed infine i loro corpi furono dati alle fiamme” --> Uno dopo l’altro, tutti i componenti della famiglia imperiale caddero a terra, infine/dopodiché i loro corpi furono dati alle fiamme.
“Ma quando i resti vennero ritrovati due corpi risultarono mancanti: quello del piccolo Alessio, figlio minore dell’imperatore e di una delle figlie, forse Anastasia.” --> Ma, quando i resti vennero ritrovati, due corpi risultarono mancanti: quello del piccolo Alessio, figlio minore dell’imperatore, e di una delle figlie, forse Anastasia.
“ È da questo che mi volevi salvare quando quella notte mi proponesti di fuggire?”--> È da questo che mi volevi salvare quando, quella notte, mi proponesti di fuggire?
“E questo quello che devo fare ora.”--> non mi è chiaro se voleva essere un “è questo” oppure no, però ti consiglierei di alleggerire la frase così: “è questo che devo fare ora”.
“…la verità su quel ragazzo dagli occhi blu e l’accento straniero che era entrato a corte spacciandosi per un nobile prussiano.” --> la verità su quel ragazzo dagli occhi blu e l’accento straniero, che era entrato a corte spacciandosi per un nobile prussiano.
“…una bugia ben ricamata come una tela.”--> una bugia ben ricamata, come una tela.
Onestamente la toglierei questa similitudine, perché non è necessaria. A voler essere proprio precisi, poi, sarebbe più corretto dire che è “ben ordita, come una tela”, ma se vuoi usare l’immagine del ricamo che viene usato per nascondere una macchia o qualcosa nell'ordito della tela, allora ok, però credo che lo dovresti spiegare, anche perché Anastasia ne sapeva qualcosa del ricamo. È una finezza, ma sta a te. Soprattutto per le frasi che seguono. Il parallelismo con la tela di Penelope è azzeccato, ma proprio per questo devi distinguere bene tra tela e ricamo: il ricamo è qualcosa che fai sopra la tela, sfruttando la base strutturale dell'ordito per costruire la decorazione.
“Maria sapeva solo una parte della storia, quella che lei le aveva raccontato, una bugia ben ricamata come una tela.
La stessa che lui aveva provato a raccontare anche a lei. La stessa tela che lei, invece, aveva disfatto giorno dopo giorno, fino a giungere al suo cuore.” Il salto che fai tra una proposizione e l’altra è un po’ scomodo: nella seconda frase riprendi, giustamente, la storia/bugia che lui ha cercato di raccontarle, poi, nella terza frase, riprendi la tela, ma il lettore deve andarsela a “cercare” due frasi prima, e in mezzo ci hai messo anche un “punto e a capo”, quindi non è formalmente molto corretto.
“forse dall’Europa ma in fondo non poteva dargli torto”--> Io, tra Europa e ma, metterei o una virgola, o, ancora meglio, un punto. Inoltre, “Lui aveva l’eternità e l’avrebbe vissuta” io lo terrei di seguito e rimanderei a capo “Anastasia si chiese se…”.
“Ci ho ripensato mentre le guardie ridevano di noi. Dello Zar e della sua famiglia vestiti da contadini e costretti a coltivare la terra, loro ridevano ed io rivivevo tutto.”--> Ci ho ripensato mentre le guardie ridevano di noi, dello Zar e della sua famiglia, vestiti da contadini e costretti a coltivare la terra. Loro ridevano ed io rivivevo tutto.
“…la vita degna di essere vissuta o nel tuo caso l’eternità.”-->...la vita degna di essere vissuta, o, nel tuo caso, l’eternità.
“Suo padre, lo Zar di Russia che spaccava la legna.”--> Suo padre, lo Zar di Russia, che spaccava la legna.
“Mio padre è fiducioso e mi è stato insegnato che non devo mai dubitare di lui ma come posso?”--> Mio padre è fiducioso e mi è stato insegnato che non devo mai dubitare di lui, ma come posso?
“… ti servivi di loro, ti ho visto uccidere quella notte e non ho avuto paura.”--> … ti servivi di loro. Ti ho visto uccidere, quella notte, e non ho avuto paura.
“Non ho avuto paura di te perché ti conoscevo, sei il male, amore mio?” --> Non ho avuto paura di te, perché ti conoscevo. Sei il male, amore mio?
“Me lo ripetevi in continuazione, andavi via e passavo giorni senza tue notizie e poi tornavi …”--> Me lo ripetevi in continuazione, andavi via, passavo giorni senza tue notizie e poi tornavi …
“…che non capivo niente della vita ma poi mi baciavi…”--> che non capivo niente della vita, (o . ) ma poi mi baciavi…
“O forse ero io a farlo perché mi amavi ed io amavo te”--> O forse ero io a farlo, perché mi amavi ed io amavo te.
“allora il male lo vedo.”--> non è esattamente un errore dal punto di vista linguistico, perché nel parlato è una forma che si usa. È un esempio di dislocazione a sinistra, molto frequente nel parlato, ma qui si tratta di una lettera. Stesso discorso vale per locuzioni tipo “questo quello che”, e simili, sono ridondanze tipiche dell’italiano dell’uso medio, cioè del nostro modo di parlare oggi. Idem per “Ci sto correndo verso quella fine”, il “ci” attualizzante è un uso contemporaneo, non lo scrivi spesso, però mi sembrava il caso di fartelo notare.
“…non si lamentò come le era stato insegnato a fare.”-->non è chiarissimo, scritto così, se le è stato insegnato a lamentarsi ma lei non lo fa, o se non si lamenta, così come le è stato insegnato. Quindi ci metterei una virgola: “…non si lamentò, come le era stato insegnato a fare.”
“Non è ovvio, della piccola Zarina di Russia. Il tuo vero amore.” -->Non è ovvio?! Della piccola Zarina di Russia, il tuo vero amore.
Ok, in generale ci siamo. Ti consiglierei di riguardarti il tutto, solo perché a volte fai dei “punto e a capo” che non hanno molto senso, e altre volte, dove invece ci starebbero, li eviti e continui di seguito.
Vorrei fari un discorso a parte per quanto riguarda le lettere. Tu hai scelto un racconto che rievoca fatti, ma soprattutto personaggi, che appartengono ad un’altra epoca e ad una classe sociale che godeva di un’educazione superiore, soprattutto considerati gli standard della popolazione russa. Con questo non voglio dire che le lettere dovrebbero essere scritte in toni pomposi, usando unicamente termini appartenenti al registro medio-alto, e con una costruzione sintattica antiquata, perché così facendo risulterebbero ridicole, ma dovresti cercare un compromesso. Mi spiego: il tono colloquiale, che ben si adatta, e anzi, è necessario in questo particolare tipo di lettera, non deve sfuggirti di mano. Se da una parte hai dato voce a sentimenti umani, che anche una ragazza contemporanea, calata nella stessa situazione, avrebbe espresso, dall’altra hai imposto alla voce di Anastasia un modo di parlare che non le appartiene. Non dico che avrebbe dovuto essere altisonante, con parole pompose, o roba del genere, perché sarebbe ridicolo! Ma hai usato costruzioni morfosintattiche che sono tipiche dell’italiano dell’uso medio, che, pur risultando efficaci dal punto di vista comunicativo, ad un lettore puntiglioso, abituato a leggere romanzi storici, e che, per sua e tua disgrazia, abbia seguito un corso di linguistica, risulteranno stonate. La ridondanza di pronomi, il rafforzamento dei dimostrativi, la dislocazione a destra e la dislocazione a sinistra, il che polivalente… sono tutti fenomeni tipici del parlato moderno che, pur essendo ormai stati assimilanti dal parlante al punto da non notarli più, non sempre vengono accettati nella forma scritta. Pensa quindi a come appare estemporanea, per non dire fuori luogo, la loro presenza in una lettera scritta da una principessa imperiale dei primi decenni del Novecento.
Con questo ho finito. Mi dispiace essere così puntigliosa, soprattutto perché, ripeto, io quando scrivo faccio molto di peggio, ma dovendo fare una buona recensione mi sembrava giusto fartelo notare, anche perché questa storia è veramente bella, un’idea a mio parere originale e ben curata, e quando una cosa la si fa con cura, di solito, si vuole che chi la giudica lo faccia con altrettanta attenzione.
Complimenti per il lavoro che hai fatto, scrivi molto bene e onestamente, pur non conoscendo il fandom, credo che meriti di stare tra le “Scelte”.
In bocca al lupo per tutto. Baci. |