Devo ammetterlo: questo racconto mi è piaciuto tanto.
Per due principali e non confutabili motivi: per come è scritto e per quello che c’è scritto.
Mi piace il tuo stile, che ti somiglia, o forse somiglia al groviglio doloroso delle sensazioni, somiglia quello che non si vede se non si conosce. È tutto intriso di una violenza poetica. Nei cocci di vetro dello Specchio contro la carne, nell’amore, che se insanamente donato è puro distillato di violenza vergine.
(la scena dello Specchio mi ha particolarmente colpita, non tanto nella sua evoluzione, quanto nel filo di pensieri che la segue)
Per quanto riguarda il resto; è terribilmente e crudelmente magnifico. Un viaggio disincantato in una dimensione apparentemente onirica ma invece reale. Un lungo monologo, perché il pensiero di questa Lei aleggia nelle descrizioni degli spazi e degli oggetti, nella narrazione dei momenti e dei movimenti.
Il finale è agghiacciante. Forse è per questo che mi ha mozzato il fiato. Forse è per questo che mi è piaciuto tanto.
Trovo la tua storia emotivamente complessa, raffinata e cupa. Bella, complimenti.
Un ultima cosa:
Forse era sbagliato amare come lei aveva amato Nessuno,
Amen, oserei dire.