Recensioni per
Prigioniero
di Lilith Hedwig

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/05/13, ore 22:26
Cap. 1:

Ciao cara omonima (scusa se ti chiamo così, ma data la storia la tentazione era troppo forte xD) Questa storia è stupenda e lo stile è perfetto. La disperazione di un uomo innocente giudicato colpevole, che dopo tutto quello che ha sofferto non si riconosce più. Forse è davvero colpevole, forse non lo è. Difficile a dirsi perchè lui chi è? L'unica cosa certa che gli resta è il rumore del mare. Bravissima! Baci BluBabuska

Recensore Junior
01/03/13, ore 16:10
Cap. 1:

Ho sentito quella solitudine che trasmette il tuo prigioniero, la perdita d'identità l'angoscia che lo porta ad ascoltare il mare per vincere la disperazione. Infondo non importa chi sia lui, per cosa sia lì, adesso è solo un numero, una nullità nel mondo. Le urla si perdono, nella tragedia della quotidianità a cui lui non bada più, reso ormai guscio vuoto da dissennatori e l'assopirsi della sua coscienza.

Recensore Junior
04/02/13, ore 14:47
Cap. 1:

Ciao :) ho trovato la tua shot per caso e volevo soffermarmi un attimo a farti i miei complimenti. L'ho trovata originalissima, intensa, cruda e tagliente seppur breve. Sei riuscita in poche righe a trasmettermi davvero molto e questa è una cosa che apprezzo tanto. Ho particolarmente amato l'accostamento del tutto al rumore e al frastuono delle onde del mare, e all'attenzione nel ripetere delle frasi particolari, mi ha proprio dato l'idea dello scrosciare imperterrito delle onde contro la desolata scogliera. Che dirti... evocativa, moltissimo. Tutta la storia, me ne sono innamorata dal primo rigo. Perfetto il terrore che sei riuscita a trasmettere, e la perdita della propria identità. Perché alla fine il nome è la prima cosa che ci definisce. E il fatto che tu abbia parlato di un personaggio senza nome, senza identità, appunto, l'ho trovato molto pertinente all'ambientazione di Azkaban, e al contempo molto originale, non ho mai letto niente del genere, io stessa non ci avrei mai pensato. Smarrimento assoluto, vuoto che incalza e divora sempre più. Vorrei scrivere altro, credimi, e vorrei che la mia recensione fosse un po' più decente, ma mi hai talmente scossa che al momento non riesco ad articolare per bene tutto quello che vorrei esprimere... spero di leggere presto qualcos'altro di tuo. Ancora complimenti :)

Recensore Master
24/01/13, ore 23:59
Cap. 1:

Ciao, Lilith! Accipicchia, ma da quanto tempo non leggevo qualcosa di tuo nel fandom di Harry Potter? Che fine avevi fatto???
Lo sai che hai fatto un gran ritorno, dovresti tornare a scrivere seriamente in questa sezione!
Questa fic è bellissima, intrisa di... dolore, solitudine, abbandono.. a tinte fosche, corredata dalla disperazione... l'ho sentita davvero tanto.
In maniera incredibile. Per non parlare del ritmo che le hai dato. Strabiliante. C'era veramente ritmo, sarà per le domande, sarà per le risposte, per lo stile crudele, imperante, ossessivo... mi è piaciuta parecchio! Vedi come non leggevo da tempo niente di tuo?
E' stato proprio un gran ritorno, complimentissimi! E' stato un vero piacere rileggerti di nuovo!
Tanti tanti complimenti e... sono mezza senza parole, l'accostamento con il mare, la domanda continua "chi sei, prigioniero?". mi è piaciuto tutto dal primo rigo all'ultimo.
Bravissima, sono proprio contenta di aver letto questa fic.
Kiss! ;)

Recensore Master
21/01/13, ore 11:40
Cap. 1:

Qualcuno ha detto che "siamo più complessi del nostro nome", ma alla fine il nostro nome è ciò che ci identifica non solo al mondo, ma anche a noi stessi. Costruiamo sul nostro nome il nostro io, se lo perdiamo siamo destrutturati.
Questa Flash è eccezionale!
Lo stile e il lessico veramente notevoli. La struttura formale a domande è incalzante, e fa cercare risposte al di là dello scritto stesso.
Complimenti davvero.
G.

Recensore Master
20/01/13, ore 19:07
Cap. 1:

Ciao, cara! Sono Charme, Elena, insomma, io, che l'altro giorno ti ho detto che non sapevo come fare/quando passare/mi dispiaceva un casino ma prima o poi sarei passata.
Apparentemente, ci sono riuscita XD

Ci tengo veramente a farti sapere che ho molto apprezzato la tua storia, perché riesce a mostrare il perché il solo nome della prigione di Azkaban sia sufficiente a instillare un terrore innominabile nelle menti di qualunque mago o strega. Rox, prima di me, ha giustamente interpretato il punto di vista come un probabile spaccato della mente provata di Sirius, ma io trovo che, per la distruttiva manovra di annullamento dell'identità che i Dissennatori e la prigionia operano sui carcerati, il protagonista potrebbe essere chiunque. E con 'chiunque' intendo anche una donna, per esempio.
Magari qualcuno che sia stato dichiarato colpevole dal folle tribunale del regime della Umbridge, qualcuno che era semplicemente colpevole del proprio "stato di sangue".

Le scelte lessicali e stilistiche rendono benissimo l'atmosfera di tensione perpetua dovuta al terrore paralizzante dei Dissennatori, la cui assenza non porta alcun sollievo, in quanto potrebbero tornare in qualunque istante. Mi piace che anche il mare, solitamente elemento positivo, venga invece utilizzato come particolare ulteriormente angoscioso.
Le anafore danno un ritmo che rende perfettamente la sensazione della mentalità del prigioniero, che si attacca a qualunque cosa ossessivamente per rimanere lucido, ma nel contempo non riesce a trovare se stesso.

Il giudizio, quindi, come penso tu abbia capito, è positivissimo.
Ho solo un paio di punti che vorrei chiarire - ma sono dettagli.
- "deve c’entrare qualcosa…" questa parte comprende uno dei primi tentativi del prigioniero di attaccarsi alla propria identità, e poiché sono i pensieri diretti del personaggio, è giusto che tu abbia cercato di trasmetterli nella maniera più realistica, evocando anche lo stato confusionario del poveretto, ma messi così stonano un po'. Ti suggerirei di mettere quella parte (da "Come un'ancora" fino a "qualcosa") in corsivo, per farli spiccare dal resto ed enfatizzare il fatto che siano i suoi pensieri diretti, e non facciano parte della narrazione.
- "Senti, senti le urla: è il mare o altri come te?" qui, invece, ti consiglierei di aggiungere 'sono' tra 'o' e 'altri', perché altrimenti il verbo di riferimento è 'è'. Sembra un dettaglio, lo so, ma nel leggerlo mi è suonato proprio male :/

Mi scuso per le pignolerie conclusive, ti ringrazio per l'ottima storia e ti saluto!

Recensore Master
19/01/13, ore 20:36
Cap. 1:

Oddio.
Tu non sai quanto mi è piaciuta la tua storia. Non lo puoi capire.
E' davvero qualcosa di stupendo. Non mi capitava da un sacco di tempo di sentirmi così coinvolta da una fanfiction su Harry Potter, quindi questo è un altro elemento a tuo favore. Da quanto non leggo una bella fanfiction sul fandom. Hai fatto bene a tornare.:3
Mi hai letteralmente incollato gli occhi allo schermo. Lo stile è perfetto, ti lascia letteralmente entrare nella testa di Sirius. Mi hai fatto venire una malinconia pazzesca, sappilo. Mi hai fatto salire qualcosa dentro, ed era da tanto che non mi succedeva.
"Perché non ti lasciano morire, prigioniero? Perché? Forse per i tuoi occhi?"
E' una frase stupenda. Tutte le frasi sono stupende. (Anche questa mi piace molto: Non senti il sudore intriso di sporcizia che ti scende per il volto, che ti scorre sulle cicatrici dei tuoi graffi?)
Insomma, la tua storia è uno spaccato della testa di Sirius, trasuda realismo e disperazione. E' bellissima.
Non so neanche io cosa diamine ho scritto in questa recensione, ma DOVEVO lasciartene una, e io solitamente recensisco pochissimo quel che mi piace. Ancora complimenti, purtroppo ora devo correre a cena.:3
(Ci si sente tra un po'!)

Recensore Veterano
19/01/13, ore 18:03
Cap. 1:

La tua storia mi ha colpita. E' scritta davvero bene, grammatica e stile perfetti, e tutte quelle ripetizioni che a me piacciono tanto e che io venero... Ho apprezzato particolarmente, tra le "ripetizioni", la domanda iniziale invertita nel rigo successivo e che poi si ripete nel finale, seguendo uno schema ben preciso. E' una storia ben ritmata, molto musicale.
Sembra quasi di sentire il gelo dei Dissennatori, le urla del mare e dei prigionieri... ma non le urla del prigioniero. Come il protagonista, neanche il lettore riesce a sentire le sue urla, si isola in uno stato di solitudine in compagnia del prigioniero.
E il nome che manca... la ciliegina sulla torta. Tutte quelle ipotesi infantili per non scivolare completamente nella pazzia, nonostante egli abbia quasi toccato il fondo... E l'impossibilità di morire. Il simbolo della sofferenza senza fine, destinata a durare fino alla pace della morte.
La tua storia mi ha colpita in modo particolare. Questa va nelle preferite.
Con affetto.

Mene Black