Tagliente.
Una parte della mia coscienza si è sentita subito colpevole, appena letta l'ultima parola della tua bellissima shot: quante volte sono stato un uomo di plastilina? Un insipido cartonato privo di alcuna emozione?
Quante volte ancora lo sarò?
Con questo tuo testo hai rivangato fuori qualcosa di ancestrale, un dubbio più antico del tempo stesso. Vivere, o lasciarsi vivere?
Esistere, o semplicemente trascinarsi di giorno in giorno?
La domanda è esistenziale, amica mia. Oltretutto gode di una non indifferente universalità: quante persone si sentono senza scopo, prive di un loro "colore" proprio? Viviamo circondati da sfumature senza carattere e talvolta queste ci macchiano, ci contaminano nell'anima.
Avrei così tanto da dire, ma risulterei davvero prolisso. E forse ci sono cose che soffro a cercare nell'intimità dei miei pensieri.
Quante volte l'originalità e l'essere speciali, vivi, colorati, sono stati fonte di dolore per tante persone? Purtroppo ci sono delle conseguenze da pagare, da affrontare.
Sono forse un rassegnato?
Dio,spero proprio di no.
***
Con questa tua fic hai smosso davvero la parte più oscura del mio animo, quella che fa di tutto per andare bene alle altre persone. Quella che teme lo spettro della solitudine, fiera già troppo sofferta in momenti più ombrosi della mia preadolescenza. Sono senza parole.
O meglio, ne ho fin troppe. Ma mi servirebbe diciotto anni ancora per raccontarle tutte.
Your sincerely,
Dave.
P.S: Possibile che ogni tuo scritto sia sempre più bello di quello precedente? (Recensione modificata il 30/01/2013 - 05:21 pm) |