Recensioni per
Cineri Gloria Sera Venit
di Mia

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Melisandre
18/10/07, ore 19:28

Anche io l’ho letta, ma solo ora ho trovato il tempo per commentare un po’ le storie già recensite. Questa storia è decisamente difficile, non è da tutti riuscire a scrivere un testo che potrebbe essere tranquillamente inserito all’interno della mitologia, senza che il lettore se ne accorga troppo. Qualche punto debole ci sarà, ma caspita, io mi inchino di fronte allo sforzo! La storia di Achille e del suo strano rapporto con la moglie, con il fato opprimente a cui non si può sfuggire, nemmeno volendolo (ma si sente che Achille, in fondo in fondo, non vuole fuggire), e l’arrivo del solito Odisseo e della sua odiosa testa ingegnosa, sono questi gli elementi che mi hanno affascinato di più. E’ un peccato che il popolo non l’abbia portata in alto, forse non era da vittoria definitiva, ma a mio parere meritava un voto simile a quello della giuria. Ma Vox Populi… purtroppo conta anche quella.

Teiresias
18/10/07, ore 19:27

Io ho apprezzato molto questa storia, anche perché adoro la mitologia greca XD e sono in pochi a sapere che Achille ha un figlio che, ricordiamo, alla fine ucciderà Priamo. Mah, il problema principale era che i dialoghi non si armonizzavano bene con le azioni. Mi spiego: accanto ai discorsi che, davvero, sembravano usciti proprio dall’Iliade (ero così quando li ho visti la prima volta O_O), sono descritti i gesti in modo molto più quotidiano, e questo ha guastato un po’ perché era faticoso passare da uno stile all’altro. Forse avrebbe giovato di più scrivere solo in un modo, poi è il mio parere :3 alla fine mi è piaciuta parecchio…

Melian
18/10/07, ore 19:26

Ho avuto l’occasione di leggere questa storia e, quindi, voglio lasciare qui un piccolo commento. La storia è molto bella e davvero impeccabile, e riesce a catapultare il lettore in quel mondo meraviglioso che è l’epica. Sono amante di mitologia e, quindi, questa storia non poteva non colpirmi in maniera positiva. Sono, però, d’accordo con la giuria sul fatto che la storia è, forse, un po’ troppo aulica. La lettura si fa un po’ troppo faticosa, da un certo punto in poi. Nella seconda parte del racconto, infatti, la mia attenzione è decisamente calata, purtroppo. La cosa che, però, ci tengo a segnalare è questa: Achille viene presentato in un modo decisamente interessante. Proprio quel suo “voler combattere” e quel suo “dover rinunciare alla battaglia per volontà altrui”, mi ha enormente attratto. Da questo punto di vista, la storia acquista tantissimi punti. Hai saputo portare alla luce uno dei tratti della personalità del Mirmidone che non viene mai preso (o, comunque, molto poco) in considerazione. L’amore per la battaglia fa di Achille un grande eroe, ma si tratta di un amore non volto alla mera violenza e al sangue, ma di un “sentimento” (se così posso chiamarlo) molto più profondo e diverso da qualsiasi altro sentimento mai provato (come l’amore per la sposa e per il figlio). Non so se sono riuscita o meno a spiegare il mio pensiero su questo lato della tua storia, ma è proprio questo il punto che mi ha maggiormente colpito di essa e che le conferisce un tocco di freschezza, nonostante sia immersa in una atmosfera decisamente epica.

AnneLiz
18/10/07, ore 19:26

Anche se conoscevo già la storia per grandi linee e il risultato finale (be, difficile non conoscerlo), ho trovato la scelta della storia azzecatissima al claim! Complimenti per aver reso molto bene, a mio giudizio, i toni aulici tipici della scrittura omerica, e soprattutto per aver scelto il mio personaggio preferito della mitologia greca, Achille! ^^

crimsontriforce
18/10/07, ore 19:25

A me era piaciuta molto, l’unico difetto che le avevo trovato è che, a mio parere, le descrizioni non stanno al passo degli aulici dialoghi. L’idea, il legame col claim, l’atmosfera e la cura nel tono dei dialoghi stessi invece mi hanno affascinata. Complimenti Mia!

Solarial
18/10/07, ore 19:24

Non male come fic, direi proprio di no. Siamo dinanzi al mito, alla leggenda, e vediamo qui un giovane Achille che, costretto a nascondersi, deve fingersi donna. E già qui c’è qualcosa di innaturale per un uomo: dover celare la propria natura per nascondersi, oltre alla vergogna di doversi fingere donna. Egli trova il luogo nella quale è confinato diverso da quello nel quale è abituato a vivere, i colori, le sensazioni e gli odori sono tutti differenti e lo mettono a disagio. E’ un grande guerriero, non si spaventa né si ferma dinanzi a nessuno, eppure questo luogo lo mette in soggezione e lo impaurisce, tanto è vero che, quando vede la donna chiamata Deidamia, si sente in imbarazzo. Mi piace molto come hai caratterizzato la donna: non una semplice donnetta che si vergogna di tutto o che abbassa la testa impaurita, ma una donna fiera, risoluta, che parla e lo intrattiene con naturalezza senza spaventarsi o porre barriere, data la presenza di una persona come Achille, ne è affascinata e poi si dichiara innamorata di costui e riesce a portarlo anche a letto, il tutto con una tale naturalezza poi. Però lui non riesce a provare chissà che, anzi, non sa spiegarsi bene o forse è dovuto al fatto che quella donna assomiglia a sua madre e questo lo frena. Lei è forte e coraggiosa e qui, come tutti gli uomini che si dichiarano tali, cala la testa quando lei osa parlargli con autorità costringendolo al matrimonio. Ma non è a questo che l’autrice allude, non all’amore, non alla relazione tra i due o alla possibile. E’ come se tutta la parte iniziale fosse un preludio a qualcosa di più grande; introduce i personaggi, le loro relazioni, le loro vite, a quello che è un disegno già prescritto: il fato. Tutto gira attorno al fato. E’ lui che decide cosa fare o meno e noi non siamo altro che pedine nelle sue mani, qualunque sia la scelta da noi intrapresa, esso farà la sua mossa e ci metterà nelle condizioni di scegliere quello che lui ha scelto. Nonostante la fic sia coinvolgente, bella e si legge che è una meraviglia, voglio lo stesso dire che ho trovato una ridondanza: la ripetizione del titolo di qualifica (se vogliamo chiamarla così) delle persone, ma in fondo, siamo sempre dentro il mito, è accettabile, sono io che non ci sono abituata ed ho fatto un po’ di fatica… Davvero i miei complimenti per l’ottima interpretazione dell’immagine usata. Il fato, la mano e l’essere umano, il mondo, e come una mano può assorbire tutto, anche il fato può farlo giocando con il mondo e decidendo per la vita altrui. Bella fanfiction. Complimenti. Voto 9+ (9.25).

Rita Skeeter
18/10/07, ore 19:23

Davvero interessante l’utilizzo del claim per una storia che non sfigurerebbe se inserita nei grandi miti greci, per la sua perfezione stilistica e per l’atmosfera che sa creare. Forse il suo più grande problema è proprio questo, il suo appartenere ad un genere “di nicchia” che può non piacere - anzi, vista la tragica fine dell’Epica nelle scuole medie, oserei dire che troverà estimatori in una fascia d’età assai più alta della media attuale. Voto 7- (6.75).

ReaderNotViewer
18/10/07, ore 19:22

Voto 7+ (7.25). Sembra una perfetta versione dal Greco.

Missdevilinside
18/10/07, ore 19:22

Il mio voto è 7 (7.00).

Ida59
18/10/07, ore 19:21

Lo stile è decisamente appropriato al contenuto della storia, però, a lungo andare, le auliche frasi, ricolme di ricercati aggettivi che conferisco loro il voluto lirismo, finiscono per venire un poco a noia dei comuni mortali. Ad ogni modo, la storia è impeccabile. Il mio voto è 7- (6.75).

Defender
18/10/07, ore 19:21

Il Fato, croce e delizia degli oracoli, dei guerrieri e di tutto lo stuolo delle divinità olimpiche. Anche Zeus, il più potente di tutti gli déi, doveva sottostare ad Ananke, la Necessità. A maggior ragione, anche Achille, il più forte dei mortali, non avrebbe potuto sfuggire al Destino che Ananke aveva preposto per lui. A nulla gli sarebbe valso nascondersi tra le donne di Sciro, se non a trovare l’amore di Deidamia e a concepire quel figlio, Neottolemo, dotato di più ardore e crudeltà di quanta egli stesso possedesse… Ci troviamo di fronte ad una storia che inizialmente mi ha sconcertato, devo ammetterlo; questo perché il maggior pregio di questa storia ne costituisce anche la pecca maggiore. La sensazione di trovarci di fronte ad un testo classico è fortissima, forse anche troppo evidente, e la cura negli appellativi, nello stile quasi aulico e nella scelta delle parole è stata impeccabile. Tuttavia, il testo forse è troppo vicino a quei mostri sacri della letteratura epica, tra cui, per esempio, l’Iliade. La storia trattata non è delle più note tra le tante che si intrecciano prima e durante i dieci anni dell’assedio di Troia, è vero, e ciò può risultare un punto di forza (tuttavia consiglio caldamente di creditare la leggenda e di segnalare che il background e buona parte delle vicende sono già trattate nei miti greci), ma il vero problema è che l’attenzione cala non poco nella seconda metà del testo e pertanto il racconto perde il confronto con una buona parte degli altri concorrenti. Il mio voto per la Disfida è 7+ (7.25).

Recensore Junior
08/09/07, ore 17:03

Mi sorprende sempre, quando leggo le tue storie di ambientazione "mitologica", quanto tu sia capace di sintetizzare e fondere alla scrittura moderna le forme della poesia antica. Vale anche in questo caso, ovviamente: questo racconto coglie perfettamente le atmosfere arcaiche, quelle tipiche del poema omerico, per costruire però una narrazione di sensibilità contemporanea, in cui dell'eroe Achille vediamo sia il lato orgoglioso ed eroico che quello più umano, e quasi tenero. Va anche detto che l'episodio narrato suona quasi stonato nella mitologia tradizionale di Achille. A me, personalmente, quando ho letto per la prima volta la vicenda del gineceo in cui il Pelide si nasconde per "sfuggire alla leva", mettiamola così, mi era parso un episodio inverosimile da attribuire ad un simile, rude guerriero: tu, invece, in questo racconto, riesci a mettere d'accordo i due lati della personalità dell'eroe, eliminando questa piccola contraddizione insita nel mito greco. Complimenti davvero.