Recensioni per
Disenchanted
di My Vanya

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/02/13, ore 18:06
Cap. 1:

[finalmente! Scusa per il ritardo, ma volevo davvero leggere questo per bene e con calma. Okay, ammetto di aver messo Disenchanted c’:, ora procedo con lo lasciare un piccolo segno del mio passaggio, nella speranza di non annoiati e di non scrivere cose troppo confusionarie. Mano a mano che leggo, anche per non permettere a ciò che voglio scriverti di volare via, preferisco scrivere subito qui su word e poi fare copia/incolla.]
Devo ammettere che colpisce già dalla scelta del titolo. Deciso da te, ovvio. Immagino che sia un qualcosa che sentivi già, questa canzone, il suo significato, la sua melodia o, perché no, già solo il nome del titolo. Che è il contrario d’incanto.
La scena che si apre con dei gesti calmi. Ma quanto c’è, dietro questa calma? Sembra quasi che voglia evadere, accendendo lo stereo e immergendosi nella musica. Dopotutto si sa, la musica fa evadere ma al tempo stesso, è un tuffo verso noi stessi. Sentiamo musica e ci ritroviamo a pensare che chi l’ha scritta ci controlla perché cazzo, sembra che parli di te. E poi ci sono quelle canzoni che ti portano indietro con i ricordi. Penso che sì, anche per chi incida l’album sia un qualcosa di davvero potente. Insomma: anche la band viene catapultata indietro nel tempo. Perché quelle canzoni l’hanno scritte loro e loro sanno a cosa è rivolto.
L’immagine di Frank in auto che pensa che nessuno sa dove sia in quel momento, neanche le persone vicino a lui, che ama, che amava beh, persone che ci tengono a lui. Gerard che coccola la figlia e non pensa neanche che Frank possa essere fuori da lì.
Una persona a cui tieni, una persona comunque, che nonostante tutto quanto, non sa come ti senti. Sì, ho capito cosa intendi e a casa ti riferisci [spero solo di non aver frainteso].
Quelle maledette note gli riportavano alla mente tutto quello che era successo anni prima. Quando non si sentivano sbagliati e non c’era il bisogno di sentirsi sbagliati perché non stavi tradendo nessuno.” che poi ti chiedi: a chi sto mentendo davvero?
Adoro il tuo modo di trasmettere i sentimenti e ciò che una persona più provare, nel bene e nel male <3.
Sai? Io sono sempre stata della cosa che: se stai con una persona è perché la ami, no? Okay sì, puoi comunque amare chi vuoi perché l’amore non è mai lo stesso, perché le persone stesse non lo sono mai. Non sono mai uguali. Poi… i MCR, mi hanno fatto capire davvero che ci sono ancora altri modi di dire ti amo. E che, per quanto tu possa amare davvero una persona, chissà perché, per qualche assurda magia, ami anche un’altra, non allora stesso modo, ovvio, ma è comunque intenso. Diciamo che sono due cose diverse, perché appunto le persone lo sono. Di certo Jamia e Gerard sono differenti. Di certo Frank ama Jamia, altrimenti non ci sarebbe mai stato o quanto meno non ci starebbe tutt’ora, ma nulla gli può vietare di amare anche oltre. Perché quando c’è stato qualcosa tra due persone, queste due resteranno comunque legati, in qualche modo, a prescindere dal tipo di rapporto che hanno avuto. Indubbiamente, se è stato piacevole, intenso più che altro, è un qualcosa che ti resta dentro. Ecco come la penso su Frank e Gerard. Molte cose dette e altrettante non dette. La penso così e anche in altri modi.
Mh, sì, con le canzoni penso che fosse tutto dannatamente più semplice. Tutto così intriso di sentimento, di amore e disperazione. Bastava una canzone per decidere l’aria che si dovesse respirare.
litri di sangue sotto esame, con litri di coscienza a puttane, soprattutto.” mi viene da pensare che magari Jam sa tutto, però poi penso che, quando una persona vuole, le cose da nasconderle bene. La domanda è: per quanto tempo? E’ come se, più sangue ti viene tolto e più stai li a chiederti perché, se tutto quello ha un senso, perché ti senti come se non portasse a nulla… ma nella speranza e con un poco di forza d’inerzia, lo fai.
E’ difficile dire di stare male, di non essere okay. Perché equivale dover sopportare la reazione delle persone. Però è bello quando ne parli con qualcuno e questo qualcuno ti sorride e ti abbraccia, dicendoti che va tutto okay e poi ti fa “dai, ti porto un caffè e mi dici tutto quello che ti senti di volermi dire”. Ma sono certa che primo o poi, tutti noi troviamo questa persona che ci offre un caffè, che ci capisce, sia che noi parliamo o meno.
Che non si aspetta nulla da noi, solo che siamo noi stessi.
Il messaggio di Frank. Frank che ora è distrutto. Spesso dimentichiamo che Frank è umano. Spesso ci scordiamo che ci circonda lo è… sì, possiamo stare male. Possiamo dire tante cose belle, nella speranza di aiutare qualcuno a capire, però anche noi, ogni tanto, crolliamo. E ci chiediamo perché, ancora. E quel valori, anche che ridono, gli stronzetti.
Adoro il modo in cui hai parlato della Parata. Ogni CD dei MCR è a se, certo, ogni album parla di qualcosa di nuovo eppure trasmette sempre questa speranza. Nella Parade…magari che no, non sei solo ad essere distrutto e mi piace che hai detto che Gee era solo uno che parlava come tanti altri, che era solo l’ennesima persona distrutta ma che ti diceva ehy, non sei solo. Penso che ci voglia il suo tempo, per apprezzare una cosa come The Black Parade. Che sia tanto o poco non importa perché ognuno ha i suoi tempi. E per ciascuno di noi vuol dire qualcosa di diverso e uguale al tempo stesso. Lo canta anche Gee, non è un eroe, solo un uomo. E per quanto se lo sarà ripetuto Frank, si sentirà anche in colpa per aver detto delle cose che lui stesso ora non segue… dimenticandosi che è solo un uomo, che capita, di essere distrutti, che solo perché ora non predichi quelle stesse parole con la stessa enfasi o non le dici più, non vuol dire che mentivi.
Era sempre stata soprattutto la voce di Gerard a salvare le vite. A far capire di non essere soli. Era tutto lì, in una dannata discografia. In quattro album di quattro persone distrutte.” ecco da cosa si capisce se una persona ha vissuto questo o meno. Quando si scrive per se stessi e nella speranza di trasmettere qualcosa. Perché è vero, non è una cosa positiva o negativa, ma è solo la verità… è la voce di Gerard che ti trascina, la musica è da contorno. E quante persone ha salvato, la voce di Gerard? Tante. Perché non hanno mai avuto paura di dire di stare male, di essere arrabbiati e distrutti, perché sono semplicemente loro stessi.
In una canzone che aveva ascoltato centinaia, migliaia di volte, senza mai capirla davvero. ” ed è quando dici effettivamente quello che senti e che pensi, che il mondo ti ascolta. E non si sente più solo.
E’ verissimo. Per quanto tu possa ascoltare una canzone, mano mano la capisci davvero, assume magari un significato che prima non avevi neanche lontanamente immaginato. E allora continui a sentirla. Perché hai vissuto, perché continui i vivere.
Sì, Gerard era andato avanti. Vediamo tante persone che hanno iniziato con noi, distrutte e pessime come noi, che alla fine, chissà come cazzo fanno, ci sorpassano e tu ti ritrovi a stringere la mano al vento. E loro ti guardano come a dirti “cosa aspetti ad andare avanti? Cosa aspetti a crescere?” e tu sei ancora lì, aggrappato al passato, a quell’amore che provavi, al tuo vecchio modo di fare che ti è sempre andato bene anche con i suoi pro e i suoi contro.
Giovane. Invincibile. Perso.” dio, quanto è vero. Tre parole per dire un mondo. Davvero. Essere giovani vuol dire avere il mondo ai tuoi piedi e sentire il peso sulle spalle. Vuol dire vivere in uno schifo e sentirsi bene. Vuol dire… fregarsene, semplicemente, di ogni cosa.
E mentre senti musica, parole, ti ritrovi a piangere. Sembra strano, ma non te ne rendi conto. Oppure si, ma sei troppo impegnato per curartene.
Perché basta proteggere chi ami, e allora ti dici che fanculo, va bene anche così. E aspetti di fare quella cosa che ti ha sempre salvato, che ti ha sempre reso forte, invincibile: musica.
Penso che ci sentiamo un po’ tutti… così, chi più, chi meno. Tutti noi aspettiamo questo quinto album. Tutti aspettiamo che Gee venga a salvarci.

[Ehy, io la tua mancanza l’ho sentita, anche se lo sai che non ci siamo mai davvero allontanate <3.
Scommettiamo che quelle stronze hanno torto? <3.
Grazie. Grazie per quegli mp- spero davvero chi non ti stanchi della mia parlantina, perché io non mi stanco affatto a leggere di quello che scrivi, sia qui che per mp.
Sì, ci vuole coraggio, per scrivere la propria storia, perché è realizzazione e accettazione. Scrivere di qualcosa vuol dire analizzarla, involontariamente, pensarla… ripercorrere… tutto. E si capisce, davvero, che tutto questo non è campato per aria ma che viene assolutamente da te.
Grazie quindi, ancora.
Yeah. Ridi e mangia tanta cioccolato.
xla]

Recensore Junior
12/02/13, ore 23:28
Cap. 1:

In realtá, non so bene cosa scriverci. Anzi non lo so affatto. Di solito ho le idee chiare, ma le ho solo quando le storie parlano, ma nessuna s'ispira al reale, o almeno nessuno ha il coraggio di dirlo (o magari sono io che su EFP non ci venivo da un'eternità e non le ho mai incontrate). Io, non avrei la forza di dire "Questa è la mia storia", nemmeno se prendessi al mio fianco una persona che da sempre mi da coraggio o che più mi rappresenta. Ma qui non voglio e non stiamo parlando di me. Ecco, non so cosa dire perchè ho paura di non spiegarmi bene, o di un fraintendimento o che io possa non prendere sul serio queste tue parole. In questi casi le parole non servono e basta. Meglio esserci, come ombra o aiutante a seconda dei casi. Di certo non ti regalo quanto ti regala Frank e va bene così, ognuno da quanto può e ti darei anche di più per non farti mancare nulla. Ma dorse sto parlando troppo. Credo di aver capito di quali momenti in particolare parli e ti ricordi che da piccole ti dicevo che ti ammiravo sempre in tutto? Ci stavo ripensando ieri, pensavo che non mi rimangio nemmeno una parola di quello che dissi. Perchè hai, avete una grande forza. Sono felice di aver aiutato un minimo, nonostante tu fossi in balía di emozioni che molti trascuravano. Mi scuso se io stessa forse ho fatto lo stesso, ma ce l'hai fatta lo stesso. Ce l'avete fatta ed io sono fiera.