Ciao! Secondo la mia interpretazione, nel termine “Almeno” iniziale è contenuto un prezioso anelito di speranza – l’ultimo - di una donna ormai stremata nell’animo e nel corpo.
Da quest’estrema manifestazione di un’illusione residua, infatti, tutto è diventato disincanto ed esasperazione e gli eventi sono precipitati assieme al suo travaglio interiore, fino al tragico epilogo.
La veemenza della narrazione mi ha fatto percepire la passione e la disperazione celate nell’animo di questa persona e devo rendertene merito, poiché l’hai permesso avvalendoti di poche descrizioni, però incisive e ricche di significato.
La vicenda raccontata, ha poi evocato immagini talmente vivide da indurre in me l’impressione di trovarmi anch’io lì, di fronte alla finestra aperta e dietro la donna.
È stato struggente, inoltre, assistere allo sfacelo di un’anima buona e innamorata che, affogando nel proprio sfortunato amore divenuto ossessione, ha dapprima distrutto il fido compagno di una vita: il violino, cui ha affidato in tanti anni il proprio cuore per trovare conforto, per poi darsi la morte con un teatrale atto drammatico.
Hai realizzato un componimento intriso di sentimento e di dolore, di una violenza talmente straziante da renderne la lettura travolgente e toccante.
La tribolazione della protagonista si è trasformata nella sua dannazione e, onestamente, mi ha coinvolta emotivamente.
Sei riuscita ad emozionarmi, complimenti!
Non so perché uno scritto così notevole non abbia riscosso il meritato successo, dal canto mio, però, ti ringrazio per averlo ideato.
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