È.. Profondo. Soprattutto nell'ultima parte. Hai reso perfettamente quello che è l'autolesionismo: una droga del nuovo millennio.
Mi hai ricordato un giornalino che parlava di un ragazzo cresciuto in una famiglia difficile, un cocainomane, che nonostante cercassero di aiutarlo lui non riusciva nemmeno a comprenderli, tanto che era assuefatto alla polvere bianca.
Ecco, con "sprofondo in un'amarezza mai provata prima quando mi rendo conto che la mia vita continuerà ad essere uno strazio, che continuerò a tagliarmi e che lui non mi aiuterà mai. Non uscirò mai dal circolo vizioso dell'autolesionismo. Nessuno saprà mai niente. Saremo solo io, il sangue e quel piccolo oggetto di metallo. Era solo un sogno, un'altro fottutissimo sogno" hai reso egregiamente quel pensiero.
Ti dirò, all'inizio pensavo fosse un altro di quei raccontini di pseudo-emo che cercano di mettere in risalto il loro "hobby", ma mi sono dovuta ricredere. Davvero un bel lavoro, ben fatto! |
