Il 25 ottobre del 2004, su quello che chiamavo il "libro nero" (il mio diario), riportai questa frase:
"Si scrive per esorcizzare il dolore..."
Amo questo verbo, esattamente come ho amato questa one shot.
E credimi, sarà davvero difficile scrivere una recensione che le renda giustizia, per questo spaccato di vita che mi ha ricordato moltissimo un istante del mio passato.
Si presenta come una storia come tante: un ragazzo ed una ragazza si incontrano, iniziano a parlare, entrano in intimità, fino a pianificare un incontro in segreto che non ha luogo, perchè lui ( come al solito ) preso dalla paura, si tira indietro, nascondendosi dietro alla scusa del " in fondo non c'era un vero interesse".
Ma qui c'è qualcosa di più.
C'è un dolore esistenziale, il fatto di sentirsi "sbagliate" e non "abbastanza", per qualcosa che poi, alla fine, nemmeno ci merita.
Forse ne siamo consapevoli, tanto consapevoli da riuscire a trovare sempre, in un modo o nell'altro, quella forza per "esorcizzare", ma la solitudine è lì, in agguato, a farci una indesiderata compagnia sotto ad un piumone caldo ma non d'amore, e dentro ad un box doccia, dove finiamo per prenderci una dolce/amara rivincita, su ciò che non è mai accaduto.
E da qui, tutto un susseguirsi di immagini piene (almeno a mio parere) di un significato che va al di là di quello che sembra realmente: l'acqua bollente che arrossa la pelle ma che non sembra ferire, quasi a voler scaldare non solo il corpo, ma anche l'anima; la nudità mai volgare, simbolo di liberazione, del "mettersi a nudo" senza inibizioni in tutti i sensi (in cinema ne è pieno di immagini così, dalla Isabella Rossellini di "Velluto Blu" alla Kate Winslet di "Holy Smoke"); il piacere che è in realtà un sordido dolore, mentre pronunci il suo nome come un mantra, "o come una maledizione".
Ma ciò che mi ha colpito di più resta quel problema di "non poter urlare, o gemere per non farsi sentire dal resto della casa".
Come sempre, l'incapacità di farci davvero comprendere da chi amiamo, e che puntualmente finisce per uccidere tutti i nostri sogni.
E tutto ciò che resta, è un ultimo orgasmo, per completare l'esorcizzazione.
Grazie, Monica.
Grazie per questa piccola, grande goccia di rabbia, piacere e dolore che ci hai regalato.
E un grazie particolare da me, che come te "esorcizza" nella scrittura tutti i suoi mali.
Sei fantastica, anche se non vuoi ammetterlo.
Lexie. <3 |