Ho finito di scrivere la recensione alle diciannove e diciannove e pensavo di pubblicarla proprio alle ventidue e ventidue.
Naturalmente le sensazioni che lasci vanno difficilmente via da questi occhi che vogliono nutrirsi di parole erosive, che aspirano ogni soffio vitale per farne spira del vento, in modo che possano echeggiare nei respiri di tutti, inclusi gli embrioni che scalciano, desiderosi di gridare al mondo la loro libertà.
E' bello leggerti: mi sento come se galleggiassi in una piscina di contraddizioni: le parole sono ricoperte di una coltre di placenta che, al momento giusto, si lacera e lancia un grido... Che sia di dolore, gioia, di un orgasmo ben riuscito.
Ogni attesa è intrisa di una stasi che si contorce pezzo per pezzo, con una lentezza disarmante, fino a sfociare in un intrigante gioco di sguardi tra le parole e il lettore basito, che si lascia andare a una contemplazione più attenta, mettendoci quel pizzico di fervore in più, un po' come quando si viene beccati dalla voglia di fare qualcosa di clandestino, un po' come quando si ha voglia di andare con le proprie migliori amiche al cinema, a tarda sera (te lo ricordi Spiderman, no?).
Sinceramente, in questa storia, ci ho visto una venatura quasi autobiografica: poche persone sanno portare una tale carica di prepotente sensualità con tante nonchalance, tracciandola con lo sguardo a una finestra sporca, di una notte altrettanto sporca e ricca di compromessi. E, leggendo, mi vien voglia di scappare come quel "bimbino" che segue la traiettoria di un treno che non sbuffa dritto, ma cambia direzione, inverte le proprie destinazioni e non si lascia sfuggire nulla... Neanche il più piccolo tratto di coloro che viaggiano al suo interno.
E' un po' come i pensieri che scalciano nel mio stomaco e mi fanno venir fame, al punto che sono costretta a mangiare anche controvoglia per nutrirli, perché più grande è la mia bramosia di ascoltarli.
Il ragazzo che non è un cantastorie come lei, ma ha tanta voglia di arricchire le sue mani stanche di dolore; un suono stridente che può venire solo dalle storie compromettenti che può raccontarle la ragazza, amica di mostri neri. Nello sguardo fatto di occhi grandi per guardare il mondo, nasconde tanti segreti.
Anche quella fossetta ne potrebbe nascondere uno?
E quell'ultima frase... E' come uno sparo secco, la fine di un orgasmo. Due sorrisi che si piegano in un amplesso fatto di forme, nuove storie e messaggi invadenti.
Ce ne saranno altri?
Alle ventidue e ventidue si avverano i desideri.
E' in giorni come questi che si avverano i miei di desideri: è sempre bello riscoprirti, ogni volta più intrigante e inattesa; sei come quelle sorprese inaspettate, ma che aspetti da tutta una vita.
Per questo è una fortuna averti così a portata di mano; a volte penso che tu possa sfuggirmi di mano, come un cumulo di sabbia su una spiaggia ventosa, per questo cerco di custodirti, senza curarmi del fatto che potrei sciupare l'intesa intensa, eppure fragile, che si è venuta a creare tra le nostre sintonie mentali.
Leggerti sarà sempre un piacere.
Del resto sei la mia scrittrice di fiducia.
S. |
