Carissima Annetta,

Un'altra preziosa perla di un bracciale che si sta via via formando sotto i nostri occhi, semplicemente, questo nuovo capitolo.

Nuovo ma non nuove le sensazioni, le emozioni, le dolce e tenere immagini in cui sai proiettare i lettori che possono entrare nel mondo di G e CC, come tu hai saputo ricostruire.

Procediamo con ordine, come sempre (o almeno proviamoci xD).

Il capitolo si apre con uno splendido paesaggio primaverile: il vento che scuote dolcemente le fronde odorose, i prati verdi dolcemente accarezzati dai raggi del sole, i fiori che danzano silenziosi e dolci nell'etere e un Son Goku che - come abbiamo visto spesso anche nell'Anime - si immerge semplicemente in tutto questo; in armoniosa meiosi con l'ambiente circostante; un perfetto incontro tra l'armonia e la semplicità della natura e la genuinità e purezza di quest'uomo dall'animo - si è più volte notato - del fanciullo.

Eccolo lì, mentre ad occhi socchiusi sa godere semplicemente del profumo di fiori e tra essi sa riconoscere e inebriarsi di quello della propria donna. Perfetta sintonia tra l'ambiente e lo stato d'animo del protagonista di questo primo fotogramma; espediente tipico della letteratura romantica.

In secondo luogo, come non sorridere di fronte all'immagine di Chichi, attraverso le tue parole, socchiudendo gli occhi si riescono perfettamente a disegnare i lineamenti di questo volto delicato che è ringiovanito ed è abbellito dalla presenza della principessina che tiene in grembo; quel viso di ceramica, gli occhi d'ebano che scambiano rime d'amore tacite e silenziose con il suo uomo, le labbra sottili che si curvano in un dolcissimo sorriso che è perfettamente simbolico del suo stato d'animo; un'immagine che stride e per questo ancora più colpisce, con la versione più spesso a noi nota, di una donna che ha la morte nel cuore, il viso segnato dalle premature vedovanze e la sofferenza di continuare a vivere e farlo nel modo più sereno possibile per amore dei suoi figli.

Una mamma come sempre scrupolosa fino allo spasimo e apprensiva quando si raccomanda coi figli, anche con quello maggiore che è ormai uomo, prima di partire alla volta del palazzo del padre; una Chichi che fa sorridere teneramente mentre trattiene a stento le lacrime (con tutti quegli ormoni in subbuglio per la gravidanza! :D) anche solo per separarsi per poche ore, o mentre costringe il paziente marito a più soste del dovuto per spuntini e voglie capricciose, il bisogno del bagno. E' proprio attraverso una di queste voglie che la giovane - che nel frangente assomiglia ad una bambina golosa - sgattaiola per la ricerca di dolci e facciamo conoscenza con un nuovo personaggio.

Leptine, un personaggio che per quanto sia frutto della tua fantasia, hai saputo perfettamente delineare, conferendole non solo un'identità fisica ma ci hai permesso di disegnarne anche il carattere. Una donna anziana, la tata di Chichi che però a rivederla sembra ringiovanire di anni, aprendosi in un dolcissimo e materno sorriso, perché ha cresciuto quella donna come fosse stata sua figlia. La tua idea di associare questa figura alla nostra Chichi nei momenti più intensi della sua gioventù (tra cui non da poco, le confidenze del suo amore per Goku e le dolci rassicurazioni e il sostegno di questa tata che l'hanno spinta a realizzare questo sogno; in caso contrario...non saremmo neanche a qui a discorrere della tua storia!)  è stata davvero eccelsa ed innovativa, e non mi è affatto dispiaciuto; anzi, sembra legittimo che per esser cresciuta con quei forti valori di famiglia ed amore la giovane oltre ad esser segnata dalla figura paterna, dalla prematura scomparsa della madre naturale da questa donna che le è valsa quale modello femminile (come lei commossa non manca di raccontare al marito, osservando la donna che si congeda per il riposo). Quanta dolcezza in questa donna dal volto rugoso ma piena di energie e di entusiasmo, di felicità e di sincerità, mentre l'abbraccia, chiamandola piccina mia, figlia mia; l'accarezza e la conforta, malgrado anche questa sua piccina sia diventata donna, moglie e madre, o quando si scusa e chiede ancora perdona per aver perso il giorno del matrimonio dell'adorata pupilla.

Molto dolce un Goku arruffato dal sonno, che è in cerca di sua moglie e la guarda incuriosito, mentre sta abbracciandosi e parlando con quest'anziana signora; ma con gli occhi di un innamorato che conosce la sua amata più e come se stesso, riconosce al solo primo sguardo le rassomiglianze tra le due donne e il senso di affabilità, di conforto e rassicurazione che gli suscita la vicinanza di questa signora che conosce per la prima volta; con grande sorpresa anche della sposa, notando l'immediata complicità che si crea tra i due.

Molto giocoso, primaverile e sprizzante il momento in cui i due coniugi si ritrovano nella mansarda e il nostro Goku nel goffo tentativo di aiutare la consorte, cade a terra, sollevando un nugolo di polvere, prima di essere rimbeccato dalla moglie che malgrado tutto non può trattenere un sorriso divertito.

Un Goku che ancora una volta ci strappa un sorriso per quell'espressione mortificata, mentre la guarda con lo stesso sguardo da cucciolo che esibisce il piccolo (e a volte ruffiano, anche come ci si avvede negli OAV di DB) di casa quando viene sgridato; prima di sciogliersi e mostrargli di nuovo il suo animo traboccante d'amore per lui, anche attraverso un dolce sorriso e un dolce rimprovero, che sottolineano anche con un bacio la complicità tra i due.

Un Goku dolcissimo quello che si affretta a sincerarsi della condizione della sposa, preoccupato per l'affaticamento e mentre cerca di aiutarla va a sbattere contro uno scaffale aperto (AHHAHAHA! AHAHAHAH nd CM)...ma questo urto si è rivelato provvidenziale perché la giovane trovasse quell'oggetto misterioso con quella frase incisa sopra, altrettanto misteriosa, allegorica ed intensa.

Momento senz'altro toccante e anche commovente, è quello in cui la giovane si immerge nel ricordo del suo primo Natale e scorgiamo i suoi genitori che la guardano fieri e felici, orgogliosi di quella loro ed unica (ahinoi) figlia; quanto dolce e tenero amore mentre i due coniugi si stringono, ridendo insieme e quanta invece struggente pena, quando scopriamo che la madre di Chichi sta assaporando quel dolce momento con ancora maggiore intensità e sofferenza perché da lì a poco avrebbe dovuto lasciare le due persone più amate.

Quanto struggente e sospirato amore mentre la donna sussurra quella frase all'uomo, quella stessa frase che troviamo in quel cofanetto, e che sembra nel suo essere un oggetto inanimato, rievocare non solo ricordi eterei ed imprendili, ma anche tutto l'amore che quella donna ha riservato al marito e alla piccola...quell'amore di cui Chichi è stata rivestita dallo stesso Juman, dalla sua tata...quello che l'ha tanto segnata nello spirito, traducendosi in apprensioni e sofferenze per il suo continuo timore di vedere anche la sua famiglia distrutta; i suoi spasmodici tentativi di mantenerla unita, malgrado tutti i pericoli cui erano sottoposti.

Una Chichi che al ricordo appare di nuovo tremante e impaurita, fragile come una bambina, che si scioglie in lacrime, al solo rievocarli a voce alta per il marito, che l'ha osservata preoccupato e lievemente corrucciato. Una Chichi che si domanda con voce spenta perché il padre non abbia più voluto condividere quel ricordo, una Chichi che sorride quando riscopre nella dolcezza del marito, quella che era stata di suo padre nel momento in cui la madre era venuta a mancare. Una Chichi combattiva e determinata quella che scende per incontrare il padre, recando in mano quello stesso oggetto, per nulla intimorita dallo sguardo dapprima incredulo, poi cupo che si dipinge sul volto dell'uomo.

Un Juman ancora profondamente segnato dal dolore per la perdita della moglie, un Juman che ci è sempre apparso come suo paladino, colui che l'ha sempre sostenuta quando si ritrovava privata del marito e l'ha sempre spronata a continuare a vivere e riprendersi dal dolore; un Juman che adesso ci appare nella sua vulnerabilità e nella sua umanità, mentre confessa con voce tremula ed occhi lucidi la sua "colpa".

Chichi che - solo dopo l'ammonimento di un determinato e acuto osservatore Goku - si avvede della sofferenza ulteriore che ha provocato nell'uomo, dopo aver ridestato quei momenti tra i più dolci e strazianti, come hai perfettamente descritto; e con fare somigliante ad una bambina che chiede ammenda dopo l'ennesimo guaio, ricerca il perdono del padre, attraverso una carezza e sguardi eloquenti e taciti nei quali comunicano i loro spiriti, mentre Goku decide di lasciarli soli per non intromettersi in quel loro legame tanto profondo e magico, tenero e immenso; uno splendido legame padre-figlia di cui non si riconoscono le benché minime imitazioni nell'intero manga e che hai saputo con magistrale abilità a riportarci attraverso gesti e sussurri appena accennati, quasi temendo noi stessi - come Goku - di intrometterci in qualcosa di tanto intimo.

Molto caloroso e tenero anche il momento dei saluti, una Chichi che abbraccia il padre e si capisce subito come persino quell'episodio tanto intenso, non abbia scalfito il loro legame, rafforzandolo se possibile; la dolcezza e tenerezza di Leptine che carezza il ventre e sembra scorgere il movimento della bambina che sembra salutare quella tata tanto fondamentale per la propria madre; una Leptine che scherzosamente si rivolge con quell'ammonimento a Goku, la dolcezza e sincerità nella risposta di questi e una Leptine che resta a guardarli in lontananza, con un sospiro a quella strana sensazione che l'avvolge.

Una Leptine che lascia il lettore dopo tutte le piacevoli e struggenti emozioni provate fino a questo momento, con un sospiro amaro, ben sapendo che il momento temuto si sta avvicinando; conferendo una sfumatura più agrodolce a quanto letto finora; come quel cofanetto che la giovane stringe ora tra le braccia, mentre fa ritorno a casa.

Ma di una cosa fin da ora sono sicura...come sempre, l'amore va oltre il dolore; così come è stato tra la madre di Chichi, suo marito e la figlia...così sarà sempre per tutta la famiglia Son.

Cara Annetta è ancora con immenso piacere che non posso che ringraziarti per averci dedicato questa luminosa piccola perla, questo dolce sincrono di spensieratezza e malinconia, che hai saputo orchestare con grandissima abilità e fluidità di parole, descrizioni, dialoghi e gesti dei protagonisti e che rappresenta uno dei capitoli più intensi dell'intera trama.

Sono ancora più impaziente del prossimo aggiornamento, come Leptine preannuncio momenti difficili all'orizzonte ma li gusterò con quel misto di dolcezza e tristezza, fin da ora certa che saprai regalarci ancora un arcobaleno di emozioni, sfumate dalla tinta più chiara alla più scura.

Grazie infinite di tutto e perdonami per l'ingrato ritardo con cui ho recensito il capitolo, ma ti spiegherò meglio (e mi farò perdonare) per e-mail...ricorda che sono orgogliosissima di te, di tutta la passione, l'impegno, le preoccupazioni, la tenerezza, la spensieratezza primaverile e giovanile del tuo spirito che si rispecchiano nei nostri amati sposi, ora intensi e meditabondi, ora giocosi e complici.

A prestissimo tesorino, ti voglio un mondo di bene,

CM.