Recensione/valutazione valida per il contest "Dal linguaggio iconico a quello verbale"
Grammatica e ortografia: 15/15
Non mi pare di aver notato nulla di grave o di particolarmente rimarchevole o che possa guastare in maniera rilevante la lettura dello stesso.
Stile: 14/15
Niente affatto male, anzi, solo che in certi punti mi sembra che la descrizione degli ambienti, pur funzionale alle esigenze della storia, predominasse sulla narrazione delle vicende dei personaggi (ma forse è una mia impressione), per quel che riguarda la struttura della storia, l’uso della .
Originalità: 8/10
Il tema della straordinaria miopia politica che condannò la classe dirigente francese dell’epoca a essere spazzata via dalla Rivoluzione è un tema trattato fin troppe volte, in chiave hetaliana poi riprende un senso comico (sembra un ossimoro, ma del resto la serie prende spunto dalla Seconda guerra mondiale..) la vacua vita di chi, salvo eccezione, spendeva la sua esistenza in maniera contemplativa (per non dire parassitaria), e aver usato questo tema con i personaggi scanzonati ideati da Himaruya non può andare che a tua lode e onore.
Gradimento personale: 10/10
Te lo dico all’inizio di questa parte: la ff meritava il massimo dei voti anche solo per il riferimento alle “teste”, ci ho visto un’ironia davvero crudele, oltre a un invito a non criticare apertamente le usanze altrui, dato che il futuro è ignoto ai mortali e può riservare sorprese non del tutto piacevoli, mi è piaciuto molto l’uso delle citazioni in lingua, anche se non propriamente coeve, che permettono di entrare nell’atmosfera particolare che regna nella storia, ambientata in un periodo che si pensava potesse perpetuare lo stesso sfarzo e la stessa ricerca continua, direi ossessiva di piacere (di qualunque tipo) e invece non sapevano che al massimo quel periodo lo si sarebbe potuto definire di “gaia apocalisse” (come si diceva per altri imperi di altra epoca), in questa specie di epicureismo di bassa lega si muovono i personaggi, che al suono di allegre musiche (che però un giorno avranno il ritmo di una marcia funebre, per chi avrà almeno la fortuna di averla e non finirà invece i suoi giorni tra i frizzi e i lazzi della folla inferocita) credono di essere in una specie di “paradiso” (nel senso antico del termine, ovvero “recinto”) da dove deve essere bandito tutto ciò che non porta a un lieto trascorrere del tempo, e dove l’unica preoccupazione possibile deve essere il modo di tenere più signorilmente possibile la flûte o il cicaleccio dei vari gazzettini di corte.
Una menzione speciale per lo stesso titolo, c’è chi ha parlato, riguardo il modo in cui un individuo si rapporta al mondo che lo circonda, di maschera e di volto, in questo caso invece credo che s’identifichino pressoché perfettamente, ovvero i partecipanti a questa festa sono ormai talmente immersi nel loro ruolo di perfetti invitati, di provetti cortigiani, di esseri capaci di dire una cosa o il suo contrario sol che lo voglia chi può controllare le loro volontà, sono talmente imbevuti in questi ideali (o non ideali), che ormai non possono più togliersela, essa ha ormai sostituito il volto, se si togliessero la maschera, essa cadrebbe, sono caratteristi di una recita che avrà poche repliche.
Detto questo, perché non compare un 10/10? Ecco, non saprei dirlo, forse non dovrei dare la colpa del narrato al narratore, tu hai reso splendidamente qualcosa che splendido non lo è poi tanto, se dovessi ragionare in modo assoluto avrei dato il massimo, ma leggere di esseri di questo tipo e di quello che facevano mentre le condizioni del paese erano preoccupanti, come dire, risveglia la mia parte giacobina, inoltre, essendo Francis una nazione, comprendeva anche il Terzo Stato che era escluso da quell’ambiente (che forse era più competenza del suo “superiore”), questo non inficia la bellezza della storia, ma la sezione è appunto quella del “gradimento personale”.
Ho gradito moltissimo invece il momento finale, quello dove i due si abbandonano alla passione prendendo piacere sì l’un l’altro; ragionando dal punto di vista storico, sarà uno degli ultimi momenti felici assieme delle due nazioni, che ricominceranno presto a battibeccare, anche dall’altra parte dell’Oceano, a causa delle pretese d’indipendenza di un tipo un po’ troppo pieno di sé…
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Tutto sommato direi convincente, forse un po’ troppo impegnati nel loro ruolo, Francis quello di bon vivant teso a godersi la vita in ogni modo possibile, e Arthur che ancora ha qualche difficoltà a seguirlo in quelle sue avventure, pur criticando l’apparente poca considerazione che ha per lui il francese, pere poi concedersi alla bramosia del suo compagno di festa, non foss’altro per fargli capire quanto si sbaglia sulle sue virtù, specie le più indecenti.
Attinenza al tema: 4/5
Molto bello il set d’immagini che accompagnano la storia, a mio parere chi le ha realizzate voleva esprimere un senso di leggera voluttà, e secondo me c’è riuscito molto bene, l’uso che ne hai fatto per trarre ispirazione per la stesura della storia è stato ottimo, ma forse l’Arthur della fan art sembra più accondiscendente rispetto all’iniziale ritrosia di quello del racconto, ma forse sono io che misinterpreto l’atteggiamento della personificazione inglese.
Totale: 55/60 |