Recensioni per
Quando il cuore non muore
di Akiram_len

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
08/05/13, ore 13:57

Heii ciao
complimenti la tua storia mi piace è molto profonda.
Io avrei preferito che non la facessi morire, ma alla fine è questo che renda la storia interessante no??
Un bacione *_*

Recensore Junior
08/05/13, ore 11:20

Di solito io non sono molto brava a scrivere i commenti quando leggo delle storie su questo sito,ma questo racconto è stato davvero emozionante perchè hai parlato e descritto di un caso particolare:quello di un bambino che è stato costretto a morire contro la sua volontà,la tristezza dei genitori che lo hanno dovuto lasciar andare definitivamente. Ma sopratutto mi è piaciuta questa fanfiction proprio perchè hai descritto il punto di vista del bambino che doveva nascere e poi purtroppo che è stato abortito,sei stata brava!!Ciao ciao!!

Recensore Veterano
08/05/13, ore 07:32

Ciao!
La storia è grammaticalmente corretta. C’è solo un appunto che ti segnalo:
“Ricordo di averla sentita piangere, e urlare di gioia quando l’ha comunicato al mio papà. “ (la virgola non è necessaria. Sono due periodi che si riferiscono allo stesso momento e alla stessa persona. Darei una riguardata anche alle altre virgole che hai inserito: alcune possono essere editate perché rallentano il ritmo della lettura).
Dal punto di vista concettuale, la prima persona è indicata. Eppure ci sono alcune ingenuità stilistiche che potresti ridefinire. La descrizione della patologia è troppo specifica: è un feto, quello che parla, non un medico.  Il tentativo è quello di coinvolgere il lettore emotivamente, ma quella descrizione in particolare crea un distacco spontaneo.
Poiché si vede che hai messo molto impegno in questo racconto, il minimo che posso fare è darti la mia opinione sincera.
Personalmente non mi entusiasma. L’ho letto con curiosità, ma subito ho trovato un’affinità spinta con il libro della Fallaci, “Lettera a un bambino mai nato” e reggere un simile fardello, per un’autrice amatoriale, è molto rischioso. La scelta del soggetto del racconto, si presta ad una serie di luoghi comuni in cui è quasi impossibile non cadere: la presunta coscienza di un feto che induce a sentimenti compassionevoli (a proposito: nella frase “Era così in ansia che riuscivo quasi a sentire il suo cuore battere fortissimo, quasi quanto il mio” c’è un’altra imprecisione, perché di fatto, l’unica cosa che, di sicuro, un feto sente con estrema chiarezza è il battito della madre. Forse, volevi riferirti alla velocità che è quasi il doppio di quella materna, e non alla potenza. Quasi/quasi: troppo vicini, dovresti usare un'alternativa); l’assoluzione del figlio al proprio genitore disperato per la perdita.
Ecco, la disperazione.
E’ dall’inizio del racconto che si capisce dove andrai a parare e ti confesso che ho letto proprio per vedere se mi sbagliavo. Non mi sbagliavo.
Il racconto è troppo ingenuo, secondo il mio parere. Non so a che concorso tu intenda presentarlo, ma non c’è alcuna originalità, di trama o di stile, che possano farlo emergere. Ciò nonostante, ti consiglio di partecipare comunque. Ti sei impegnata e se hai voglia di migliorarti seriamente, devi essere preparata anche alla possibilità di ricevere un rifiuto: per esperienza, posso dirti che è da quelli che trai gli insegnamenti migliori e non dalle vittorie.
Ti auguro buona fortuna XD

Nuovo recensore
08/05/13, ore 01:33

Forse è vero che niente accade per caso, che ci capitano tra le mani le parole e le persone giuste al momento giusto (quando il vento gira a tuo favore, si intende). 'Quando il cuore non muore', mi sarei aspettata di tutto, tranne questo: la coscienza di un bambino mai nato che racconta, ama e capisce con il suo piccolo cervello malato e il suo grande cuore. Come ti dicevo niente capita a caso e questa confessione (?) mi capita tra le mani proprio nei giorni in cui sono stata chiamata a riflettere sulla possibilità più che concreta che io non esistessi, che non fossi qui, alle 01:36 a leggere, misurarmi e riflettere con queste parole meravigliose che trattano una tragedia come l'aborto con delicatezza commovendo e strappando un sorriso per la sincerità di questo bambino senza nome. Brava!