Una meraviglia. Un'estasi naturale deturpata dalla visione materialistica e illusoria della realtà, un desiderio di redimere la naturalezza di una spontaneità perduta sotto le gesta ripetitive dello schiavismo temporale, dell'indottrinamento sociale e delle epoche di massa. Un urlo ai potenti, una provocazione. Evidenziare la cedevolezza di muraglie fantomaticamente invalicabili ed insormontabili, quali la fittizia stabilità sociale, l'inculcamento radioattivo come onniscenze umane e certezze di dubbia esistenza. Lo spazio al dubbio che decede, assieme all'individualità, alla ricerca interiore nel quale l'uomo moderno si discosta per il raggiungimento di una glorificazione massiva, conforme agli standard sociali dettati dalle avide brigate del potere. Un potere che incute paura, un potere che plasma i popoli, un potere che annulla e dissolve i bagliori individuali mutandoli in luci esanimi che si accostano allo splendore di una vana apparenza. Quale splendore? Quale luce? Una luce inconoscibile e arrogantemente  conosciuta (unicamente nella propria esteriorità). 
Un inno al pensiero critico, alle libere esplosioni mentali, psicologiche, naturali, umane.
Un inno all'essenza, alla ricerca.
Un'esortazione alla libera espressione e alla difesa di una libertà negata nel raggiungimento della consapevolezza della propria asservita condizione. 
Uno splendore nel miasma delle latrine al petrolio.
Arte. Complimenti, Ichigo. 

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