Leggendolo sono rimasta un po' spiazzata. Vedi, io faccio la cuoca, e leggendolo mi sembrava di essere seduta con i colleghi dell'albergo dove lavoro, purtroppo occasionalmente. Mi sono rivista un po in Alex che del locale aveva fatto il centro della sua vita e allo stesso tempo con la sua compagna. Hai intrecciato vite e pensieri, realtà attuale, di tutti i giorni, e fantascienza. Mi hai ancora una volta colpita con la tua umanità, tutti i miei complimenti. Veramente!

Nemainn

Leggi la risposta dell'autore

A parte che a metà storia non sapevo se ridere, sorridere o non so che...:D mi sono un attimo ritrovata della protagonista, che lascia il suo pianeta per andare a stare con un uomo che sta lontano...Non solo: anche il suo cognome sembra veneto! ;) E la madre di lui che cucina bene e le fa prendere peso...
Dì un po', non è che incosciamente ti sei ispirato a me?? :D se sì allora stai MOLTO attento...u.u
No, comunque bel racconto! Ti confesso che verso la fine mi era venuto il sospetto che lei stesse facendo un interrogatorio, o comunque stesse parlando della tragedia a qualcuno.
Ora però voglio leggere qualcosa di tuo dall'ottica maschile! Sì, dopo aver visto quanto bene sai descrivere le sensibilità femminili ora mi aspetto una bella panoramica sull'interiorità maschile!
<3
baci
io

Leggi la risposta dell'autore

Io che ho appena finito di leggere "Milioni di milioni" di Malvaldi e mi accingo ad iniziare "Un mattino d'ottobre" di Simoni, io che ho deciso di andare a letto prestissimo questa sera, io che mi imbatto casualmente su fb nella nuova pubblicazione di Sinclair. Io che ovviamente mi incuriosisco ed inizio a leggere e io che apprezzo la lettura e soprattutto lo spunto del ristorante. Perché sono sempre stata affascinata dal "concetto" di ristorante. E' un luogo particolare, a cui ti affezioni (soprattutto se sei abitudinario), e di cui fai parte solo in una mimima porzione della sua "esistenza". Il ristorante è un luogo fisso, con delle persone fisse che attendono che delle personi mobili vadano da loro. Certi clienti diventano l'orologio del locale, scandiscono ore e periodi dell'anno con il loro apprezzamento e le loro abitudini. Questo è molto affascinante, come del resto è un po' inquietante la storia vista da parte della gestione, la loro è una vita vissuta, quasi esclusivamente, per mantenere vivo qualcosa che ad orari differenti sentiranno "loro" decine di persone. P.S.: non tirerò in ballo il "Siclair style", altrimenti mi prendi in giro, peró devi ammettere che (dopo la prima storia nella quale la cosa era molto evidente, per quel po' che ti si conosce), negli ultimi due raconti si riscontra uno stile personale ben preciso. ;-)

Leggi la risposta dell'autore