È strano leggere qualcosa su Adams senza quel nonsense sferzante che non è davvero nonsense. La particolare introspezione che dai a Arthur salta proprio agli occhi per la sua profondità quasi estranea al contesto dei libri, e forse è proprio per questo che mi ha colpita tanto. La filosofia di Adams va cercata fra le righe che sembrano assurde, mentre tu la riproponi tutta concentrata in una flash-fic davvero molto bella.
Arthur Dent è il personaggio umano per antonomasia e, checché tu possa dubitarlo, sei riuscita a trasmettere tutta la sensibilità del personaggio. C'è un po' tutto: la sua mancanza di sicurezza, la sua confusione nel trovarsi solo in un universo assurdo di cui ignorava l'esistenza e in cui tutto ciò che credeva viene considerato inutile, più che semplicemente innocuo... c'è un po' tutta l'umiltà che manca davvero alla Terra, in Arthur Dent, e da spassionata amante di Adams mi sento quasi in dovere di farti un sacco di complimenti per aver dato voce a quel sottinteso tremendo che lo stile frizzante della Guida Galattica per Autostoppista prova appena a nascondere, ovvero il senso di distacco brutale dalla realtà (dalla Terra, dalla casa, dalla famiglia, da ogni certezza).
Fintanto che le parole "praticamente innocuo" l'avrebbero fatto imbestialire per la loro pochezza, un po' della Terra sarebbe stata con lui.
Questa frase racchiude tutto quello che ho cercato di dirti... bravissima come sempre. Non mi ero mai sentita così sinceramente depressa dopo aver letto qualcosa sulla Guida, giuro. |