Ciao. Questa sarà una recensione negativa non per la grammatica, ma per un contenuto che mi ha lasciata agghiacciata quando l'ho letto nell'intro: il tema dello stupro, per di più in famiglia. Per favore, non metterti subito sulla difensiva perché la mia vuole essere una riflessione fra due ragazze, non un'aggressione alla tua storia.
Premetto che io sono più che disposta a leggere di tematiche delicate come lo stupro. Non ho problemi morali, anzi, se è scritto bene, aggiunge quella quantità di angst ad una storia che la rende drammatica ad un livello altissimo.
Ma lo stupro va preso con le pinze, perché è difficilissimo da trattare, è un argomento brutto, brutto, bruttissimo, che andrebbe "usato" solo in casi estremi ed eccezionali. Là fuori, nel mondo reale, lo stupro è qualcosa di animalesco e bestiale che distrugge vite umane. Ed è ancora più marcio e disgustoso se viene inflitto da un membro della nostra famiglia, è qualcosa che ti annienta la fiducia nel prossimo, ti disintegra completamente la psiche, l'anima e il corpo. Lo stupro non può ridursi a qualche frase semplice e sbrigativa come invece hai fatto tu. Ti invito a rileggere ciò che hai scritto:
"Mio padre è di nuovo ubriaco e appena mi vede mi picchia poi mi porta in camera sua,mi stese sul letto e mi spoglia...Si spoglia anche lui e con il suo membro entrò dentro di me..Io urlo dal dolore mentre lui prova piacere...Dopo che si è divertito mi butta a terra e mi dice di andarmene...
Io:Papà io sono stanca di essere trattata in questo modo...Me ne vado ma tu hai rotto il cazzo di scoparmi o picchiarmi...
Lui si alza,prende un coltellino da dentro il comodino e mi fa un taglio da sotto il braccio destro fino al seno destro...
Papà:Tu devi fare solo quello che dico io!Ora vattene in camera tua...
Io vado a farmi una doccia,mi metto il pigiama e vado a dormire!"
Questo pezzo di storia mi ha terrorizzato, ma non per la tematica trattata, ma per il modo in cui l'hai trattata. Hai descritto la peggiore umiliazione possibile che una ragazza, che una donna possa subire, con ancor meno introspezione, drammaticità e particolari di quando lei apre i suoi pacchetti di compleanno. A parte il momento dello stupro descritto in maniera goffa ed approssimativa, la reazione di Hope va oltre l'inverosimile. Dopo che il padre ubriaco l'ha violentata e ferita con un coltello, lei che fa? Gli spara contro una frase degna da adolescente che fa i capricci, addirittura dicendo "Sì, però hai rotto il cazzo", e poi, senza nemmeno curarsi, andare al pronto soccorso, andare dalla polizia, chiamare qualcuno, tentare di fare qualcosa... si fa una doccia e va a dormire. Ed il giorno dopo si alza dal letto, va in giro, va al lavoro... così, come se nulla fosse.
Non credo, e sono contenta per te, che tu comprenda anche solo lontanamente il dolore infinito che deve sopportare la vittima di uno stupro. Per mia fortuna non lo comprendo nemmeno io, ma di sicuro dev'essere miliardi di volte più terribile della situazione ai limiti della parodia che hai descritto tu. L'hai fatto in buona fede, non lo metto neppure in dubbio perché credo sia impossibile svalutare apposta un momento così terribile come può essere la violenza sessuale, ma, come dice il detto, "La via dell'Inferno è lastricata di buone intenzioni".
Rifletti: la trama della tua storia sta in piedi anche senza questo passato orribile alle sue spalle. Se le vuoi dare una vita difficile, ci sono altri mille modi per farlo, senza per forza dover gonfiare la cosa fino all'inverosimile ed inserire argomenti che non sai trattare (così come non sanno trattare la maggior parte degli scrittori, me compresa). Per rendere tragico qualcosa, il metodo non è aggiungere disgrazie su digrazie un tanto al metro, come hai fatto tu, perché il risultato è grottesco e non arriva all'obiettivo che ti eri prefissata. Se vuoi rendere tragico qualcosa, devi saperlo descrivere bene, devi far passare al lettore le tue sensazioni, i tuoi pensieri.
Tu potrai dirmi "Sì, ma è una storia, ed in una storia può succedere quello che voglio io". No. Cioè, in teoria sì: nelle mie storie posso far volare gli elefanti, posso far parlare i pesci e posso fare in modo che la mia protagonista si fidanzi con il cantante più bello della terra, ma anche nelle fanfiction bisogna cercare di mantenere una morale. Se si vuole parlare di qualcosa di brutto, come lo stupro, la droga, la prostituzione, le malattie terminali ed argomenti del genere, bisogna saperli trattare. Ma non perché io, lettrice, rimango delusa dall'assenza di qualità nelle scene "pesanti", ma per rispetto verso le persone che nella vita di queste cose ci muoiono per davvero. Ti invito quindi a riflettere su ciò che hai scritto, a pensare se è giusto che quelle frasi stiano lì, a descrivere con terribile superficialità una scena di violenza sessuale e domestica.
Ripeto, il mio non è un attacco verso di te, ma una critica verso le tue scelte di trama e narrazione. Voglio solo cercare di far riflettere te, e chiunque altro legga le mie parole, che non serve e non è giusto tirare in causa argomenti delicati e pesanti come questo solo perché così si pensa di aumentare la qualità della storia. Soprattutto se poi, com'è successo in questo caso, non li si sa trattare per nulla. E non il mio divertimento o per quello degli altri lettori, ma per rispetto verso il prossimo. |