Ciao c:
La tua storia è molto bella. Breve, sintetica, ma significativa soprattutto dal punto di vista storico più che da quello emotivo, penso.
Sicuramente il protagonista e Paolo erano due ragazzi facoltosi e acculturati, a quel tempo erano questi ceti sociali, oltre alle persone di orientamento nazionalista, ad essere interventiste.
Sono espressi tutti i concetti riguardanti la Grande Guerra: la trincea, l'illusione della guerra lampo sfociata un conflitto di posizione poiché nessuno dei pretendenti è mai avanzato significamente nei primi due-tre anni, la morte improvvisa dei soldati, che, come Paolo, vengono colpiti da una bomba a mano e la loro vita finisce lì, improvvisamente, senza che nemmeno se ne rendano conto, e infine i generali, così insofferenti allo sterminio dei propri soldati (tanto da mandarli ripetutamente al massacro con tentativi di attacco promossi per mera vanagloria) e di quelli nemici, che con questa loro indifferenza contagiano, a poco a poco, anche i soldati stessi, che diventano quasi incuranti alla morte dei compagni.
Per la frase finale: i fratelli si fanno la guerra, sempre. Io ho una sorella e non c'è una giornata in cui non litighiamo o discutiamo. Ma non è sicuramente la guerra che si sono fatte in quel periodo le grandi potenze. La guerra fra fratelli è una guerra buona, la Prima (ma anche la Seconda) Guerra Mondiale no.
Okay, dopo aver fatto tutte queste osservazioni sostanzialmente inutili e scontate, ti dico che è una storia scritta abbastanza bene, senza errori ortografici e/o grammaticali (credo, ultimamente ho perso sensibilità a queste cose).
Umh bene, ti lascio facendoti i complimenti! ^^
Valentina. |
