Ciao,
Come anche da te richiesto, lascio una recensione alla tua storia. Ma devo subito dirti che sarà tutto meno che positiva. I motivi sono tanti, addirittura troppi: errori di grammatica, punteggiatura, sintassi e articolazione della frase fin dove occhio può vedere. Ovviamente, la critica che seguirà è riferita alla storia, non è certamente un attacco personale, perciò spero che la prenderai con il dovuto valore.
Allora, partiamo dal principio:
1. "mi trovavo nella mia accogliente cameretta a leggere e ad ascoltare della musica ." <- Già qui - prima frase! - abbiamo un compendio degli errori che hai maggiormente commesso lungo tutto il capitolo: niente maiuscolo la maggior parte delle volte a inizio frase, e punteggiatura staccata, cioè posta dopo lo spazio. Lo sanno anche i muri che non va mai lo spazio prima della punteggiatura, sia essa una virgola, un punto e virgola o un punto fermo.
2. "una settimana di , indovinate un po....NOIA..non potevo" <- No, effettivamente non puoi proprio: a parte, come detto appena sopra, lo spazio prima della punteggiatura, "po' " si scrive con l'apostrofo; inoltre, io metterei un bel punto di domanda, non una caterva di puntini di sospensione. Il "Noia" in capslock credo sia leggermente fuori luogo, andrei più sul corsivo, per enfatizzare, e chiuderei la frase subito dopo, non metterei nuovamente i puntini.
A dirla tutta, non mi rivolgerei proprio al lettore: siamo ancora in una fase di conoscenza del personaggio e dell'ambiente (sono passate appena tre righe dall'inizio), perciò trasformerei questa domanda in un pensiero della protagonista.
Per esser chiari, la rigirerei così (ti posto tutto il periodo, per sintetizzare la cosa):
"Ero sola, e i miei erano partiti per lavoro a Sidney per un importante comitato (meglio: erano partiti per Sidney per un importante comitato di lavoro), O di non so cosa, quindi avevo una settimana di... assoluta noia. Non potevo fare nulla! Né (Accento, mi raccomando!) uscire, né invitare amici o amiche. In ogni caso, la mia vita sociale era andata A farsi friggere. Insomma: faceva un caldo boia, e io, come una scema, rinchiusa in casa da sola, mentre tutte le mie amiche erano al mare ad abbronzarsi. Che schifo!"
Ok? Io rivedrei davvero il modo in cui hai costruito la frase. Risulta confusionaria, non si capisce la posizione della protagonista parlante rispetto al lettore (è un pensiero? E' un dialogo diretto - che, come ti ho detto, personalmente eviterei? Eccetera), colpa anche dei tantissimi refusi grammaticali e di punteggiatura che costellano il periodo, praticamente una parola sì e una no.
3. "Bhe, non si dovrebbe lasciare una quindicenne da sola in casa per una settimana direte , no vi sbagliate ogni due- tre giorni passava a casa zia Rosy ,quindi immaginate un misto con la signora Rottermaier e Ghostface ricoperta di trucco verde sgargiante fino alle sopraciglia ,una cosa orripilante senza dubbio . <- Ok, io ce l'ho messa tutta, ma qui non ho veramente capito niente.
Perché ci parli della zia? Può starci benissimo, eccome, visto che, appunto, l'impronta data è quella del monologo interiore di pensieri della protagonista, ma a questa altezza, e soprattutto senza riprendere l'argomento mai più, blocca la narrazione, e soprattutto non risulta divertente: non conosciamo affatto questo personaggio della zia, mai visto prima, per cui non posso sapere se la descrizione del certamente inquietante trucco verde possa essere vera o solo una piccola cattiveria nei suoi confronti.
Anche qui, sarebbe da riscrivere completamente, quantomeno per dare un senso compiuto alla frase.
4. "Comunque ritorniamo ai fatti ,stavo sul mio bel lettino a rilassarmi e ad ammirare la cameretta tutta in perfetto ordine, erano le otto e mezza di sera e quello stupido criceto continuava a correre nella sua stupida ruota ." <- Come per la zia, non sappiamo assolutamente niente di questo criceto. La descrizione del tuo odio nei suoi confronti cade abbastanza come una pera, nel contesto. Non si capisce dove tu voglia andare a parare. Va bene che, dopo, quando la ragazza scenderà le scale, si rifarà alla questione della paura, ma, a questa altezza non mi arriva nessuna informazione dal criceto.
5. "Lo odio, mi morde sempre senza motivo solo a me e appena mi vede corre come un pazzo per azzannarmi una mano con quei mini-denti da castoro e quegli occhietti colmi di odio senza senso ,lascio a voi immaginare cosa era dargli da mangiare tutte le volte ...o solo cambiargli la lettiera ! UN INCUBO " <- Allora: innanzitutto, eviterei la ripetizione del "a me mi", anzi, voglio proprio far finta di non averla neanche vista. La descrizione dell'odio tra ragazza e criceto è davvero, come ti dicevo poco fa, senza senso. Un po' acidella, a dire il vero. La tua protagonista, dalla descrizione che dà dell'animaletto, pare una ragazzina violenta e cattiva. Sono sicura che non fosse affatto questo l'intento della tua storia.
Rivedere.
6. Tutta la parte della descrizione della luce verdastra e dei bisbigli, fino alla presa della scopa, è di veramente confusionaria. Io la giocherei molto più sul calcare il momento, mentre devo dire che tu l'hai presa troppo, troppo di fretta: arrivando in fondo alla frase, oltre che a mancare il fiato per via dell'assenza di punti fermi, si ha una forte sensazione di giramento di testa, e, personalmente, ho davvero faticato a capire cosa stesse succedendo. Riscriverei tutto l'incontro tra la ragazza e la strana luce. Non dimentichiamo che è un vero e proprio EVENTO, e il fine della storia credo sia proprio questo: la vita della protagonista non sarà più la stessa, e invece con questa modalità di narrazione sembra proprio che tra la paura per il criceto, lo scendere le scale per farsi una tazza di tè e il ritrovarsi la Compagnia dell'Anello al completo in cucina non vi sia differenza alcuna. Sei proprio sicura che tu reagiresti così? Io resterei molto più shockata e osserverei il più possibile ciò che mi circonda.
7. "uno di loro fece un passo avanti e disse - bhe , intende aiutarci o continuare cosi?- ritornai sulla terra (se non stavo sognando) , mi guardai bene intorno e poi chiusi gli occhi e mi diedi un piccolo pizzicotto sul braccio sinistro , riaprì gli occhi perché era tutto vero e più quella scena andava avanti più era strano . dopo mi decisi a parlare
-cosa volete?. ero arrabbiata e nervosa .
-scusate!? siete nella mia cucina, non ho idea di chi siate né che cosa vogliate come faccio ad aiutarvi?- " <- Maiuscola a "uno". Due punti dopo "disse" ("... e disse: "Beh..."). Niente spazio prima della virgola. Maiuscola a "ritornai", e andrei a capo.
Metterei il punto dopo "chiusi gli occhi", altrimenti chi legge non può seguirti bene, e così anche dopo "braccio sinistro". Inoltre, enfatizzerebbe il momento interiore della protagonista.
Poi, aggiusterei in: "RiaprII (prima persona singolare, non terza plurale, attenzione!) gli occhi: era tutto vero." (Non ho proprio capito il senso di quel "perché", lo toglierei). "Più era strano": che cosa? La scena? Allora direi "stranA".
"Quindi, mi decisi a parlare.
- Cosa volete? - Ero arrabbiata e nervosa." <- Ok, lecitissimo, ma forse è un po' presto per arrabbiarsi, magari è ancora più sotto shock che nervosa.
Andando avanti, cioè saltando il resto, ti segnalo:
8. La descrizione che dai dei nove personaggi è eccessivamente frettolosa e superficiale. Io sono riuscita a capire di chi tu stessi parlando proprio perché sono una fan sfegatata, ma mettiti nei panni di un lettore medio: vede quattro "piccoletti", di cui non è evidentemente data un'identità, ma solo colore di capelli e piedi enormi, vede un "cugino itt" (guarda, con tutto l'affetto, ma questa proprio no: solitamente un commento del genere è per prendere in giro, e Gimli non se lo merita proprio! Poi, è un Nano, si riconosce dalla barba: mi pare inutile dire che sarebbe stato il cugino Itt se avesse avuto più capelli, perché non avendoli evidentemente così tanti (?), io non ci penserei due volte e noterei direttamente la barba foltissima. E, magari, anche l'ascia, ma son dettagli); sorvoliamo sulla descrizione di Legolas, fa troppo male; e poi, abbiamo loro: "Gli altri due invece erano quelli meno strani avevano si, i capelli a caschetto ma per lo meno erano più presentabili mentre il più vecchio sembrava un incrocio tra Merlino e Albus Silente.": NO. Proprio no. Hai preso tre personaggi della rilevanza di Aragorn, Boromir e Gandalf e me li hai liquidati in mezza parola mezza. Proprio no. Non saprei neanche dirti cosa correggere, perché se io mi trovassi davanti uno dei tre, dopo il collasso, tenderei non soltanto a riconoscerli, ma non li liquiderei in tre parole! Davvero, ho capito di chi tu stessi parlando proprio perché conosco benissimo l'argomento, altrimenti non avrei neanche notato i "due" di cui parli, perché, all'atto pratico, nel tuo descrivere neanche compaiono.
Davvero, rivediti questa parte, perché proprio non funziona, e vedere questi eroi liquidati così fa addirittura male.
Mi spiace davvero per questa recensione, fosse stato per me - o per la qualità della storia - adesso starei fangirlando in modo folle; voglio dire: la Compagnia al completo in cucina! O cielo, metti il tè a scaldare, tira fuori i dolcetti, falli metter seduti, oddio, sono proprio loro! - però... però: come ti ho fatto notare, a livello di grammatica, senso e soprattutto qualità, perde tantissimo.
Una domanda: a cosa dobbiamo quell'inquietantissimo rating rosso? Spero davvero sia un errore. Comunque, se la storia finirà come presuppongo debba finire, almeno aggiustiamone la grammatica e la sintassi, giusto per darle un senso.
Le battute che tiravi fuori, per quanto, certamente, originali, mi spiace ma non facevano ridere per niente: come ti ho fatto notare, la protagonista davvero sembra una bimbetta isterica, arrogante e soprattutto presuntuosa. Sono più che certa che non fosse questo il tuo intento iniziale.
Quanto al nome: stiamo scherzando? Vuoi davvero farmi credere che non hai un nome per il tuo personaggio? Uno va assolutamente trovato. Non esiste pubblicare una storia senza avere in mente il protagonista fatto e finito - certo, ovviamente i personaggi nascono per essere sviluppati man mano, sulla carta, mentre li si scrive -, ma pubblicare per chiedere "trovatemi un nome" dà quanto meno il senso della frettolosità e della superficialità che, appunto, costellano la storia tutta.
Davvero, non vuole essere assolutamente una critica o un attacco personali: voglio solo essere costruttiva nei confronti tuoi e della storia. Per qualsiasi cosa, non esitare a contattarmi, anzi: io proporrei proprio una beta reader (non sai cos'è? E' una persona che legge i tuoi scritti PRIMA che tu li pubblichi e che soprattutto ti dia un parere esterno e oggettivo, come ho fatto io adesso). Se hai bisogno, per qualsiasi cosa sono disponibilissima, davvero!
A presto,
Maiwe (Recensione modificata il 25/06/2013 - 02:24 pm) |