Tu hai coniugato perfettamente due cose che adoro: Elisa e questo genere di storie, piene di fluff e malinconia.
Wiress, nei libri, mi ha dato sempre l'impressione di essere una bambina mai cresciuta, cui è stato negato tutto ciò che una bambina/ragazzina dovrebbe avere. Così lei è rimasta piccola, pura, ingenua. Tic, tac. Tic, tac. E chi se lo scorda più? Ogni volta che lo diceva, mi veniva voglia di entrare nel libro e abbracciarla.
E giuro che sino ad ora non mi ero soffermata affatto sull'ipotesi che Beetee sia stato il suo mentore, che sia una sorta di padre, di fratello maggiore per lei.
Ad ogni modo, è una bellissima storia, mi ha tenuta incollata al computer per dieci minuti.
Complimenti!
E alla prossima, spero!
S.

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Quello che hai scritto è semplicemente stupendo. E' fantastico il modo in cui descrivi la fragilità di Wiress dopo gli Hunger Games, il modo in cui questi tremendi Giochi l'hanno cambiata per sempre. E' bello vedere che secondo te Beetee è riuscito a rimanere integro raccontando a se stesso una "bugia" e come dopo anni si senta ancora male per quello che ha fatto. Bellissimo il loro legame dato dalla musica, una delle cose più importanti in questo mondo. Complimenti, testo bellissimo e anche scritto bene :)

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