Tu avevi paura a pubblicare questa storia, io ho letteralmente paura a scriverti una recensione, sapendo che qualsiasi cosa io scriverò non sarà mai all'altezza di quello che mi hai fatto provare con questa storia.
Le altre morti, quella di Jeff, quella di Tim.. Sono in qualche modo accettabili - passami il termine, sono rimasta letteralmente senza parole - per quanto una morte non naturale lo possa essere. Queste, invece, non si possono accettare. Gli stessi Pearl Jam ci hanno impiegato 13 anni, per tornare nel luogo della tragedia.
La tua storia è quindi carica di tutte quelle emozioni contrastanti e grigie e terribilmente forti che permettimi di non nominare, perché non saprei come fare. Quello che voglio dire è che in questa storia non ci sono solo parole, ma anche tutto un complicato intreccio di meccanismi segreti, nascosti, ai quali si accostano sentimenti dimenticati, abbandonati, ritrovati.
Riot Act è uno dei miei album preferiti, uno di quelli che porterei sull'isola deserta, per farti capire. Sentirlo collegato così, a questa storia, alla storia di questa tragedia, mi ha aperto letteralmente in due, strappato il cuore e pugnalato tutto quello che c'era da pugnalare.
Scusami l'immagine violenta.
In ogni caso, come sempre, grazie.
Inizierò a leggere tutto quello che hai scritto, sappilo.
Complimenti, i più sentiti. Hai un cuore grande, e tanto talento.
un bacio, A. (Recensione modificata il 08/07/2013 - 10:29 pm) |