Anche in questo caso, ottima continuazione del precedente capitolo, mi pare che tu abbia orchesttrato molto bene i vari aspetti della vicenda, a cominciare dalla location esotica che sembra ravvivare ancora di più i mai abbbastanza sopiti sensi dei due, un'ambientazione tutt'altro che romantica e che a tutto farebbe pensare meno che a dolci e delicati traporti, ma del resto non sempre il prigoniero è quello che ha le catene ai polsi...
Per il resto, i due sembrano comunque aver trovato un'intesa che va aldilà della congiuntura apparentemente non proprio felice per uno dei due (ma non abbastanza da lasciarlo disperante a chiedere clemenza, forse per naturale alterigia caratteriale, o forse perché ha al suo arco frecce che possono colpire l'altro con un veleno molto dolce); un'intesa che più che sulle parole si basa su un accorto e ben dosato uso dei baci e dei colpi d'anca, atti che costituiscono un linguaggio decisamente universale quant'altri mai, che dimostra come gli esseri umani quando non pensano alla politica e alla ragion di stato e possono essere liberi dalla divisa hanno ben altro per la testa (o beninteso, in altre parti del corpo...) e possono concedersi momenti alquanto piacevoli.
Molto bella la frase alla fine, dimostra in modo semplice quanto lampante le differenze tra le concezioni spirituali del paese ospitante e quelle delle due personificazioni di stati occidentali.
Sarà pleonastico, ma anche in questo caso voglio ringraziarti per la segnalazione.

Anche questa era bellissima. ;___; Okay, adesso domani mi metto e leggo tutta la tua produzione letteraria, perché sei incredibile. Scrivi benissimo, anche le cose meno "auliche" (eufemismo dell'anno XD) diventano eleganti, raffinate e perfette. :3 Il tuo stile è veramente straordinario.

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In primis complimenti per la scelta della location (non ho potuto fare a meno di pensare a come nella spartizione della torta indiana l'Inghilterra si sia presa praticamente tutto lasciando a Francia e Portogallo solo le briciole, praticamente solo brevi tratti di costa come Pondichery o Goa).
Ma digressione a parte, la storia è godibilissima sotto molti punti di vista: in primis perché mostra Francia spavaldo anche nei momenti in cui tutto gli consiglierebbe di avere un attegiamento più remissivo o quanto meno conciliante, dato che si è alla mercé dei vincitore e dei suoi desiderata, e che tra le frasi che Nonno Roma può avergli detto c'è o ci dovrebbbe essere anche Vae Victis (tra l'altro attribuita da uno che aveva dei legami con gli antichi abitanti dell'attuale Francia), si potebbe anche dire che se uno è spavaldo lo deve dimostrare anche se non soprattutto nei momenti in cui potrebbero esseci conseguenze negative, o forse nei momenti in cui non ha più nulla da perdere, condizione appunto assimilabile a quella sua attuale; qualunque siano le ragioni che spinge Francia a una tale condotta, se il suo scopo è quello di far arrabbiare il carceriere, direi che ci riesce abbastanza bene, anche se quest'ultimo sa di avere il coltello dalla parte del manico, un desiderio di vendetta per vari torti subiti e quel che più conta l'oggetto di tali riflessioni ostili a portata di mano e messo in condizioni di non nuocere...il resto è conseguenza.
Quanto alla modalità di attuazione della stessa, mi sembra un'ottima idea, una specie di versione hetaliana del contrappasso dantesco, chi ha spesso attentato alla virtù dell'altro ora deve subire un attacco alla propria; paradossalmente (ma solo all'apparenza) non gli dispiace.
Si può dire che La passione può far dimenticare le differenze tra carceriere e carcerato, e rendere lievi le catene...

Oh my god é bellissima <3 sono ancora emozionata e l'ho letta almeno 5 minuti fa. Arthur pirata é semplicemente fantastico e lo amo <3 quindi niente, ancora complimenti!

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