Recensioni per
Il dolore diventa scenografia
di Valerie Clark

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
14/07/13, ore 10:57

Ciao, sono passata a lasciarti la recensione alla storia per il contest :-)! Se c'è un'altra storia che vuoi vedere recensita per il premio, dimmi pure!

Parametri di valutazione:
-Grammatica: 4.8\5;
-Stile e lessico: 4.5\5;
-Originalità: 7\10;
-Attinenza al prompt e analisi sulla parola scelta: 10\10;
-Caratterizzazione dei personaggi \ introspezione per le introspettive \ poetica per le poesie: 10\10;
-Gradimento personale: 8\10.
TOT: 44.3\50

Ok, e ora analizziamo passo passo la valutazione:

1) Grammatica: La tua storia è scritta bene, non ci sono errori verbali o scivoloni lessicali e la lettura è stata abbastanza fluida. Dico abbastanza perché, purtroppo, la punteggiatura qui e là aveva qualche problemuccio, della serie virgole dove non dovevano essercene o, al contrario, assenza di esse quando servivano e un paio di punti e virgola un po' "usati a casaccio", secondo me. Ma adiamo con ordine.

Pag. 1

- "Una ragazza che si nascondeva.
Che si odiava,
che si detestava." : allora, non so se l'intro della tua one-shot (quelle prime righe che hai messo tra virgolette) sia una poesia, perché non l'hai scritto tra i generi. Il dubbio mi è venuto perché il linguaggio (soprattutto per via delle reiterazioni) è abbastanza poetico, tuttavia non sembra scritta in versi; tranne in quella frase che ho voluto evidenziare (che si odiava, che si detestava). Insomma, se mi dici che è una poesia, va bene, altrimenti non puoi andare a capo in quel modo, a meno che il rigo non sia terminato o la frase "che si odiava" non finisca con un punto e non con una virgola.
Non so se mi sono spiegata bene ...

- "La gente lo voleva, lo desiderava, il mio corpo e se l’è preso, ed ora non appartengo più a nessuno, nemmeno a me stessa." : in questa frase vorrei farti notare due cose: una virgola di troppo e una mancante. "Il mio corpo" dovrebbe essere un'incisiva chiusa tra due virgole, mentre invece in "preso, ed" quella virgola va tolta, perché in italiano la congiunzione "e \ ed", a meno che non faccia parte di una frase incisiva, non va mai con la virgola.

-" Mi graffio e sento il mio corpo, la mia pelle, le mie vene, il mio sangue, sciogliersi sotto le unghie." : dato che la lista finisce con "il mio sangue", la virgola subito dopo non andava messa.

Pag. 2

-" Sento il mio corpo aprirsi e le viscere venire fuori, e per un momento va meglio." : qui, di nuovo, la virgola non va mai con la congiunzione "e".

-" contro se stessi" : sul "se" di "sé stessi" ci va l'accento, ma probabilmente è solo una svista.

-" quando del corpo importerà a chi lo possiede, e non agli altri" : anche qui, ancora, c'è una virgola insieme alla congiunzione "e".

-" è un pezzo di carne e nulla più, e non lo si può torturare" : ancora una volta, c'è una virgola con la congiunzione.
Inoltre, in generale, tutto il paragrafo conclusivo ha una punteggiatura che non mi piace molto, in cui virgole e punti e virgola si alternano in maniera poco "logica" e un po' casuale, almeno secondo me.

2) Stile e lessico: nonostante lo stile introspettivo conferisca a questa storia un certo "carattere", una particolare atmosfera noir quasi gotica e un tocco di drammaticità "femminile" che, per una volta fortunatamente, non scivola pericolosamente verso un patetico vittimismo, ma in un pozzo nero di lucida sofferenza consapevole, il lessico fa cadere un po' il tutto. Infatti, nonostante sia certamente molto pulito e azzeccato, l'ho trovato un po' troppo semplice e poco ricercato.

3) Originalità: questo tipo di riflessione molto femminile e un po' "emo" sul corpo non è certo una novità. Fino a qualche anno fa, su molti blog e social network, si trovavano moltissimi testi molto simili tra di loro e più o meno tutti come questo, perciò, sotto questo punto di vista, questo breve racconto non è molto originale. Tuttavia, la riflessione finale ha salvato un po' il tutto, focalizzando l'attenzione sul reale ed effettivo valore del corpo e spingendo il lettore stesso a riflettere sulla questione.

4) Attinenza al prompt e analisi sulla parola scelta: non ho molto da dire. Penso che questa storia abbia rispettato perfettamente la consegna del bando, presentando una profonda riflessione sul corpo e sul suo valore, attraverso l'esperienza del dolore fisico, passivamente subito o addirittura autoinflitto.

5) Introspezione: l'introspezione, naturalmente, c'è. Dopo una intro descrittiva, si parte subito con il monologo interiore della protagonista vagamente delirante, tuttavia alquanto consapevole, per terminare in bellezza con un finale quasi "profetico" e, in parte, di speranza di miglioramento. Diciamo che, sotto questo punto di vista, la storia è praticamente perfetta.

6) Gradimento personale: dal 10 di base ho scalato due punti: uno per gli errori di punteggiatura che, nel paragrafo finale, mi hanno anche un pochino rallentato la lettura; l'altro, invece, è per il fatto che, come ho detto nel punto originalità, è un genere di racconto introspettivo che, nel corso degli anni, ho letto in tutte le salse e in decine di blog, nonostante nel finale si aggiunga una riflessione molto personale e drammaticamente profonda.
In sostanza, questa storia mi è piaciuta abbastanza e, nonostante il linguaggio un po' troppo semplice, la lettura è stata piacevole, abbastanza scorrevole e anche molto coinvolgente, fino alla fine. Di sicuro, sai trasmettere molte emozioni.