Dopo un’attenta riflessione, ho deciso di introdurre così la mia recensione: la giudicia è rimasta STREGATA da questa storia, che sicuramente finirà tra le sue preferite! Perché? Te lo dico io perché:
1) Grammatica: leggendo il testo, fin dall’inizio mi sono quasi commossa; adoro ricevere storie scritte bene, rilette, corrette e grammaticalmente perfette! Non solo la lettura è molto più scorrevole, rilassata e priva di incazzature suscitate da errori stupidi e ripetuti, ma così mi si risparmia anche il disturbo e la fatica di interrompere più volte la lettura per prendere nota di tutte le imprecisioni – e a volte anche gli Orrori – da segnalare. Dunque, complimenti davvero per l’impeccabile precisione e per la cura che hai evidentemente dedicato a questo racconto.
2) Lessico e stile: il primo, oltre ad essersi dimostrato bello ampio, l’ho trovato molto azzeccato in ogni contesto, soprattutto nelle descrizioni, nelle quali la scelta delle parole e delle immagini era decisamente perfetta. Lo stile narrativo è forse la parte più interessante del tuo lavoro: poche volte mi è capitato di trovarne uno così appropriato, maturo e d’effetto. È trascinante, privo della vuota retorica in cui molti autori cadono nel trattare questi temi, molto personale e originale e ben lontano dall’essere banale. Il linguaggio e lo stile, insomma, riflettono in maniera superba l’atmosfera dei personaggi e delle situazioni di cui parli. Davvero un ottimo lavoro.
3) I personaggi: come ho appena detto, lo stile è eccellente e forse lo è soprattutto nella presentazione dei personaggi e della loro psicologia. Mi sono apparsi tutti molto ben caratterizzati, dalle piccole comparse di Arthur e di Marjorine, al protagonista. Ho apprezzato molto anche la descrizione iniziale che hai fatto, dal punto di vista del ragazzo, delle diverse persone che vede, nell’ambiente socio-culturale in cui sono incorniciate, mettendo in risalto quanto lui sembri fuori contesto e allo stesso tempo quasi invisibile.
Parlando di lui, posso dirti che è stato uno dei miei disadattati preferiti, sia per il modo in cui lo hai presentato, sia per la sua visione del mondo. È un personaggio che mi somiglia molto e che ho sentito vicino fin dall’inizio, dato che ho percepito una certa affinità di punti di vista, anche se il mio è persino più distaccato e cinico del suo. Una cosa che ho apprezzato molto di lui è che il suo essere disadattato ha una ragione non solo emotiva, ma anche e forse soprattutto razionale, il che è proprio ciò che avevo richiesto nel bando: un ribelle di tipo “intellettuale”, invece del classico ragazzino che fa il duro “perché i suoi genitori non hanno saputo amarlo, educarlo, eccetera, eccetera”.
Mi ha colpito molto anche il personaggio di Julia, probabilmente uno dei cattivi più cinici, crudeli e “raggelanti” che mi siano mai capitati, del tutto priva di anche solo un briciolo di umanità. Mi ha anche incuriosito il "potere" che hai attribuito a questi due personaggi, mi ha ricordato quello che io avevo immaginato per uno dei miei personaggi, anche se era un po' differente e non era necessario alcun contatto visivo, anzi, agiva anche a distanza.
4) La trama: essendo un racconto piuttosto breve, la trama non può certo avere il ritmo incalzante di un lungo thriller: l’azione in sé è riassumibile in poche righe, la suspance occupa una modesta porzione del racconto, ma c’è da dire che il colpo di scena di Julia è sbalorditivo, oltre che inaspettato. Nonostante questa generale assenza di pathos, personalmente ho trovato il racconto trascinante, in ogni caso.
Nella seconda parte, ovviamente, per la storia di Marvin e il twist con Julia, mentre nella prima metà credo sia dovuto all’interesse che suscita il protagonista, un personaggio a mio parere molto intrigante, presentato in maniera meravigliosa e con una personalità totalmente costruita al di fuori degli stereotipi di ribelle in cui si poteva cadere e che avrebbero banalizzato il tutto. Ecco, credo che proprio in questo consista lo scheletro, l’asse portante dell’intera storia: la complessità e l’originalità del personaggio principale.
Ho apprezzato particolarmente anche il finale drammatico e destabilizzante: se avessi salvato i due ragazzi e fatto morire Julia, magari in un modo del tutto improbabile e campato in aria, sicuramente ti avrei criticata; invece così trovo che sia perfetto, con una sconfitta in linea con l'atmosfera generale dell'intera storia e una crudeltà gratuita che scolpisce nella mente questo racconto.
5) Premio Stile e Premio Great "M": penso di aver già spiegato tutto nei punti precedenti, quindi non mi dilungherò più di tanto. Il premio per lo stile non poteva non andare a te, data la totale assenza di errori grammaticali e uno stile narrativo a dir poco perfetto per questa storia, originale, curato e molto maturo. Inoltre, data la complessità psicologica del tuo ribelle e la sua personalità molto elaborata, articolata e particolare che fanno di lui un personaggio indimenticabile, ho deciso di assegnarti anche il premio per il miglior personaggio maschile, con tanti auguri per le prossime storie! |