Recensioni per
Cronache del Nulla
di Eryca

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
12/11/13, ore 16:25

SPOON RIVER CONTEST di ZKaoru69

Cronache del Nulla di Snap95 / Eryca {Lingua}



Grammatica e ortografia: 8/10

Hai scritto per due volte "gli" anziché "loro" ("... mentre la neve fredda gli (a Tobia e Magnolia) faceva da coperta" e "... esigendo quel posto in prima classe che gli (alle parole) era stato sottratto.") So che ormai nel parlato si usa, ma nello scritto non lo accetto, soprattutto in contesto evocativo e poco colloquiale come questo.
"Ma Magnolia non aveva alcuna voglia di rispondere al suo saluto, nonostante lo avesse replicato." Il cambio di soggetto deve essere esplicito!
"Minaccia incombente rendeva insopportabile..." La frase non regge, nemmeno se in un flusso di coscienza come è questo caso. Un dimostrativo ("quella minaccia incombente") o una relativa ("una minaccia incombente che rendeva") sono da preferirsi.


Stile e lessico: 8/10

Lo stile che usi in questa storia è tutt'altro che incalzante ma assolutamente adatto e - in generale - mi è piaciuto molto. Sono presenti molte ripetizioni che in alcuni casi riescono bene a sottolineare i concetti, ma in altri rendono il tutto un po' ridondante ed eccessivo. Per esempio: "Prima sapeva quale strada avrebbe dovuto imboccare poi, così - questione di un solo impercettibile istante, un secondo solo, un minimo, minuscolo attimo - non lo sapeva più. Prima lo sapeva, dopo non lo sapeva. Ho perso la via. Prima sapevo dove andare e ora non più." O ancora, "Non le piacevano gli estranei, bisognava faticcare per conosceli e lei era troppo pigra per provare a parlare. Non le piaceva nemmeno parlare, no. E faticare. Faticare e parlare. Non le piaceva."
Qualche espressione mi ha lasciata perplessa:
"... il sole a scaldare ogni cosa, a sciogliere." Anche qui mi sembra un po' ridondante, basta un solo verbo dei due.
"E allora lo fece. Tobia la guardò a lungo. Poi. Poi si avvicinò..." L'azione è già abbastanza rallentata senza quel poi in mezzo.
Gli occhi di Tobia sono neri, certo, ma chiamarli "palle nere" proprio non mi piace!
"... commentò divertito, mentre la ragazza lo imitava..." In cosa lo imitava? Deduco che lei rida senza fare rumore, ma non è scritto così.
Una "coperta di fiocchi di neve", con tutto il mio amore per l'inverno e il freddo, non ce la vedo proprio a "scaldare" alcunché, nemmeno il terreno. Magari un neutro ricoprire sarebbe preferibile.
Da ultimo, andrei a capo con la citazione ("L'aveva capita:
La lingua..."
) e ti suggerisco di usare il giustificato.


Originalità: 9/10

L'ambientazione è meravigliosa (come potrai leggere sotto) e originale, anche se si possono cogliere riferimenti a opere distopiche. Ma nonostante si tratti di un universo parallelo (come tu hai detto nelle note), ci sono riferimenti alla "nostra" vita di tutti i giorni: "«Di solito questa scena è invertita»" e "... come si dice al postino, (...) ad un gelataio, ad un marinaio..." Siamo sicuri che in questo universo parallelo esistano queste concezioni che sono proprie della "nostra" cultura?
E in questo mondo l'amore di Magnolia e Tobia viene vissuto in una maniera veramente particolare, come una ribellione vera e propria, come un anelito alla libertà.


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Davvero personaggi a tutto tondo: Magnolia (bellissimo il nome!), che lascia che sia il suo silenzio a parlare, e Tobia, su cui gravano tutte le prime mosse.
Magnolia, che finisce per dare scontato qualcosa che scontato non è, e Tobia, che alla fine se ne va per sopravvivere.
Magnolia, che ritorna ancora una volta sulla Strada, perché non può fare altro, ora che è senza di lui.
E la dolcezza della loro breve storia d'amore, in un periodo dove volenti o nolenti siamo così presi dalle 50 sfumature, è quasi commovente.


Coerenza con la citazione: 4/5

Non ho niente da dire: come hai scritto nelle Note, la morale si spiega da sola. Se proprio volessi appuntare qualcosa, potrei dire che in questo caso il silenzio, più che avvelenare l'anima, fa sfiorire l'amore tra Magnolia e Tobia.


Gradimento personale: 5/5

Questa storia è semplicemente meravigliosa, davvero. Mi è piaciuta tantissimo, nonostante un po' di pesantezza stilistica, e sono davvero contenta che tu me l'abbia proposta.



Totale: 43/50 - QUINTA CLASSIFICATA



Premio Speciale Ambientazione

Una strada, un Serpente d'Asfalto: ecco il mondo dei personaggi di questo universo parallelo. Un'ambientazione che ricorda un sacco di bellissimi romanzi distopici, un genere che adoro. Ma non è la strada ad essere la gabbia: è la mentalità delle persone, terrorizzate da leggende false. Brava, perché in meno di cinque pagine gli elementi ci sono tutti: anche il famigerato Orizzonte che inghiotte chi esce dalla strada fa parte, in un certo senso, della "cultura" di questo mondo. Complimenti: questo premio speciale è meritatissimo.

Recensore Master
02/08/13, ore 16:54

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia parla persone, demoni velenosi e angeli puri. Questa storia è nero e bianco. Questa storia è l’unione di due parti che non si potrebbero mai toccare, perché a volte l’amore fa questo. Unisce anime che appartengono ai poli opposti delle proprie affinità, come le grida e il silenzio, la pienezza e la mancanza, il bene e il male.
Magnolia è il silenzio racchiuso nella sua gola, un silenzio che attraversa le sue vene e la rende Silenzio.
Magnolia è una ragazza che cerca, è curiosa, ma un po’ impaurita per andare oltre quella strada, quell’oltre così importante, quell’oltre che non poteva attraversare da sola.
E per quell’oltre c’è lui, Tobia. Tobia, occhi neri e parole, parole meravigliose e neri occhi meravigliosi. Vita, voce, rumore, parole. Tobia.
Magnolia è sconosciuta, è silenzio, è l’amore che prova per lui, amore che nasce all’improvviso in questo Universo che si alterna nella scala cromatica che va dal nero al bianco senza vivacità. E Magnolia e Tobia si incastrano in questo colore che ondeggia fra le sue varie sfumature. C’è il silenzio di Magnolia, l’amore, e le parole di Tobia. Magnolia e Tobia. Demoni, Angeli. Entrambi.
E alla fine è un demone quello che c’è dentro di lei. È un demone il suo silenzio. È un demone perché Tobia, così pieno di parole, fiacco nella solitudine di quest’ultime, si esaurisce, si sta spegnendo, indebolendo, come se fosse stato avvelenato. Perché il silenzio avvelena l’anima, avvelena quella di Magnolia e quella di Tobia. E Tobia si salva, lasciandola con il dolore racchiuso nella sua lacrima solitaria.
"Aveva ascoltato il suono di quel vento e così, senza dire nulla, aveva maledetto il silenzio e il suo non averle fatto udire i passi di Tobia che se ne andava.
Era tornata nel serpente d’asfalto, perché – ora lo sapeva – l’unica cosa che le aveva dato la forza di fuggire era stata quell’emozione insensata, quella che non si sa bene come chiamare. Alcuni la chiamano Amore. Magnolia la chiama Follia."
Questa storia è senza genere, senza età, senza tempo. È una strada asfaltata infinita, è un amore perduto, è la malattia del silenzio che, quando consuma, è il male più grande. Il tutto accompagnato dallo stile avvolgente, melodioso e allo stesso tempo semplice di Erica, che con le sue, di parole, ha creato questo mondo fantastico, triste, enigmatico.
È talento, il suo, qualcosa che è sbocciato ma non come i fiori. Il suo talento non può appassire, può solo crescere. E qui, ha raggiunto il livello più alto che io abbia mai conosciuto.
Secondo me, lo splendore di questa storia merita di stare fra le Storie Scelte del sito.
Erica, sei stata semplicemente meravigliosa.

Recensore Junior
02/08/13, ore 00:12

Ciao Eryca, sei eccezionale, ho mollato il tuo adorato Kerouac per fiondarmi su questa storia. Prima ero dal cellulare, poi mi sono detta che se questa volta non avessi recensito come minimo mi sarei cruciata da sola. Ok, la smetto di dire amenità e torno seria per recensirti. 

Mi è piaciuta tantissimo questa storia, innanzitutto per l'ambientazione surreale e i toni suggestivi. Come diavolo si fa a rendere suggestivo il Nulla? Chapeau, carissma. 
Il nome della protagonista è assolutamente geniale, e sai quanto siano importanti per me i nomi dei personaggi, nelle storie. 
Che dire. Come sempre hai uno stile impeccabile, ordinato, scorrevole e senza fronzoli inutili che appesantirebbero solamente la lettura. Le ripetizioni che piazzi qua e là per il testo sono senz'altro uno dei punti di forza del tuo modo di scrivere.
Ho letteralmente adorato la frase: "È fatta così, la consapevolezza: prima non c’è, dopo c’è.".

Ora, devi sapere che - così come a te spaventano i ragni, la gente che ti stringe i polsi e soffri di vertigini - allo stesso modo io ho una paura folle del silenzio. Mi ci sono ritrovata tantissimo, quindi, in questa storia, nella fine di questa storia d'amore (di follia, come preferisce Magnolia), distrutta dal pesante incombere di un silenzio troppo ingombrante perché qualcosa potesse sopravvivere. E l'unica cosa che si lascia alle spalle il silenzio, dopo aver fatto crollare tutto, sono i ricordi, che sono un tipo di silenzio particolare: fa male perché una volta erano suoni, erano: "la melodia della voce di Tobia" in questo caso. I ricordi sono echi silenziose, è questo a fare male.  

Niente, concludo qui questa recensione senza nè capo nè coda, come al solito, dicendo che questa storia mi ha incuriosita al punto da farmi decidere di iscrivermi al contest. 
Grazie per questa bella perla, brava. 

Io ti asdfghjk tanto, tua
Annabelt.